Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Jihad

Rasa al suolo dai jihadisti una parrocchia cattolica in Mozambico

Tutto o quasi è andato distrutto dal fuoco nella parrocchia di Nostra Signora dell’Africa di Mazeze, una città della diocesi di Pemba

 

 

 

Il 12 febbraio gli al Shabaab, il gruppo jihadista attivo nel nord del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado, dal 2017, hanno attaccato  Pemba, una città portuale. La sera dello stesso giorno hanno attaccato anche Mazeze, nell’entroterra, che per fortuna era già stata evacuata, motivo per cui non si sono registrate vittime. Hanno distrutto la scuola locale, l’ospedale, il mercato e alcuni edifici amministrativi e poi si sono accaniti sulla parrocchia di Nostra Signora dell’Africa, che fa parte della diocesi di Pemba riducendo in cenere la canonica, la chiesa e gli uffici. “Tutto è stato mitragliato – ha raccontato Padre Rodrigues de Brito, testimone del disastro – tutto è stato raso al suolo, non è rimasto neanche un abito, un paramento niente. Tutti i documenti sono andati distrutti. Hanno bruciato le tende e le abitazioni vicine. L’unica cosa che si è salvata, grazie a Dio, è stato il Santissimo Sacramento che era nella cappella e che quando sono scappato sono riuscito a prendere, insieme ai libri dei sacramenti, dei battesimi e dei matrimoni. La parrocchia è anche la sede di un progetto sociale, “La finestra sul futuro”. Anche parte delle attrezzature utilizzate per realizzare il progetto sono state distrutte, incluse le sei macchine da cucire in dotazione. Altri testimoni raccontano che i jihadisti hanno di recente adottato una nuova tattica. Quando attaccano un villaggio o una città invece di uccidere i civili che catturano, li ricattano chiedendo denaro per risparmiare le loro vite e i loro beni. A quelli musulmani propongono di rimanere. Verso la fine del 2023 le autorità mozambicane avevano detto che l’esercito, con l’aiuto di truppe fornite dalla Sadc, la Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe, e dal Rwanda, era riuscito a liberare circa il 90% della provincia. Secondo degli osservatori indipendenti però in realtà i jihadisti avevano ridotto le azioni e si erano mescolati ai civili in attesa di tornare a colpire. Sembra che avessero ragione.