Ratzinger: senza la creazione l'ecologia diventa ideologia
Ascolta la versione audio dell'articolo
Pur di demitizzare, la teologia contemporanea finisce per accantonare la Ragione creatrice. E dimenticando il Creatore si legge il creato alla luce dell'ecologismo. Al Convegno su Caritas in veritate (Budapest, 22 maggio) mons. Crepaldi ha ricordato la lezione di Benedetto XVI.
- Il testo integrale: La questione ambientale in Benedetto XVI, di mons. Giampaolo Crepaldi
Pubblichiamo uno stralcio della Lectio pronunciata dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi a Budapest il 22 maggio scorso al Convegno internazionale su Caritas in veritate: The social teaching and ecological thinking of Pope Benedict XVI. Il convegno è stato organizzato dall’Università Ludovika, dalla Pázmány University e dal Ministero della tecnologia e l’industria. Alla sessione di apertura era presente il cardinale Péter Herdo, Primate di Ungheria. Il titolo originale della lezione era il seguente: The ecological teachings of Pope Benedict.
«La natura è a nostra disposizione non ‘come un mucchio di rifiuti sparsi a caso’ [Eraclito], bensì come un dono del Creatore che ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, affinché l’uomo ne tragga gli orientamenti doverosi per custodirla e coltivarla (Gn 2,15)» (Caritas in veritate, n. 48).
Qui però incontriamo il rilevante problema dell’abbandono del tema della creazione nella teologia cattolica contemporanea. Joseph Ratzinger affrontò da par suo il problema in vari scritti.[1]
Si può dire che da Pontefice egli abbia fatto del tema della creazione una delle sue principali cifre, con ripercussioni molteplici in diversi campi, a cominciare dal rapporto tra fede e ragione fino ad arrivare alla fondazione della legge morale naturale e, appunto, all’ambito della questione ambientale. Una frase pronunciata all’Islinger Feld presso Monaco di Baviera durante il suo primo viaggio in Germania, rimasta giustamente famosa, riassume la grande importanza da lui data all’argomento della creazione: «In fin dei conti resta l’alternativa: che cosa esiste all’origine? La Ragione creatrice, lo Spirito creatore che opera tutto e suscita lo sviluppo, o l’Irrazionalità che, priva di ogni ragione, stranamente produce un cosmo ordinato in modo matematico, e anche l’uomo, la sua ragione. Questa però sarebbe solamente un risultato casuale dell’evoluzione e quindi, in fondo, anche una cosa irragionevole».[2] Ricordo che frasi di questo contenuto sono state scritte e pronunciate da Benedetto XVI in moltissime altre occasioni[3] e che egli chiese che il tema di uno degli incontri del Circolo dei suoi allievi fosse proprio questo della creazione.[4]
Ma perché la teologia cattolica ha tendenzialmente trascurato o addirittura tralasciato l’argomento rivelato della creazione? Rispondendo a questa domanda, si comprendono sia i tanti cedimenti all’ecologismo ideologico dei cattolici oggi, sia la proposta di reazione di Benedetto XVI a queste concessioni. La teologia contemporanea ha abbandonato l’impianto metafisico per sostituirlo con quello storico, esperienziale ed ermeneutico[5]. Ne è derivata la convinzione che alcuni elementi della dottrina cattolica non fossero più comprensibili per l’uomo contemporaneo. Siccome però – secondo questa impostazione – ciò che rende il Kerigma ancora vitale e significativo per l’uomo di oggi è la precomprensione[6] svolta a partire dalla situazione storica e culturale dell’oggi, elementi che fossero a questa incomprensibili andrebbero rimodulati o rimossi. Si fonda su questo principio anche la proposta di de-mitizzazione di Rudolf Bultmann, il quale ha tra l’altro proposto di rivedere anche la creazione per depurarla dai suoi elementi mitici[7]. Data la constatazione che il concetto metafisico di creazione non è più consono alla mentalità dell’uomo postmoderno deve essere riformulato.
A questo proposito mi limito a ricordare la posizione di Karl Rahner come la più rappresentativa della revisione teologica contemporanea dell’idea di creazione. Rahner scrive nella sua opera più famosa, che la «creaturalità è il rapporto dell’uomo verso il suo fondamento trascendente»[8], essa non indica un caso singolo di rapporto causale tra due realtà[9], la creaturalità si sperimenta nella nostra esperienza trascendentale. La creazione non è un punto cronologico anteriore[10]. Essa indica un «processo permanente, che rimane sempre attuale, che in ogni esistente avviene ora proprio come un momento precedente della sua esistenza»[11]. La creaturalità è la distinzione radicale e la dipendenza radicale da Dio[12]. L'espressione “dal nulla” indica questa dipendenza radicale da Dio[13]. In questo modo la creaturalità sostituisce la creazione, la prima infatti è una precomprensione esistenziale in cui l’uomo manifesta un suo bisogno apriorico, o per meglio dire trascendentale nel senso moderno e non classico del termine, la seconda è un evento a carattere metafisico.
Richiamo l’attenzione sul fatto che questa nuova impostazione della teologia cattolica contemporanea ha subito l’influenza della teologia protestante. In ambito protestante si sono sviluppate le due opposte visioni della “teologia liberale”, con il metodo storico-critico di Harnack, e della “teologia dialettica” di Barth. Ambedue separano fede e ragione e impediscono di mantenere la visione tradizionale della creazione, o rivedendo l’esegesi biblica del libro della Genesi sottoponendo il testo ad un esame rigidamente razionalistico oppure assegnando una competenza in materia alla sola fede. In ambedue i casi la creazione è vista come un mito da negare e riconsiderare. Viene quindi abbandonato l’incontro tra la fede e la ragione a proposito della creazione.
In un recente libro sulla teologia di Joseph Ratzinger, il teologo italiano don Mauro Gagliardi[14] ha illustrato come la linea teologica ratzingeriana abbia voluto superare proprio quella dicotomia il che ha avuto senz’altro il proprio effetto anche sulla visione della creazione, ricondotta alla sua versione tradizionale e auspicando una ripresa della teologia della creazione nella Chiesa cattolica. Osservando a fondo gli aspetti della questione ambientale come si pongono oggi e come sono affrontati dentro la Chiesa cattolica, non si può negare che questo auspicio di Benedetto XVI sia senz’altro valido e attuale.
*Vescovo emerito di Trieste
[1] J. Ratzinger, Progetto di Dio. Meditazioni sulla creazione e la Chiesa, Traduzione e indici a cura di Carlo Caniato, Marcianum Press, Venezia 2012; Id., Vieni, Spirito creatore, Lindau, Torino 2006.
[2] Benedetto XVI, Chi crede non è mai solo. Viaggio in Baviera. Tutte le parole del Papa, Cantagalli, Siena 2006, p. 46.
[3] Cfr. S. fontana, Capire Benedetto XVI. Tradizione e modernità ultimo appuntamento, Cantagalli, Siena 2021, p. 25, nota 12.
[4] AA.VV., Creazione ed evoluzione. Un convegno a Castel Gandolfo, Prefazione del Cardinale Christoph Schoenborn, EDB, Bologna 2007.
[5] Cfr. W. Salman, Gadamer e i teologi. Intorno alla teoria della storia degli effetti (Wirkungsgeschichte), Urbaniana University Press, Roma 2012.
[6] Nel senso di Gadamer: H. G. Gadamer, Verità e metodo, (1960), Bompiani, Milano 1983, soprattutto pp. 312-357.
[7] Cfr. R. Bultmann, Nuovo Testamento e mitologia. Il manifesto della demitizzazione, Queriniana, Brescia 1970.
[8] K. Rahner, Corso fondamentale sulla fede. Introduzione al concetto di cristianesimo, (Freiburg i.B., 1976), San Paolo, Cinisello Balsamo 1990, p. 109.
[9] Cfr. Ivi, p. 110.
[10] Cfr. Ivi, p. 111.
[11] Ibidem
[12] Cfr. Ivi, p. 112.
[13] Cfr. Ivi, p. 113.
[14] Cfr. M. Gagliardi, Rivelazione, ermeneutica e sviluppo dottrinale in Joseph Ratzinger, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma 2022.