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USA

Referendum sull'aborto in Kansas, sconfitta per la vita

Referendum sull'aborto in Kansas, vinto dagli abortisti con ampio margine. È segno che la sentenza della Corte Suprema era l'inizio e non la fine di una lunga e pericolosa battaglia. La Chiesa ha difeso il diritto alla vita. Il presidente Biden ha apertamente perorato la causa degli abortisti. Persa la battaglia, la guerra è tutta da combattere. 

Vita e bioetica 04_08_2022
Kansas, reazione dei militanti pro life di Value them Both

Martedì 2 agosto, con il voto degli elettori del Kansas contro l'emendamento costituzionale che avrebbe chiarito l’inesistenza di un diritto all’aborto nello Stato, è stato inviato un messaggio forte: la Sentenza della Corte Suprema di azzeramento della Roe, è stato solo l’inizio di una lunga e pericolosa guerra. Biden rilancia il sostegno agli abortisti e emette un secondo ordine esecutivo per pagare spese di viaggio per aborti. La Chiesa Cattolica ha ben chiara la sfida e sino a domenica 31 luglio aveva invitato i cittadini a sostenere la vita umana del concepito e della madre.

Il Kansas è uno Stato conservatore e l'approvazione dell’emendamento proposto dalla coalizione "Value them Both", avrebbe consentito ai legislatori dello Stato, in maggioranza repubblicano, di inasprire le restrizioni o forse anche vietare del tutto l’aborto. Il governatore democratico Laura Kelly già nel febbraio 2021 aveva rigettato il medesimo emendamento pur approvato dal parlamento. Il Kansas permette di interrompere la gravidanza fino a 22 settimane con altre restrizioni, tra cui un periodo di attesa obbligatorio di 24 ore e il consenso obbligatorio dei genitori per le minorenni. Una decisione della Corte Suprema dello Stato del 2019 aveva dichiarato che l'accesso all'aborto è un diritto "fondamentale" ai sensi della Carta dei diritti dello Stato.

Quello del Kansas è stato il primo test reale per valutare cosa pensino gli elettori dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, con la maggior parte dei voti scrutinati, i pro aborto hanno prevalso di circa 20 punti percentuali di differenza (58.8%-41,2%). Nei giorni precedenti al voto, le minacce ed intimidazioni abortiste sono state violente: domenica 31 luglio una un'adolescente volontaria pro-vita è stata aggredita fisicamente e molestata mentre faceva propaganda a favore dell’emendamento; lunedì 1° agosto, due chiese, la Calvary Temple Assembly of God e la Victory Bible Church, sono state vandalizzate con graffiti a favore dell'aborto a Lawrence. Una minaccia chiara e forte. Sul piano dei finanziamenti e del sostegno mass mediatico, come era prevedibile, a livello nazionale ed internazionale, i pro-aborto hanno avuto la meglio. Tuttavia, l'Associazione "Value Them Both", che ha sostenuto l'emendamento, ha raccolto quest'anno circa 4,7 milioni di dollari, di cui circa due terzi dalle diocesi cattoliche dello Stato, secondo i dati relativi al finanziamento della campagna.

Susan B. Anthony Pro-Life America ha dichiarato di aver speso 1,4 milioni di dollari per promuovere l'emendamento e di aver effettuato un'azione di sensibilizzazione in 250.000 case in Kansas. «La sconfitta di stasera è un'enorme delusione per i pro-vita del Kansas e per gli americani in tutta la nazione», ha dichiarato Mallory Carroll, portavoce del gruppo. «La posta in gioco per il movimento pro-vita nelle prossime elezioni di midterm non potrebbe essere più alta». I pro abortisti del "Kansans for Constitutional Freedom", hanno raccolto circa 6,5 milioni di dollari, di cui oltre 1 milione da gruppi legati di Planned Parenthood. La questione dei finanziamenti, soprattutto quelli ‘in nero’ o ‘opachi’ alle battaglie progressiste e ai Dems, recentemente analizzati anche da Politico, dovrebbe preoccupare tutti i partiti e cittadini americani. Ovviamente Alexis McGill Johnson, presidente del Planned Parenthood Action Fund si è congratulata della  “vittoria per la libertà riproduttiva... il Kansas è un modello per il ripristino dei diritti riproduttivi in tutto il Paese attraverso la democrazia diretta. Dal Michigan al Nevada, abbiamo l'opportunità di proteggere l'accesso all'aborto alle urne a novembre. Sappiamo che il Kansas non sarà la nostra ultima battaglia, né la nostra ultima vittoria".

A novembre prossimo, in coincidenza delle elezioni di ‘midterm’, gli elettori di California, Vermont, Kentucky e Montana potranno decidere delle nuove norme statali sull'aborto: in Vermont si voterà un emendamento costituzionale statale che dichiara "il diritto all'autonomia riproduttiva personale"; in Kentucky una misura che garantirebbe che la Costituzione dello Stato non "garantisca o protegga il diritto all'aborto o richieda il finanziamento dell'aborto"; in California, gli elettori voteranno emendamento costituzionale per il "diritto fondamentale di scegliere di abortire"; infine in Montana, si voterà su una legge statale per fornire assistenza medica ai "neonati nati vivi" dopo un aborto, classificandoli come "persone giuridiche" con "il diritto a cure mediche e trattamenti appropriati e ragionevoli".

Biden non si è nascosto."Questo voto chiarisce ciò che sappiamo: la maggioranza degli americani concorda sul fatto che le donne dovrebbero avere accesso all'aborto... il popolo americano deve continuare a usare la propria voce per proteggere il diritto... all'aborto", ha detto in un comunicato  in cui invita il Congresso a "ripristinare le protezioni della Roe" nella legge federale e, ieri, ha firmato un secondo ordine esecutivo perché vengano pagati dal bilancio federale i viaggi delle donne abortiste in tutti gli stati USA. Intanto, un progetto di legge bipartisan è stato depositato al Senato per federalizzare il diritto all’aborto e, come abbiamo già descritto su La Bussola, la collaborazione tra Dipartimento alla Giustizia e abortisti si è concretizzata in due cause ‘fotocopia’ contro l'Idaho, per bloccare la legge che vieterà gli aborti, con alcune limitate eccezioni, a partire dal 25 agosto. Siamo in guerra, prima lo capiscono i pro life e i Repubblicani, meglio sarà per tutti.