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Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Aiuto alla Chiesa che Soffre

“Perseguitati più che mai”. Un nuovo rapporto

300 milioni di cristiani, 1 su 7, rischiano persecuzione, violenza, violazioni della libertà religiosa, discriminazioni a causa della fede. L’allarme è massimo in Africa e Asia centrale e del sud

 

Un cristiano su sette vive in un paese nel quale rischia di essere perseguitato per la sua fede e in cui subisce limiti alla pratica religiosa. È quanto rivela il rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre, “Perseguitati più che mai. Focus sulla persecuzione anti cristiana tra 2017 e 2019”, presentato la mattina del 24 ottobre a Roma nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, illuminata di rosso dalle 19.00 alle 24.00 in memoria del sangue versato per la fede. Sono circa 300 milioni i cristiani che patiscono forme di persecuzione, discriminazione e limitazione della libertà religiosa, particolarmente gravi in 20 stati. In gran parte sono residenti in due continenti, l’Asia e l’Africa. L’Islam si conferma la minaccia maggiore: il jihad, con attentanti, sequestri, attacchi; l’odio religioso, l’intolleranza, spesso esasperati da fattori etnici, diffusi tra ampi strati di popolazione; le leggi e le istituzioni ispirate alla shari’a che proibiscono espressioni pubbliche di religiosità. Il rapporto evidenzia le situazioni più critiche e gli sviluppi verificatisi nel triennio considerato. Particolare allarme suscitano i dati relativi alla diffusione del jihad in Africa, nel Sahel e nelle regioni sub sahariane: un’ampia fascia di territori che vanno dall’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano. Dei 19 religiosi – 18 sacerdoti e una suora – uccisi dall’inizio del 2019, 15 vivevano in Africa, tre in Burkina Faso, uno dei paesi in cui il jihad si è rapidamente affermato durante l’anno in corso. L’Asia meridionale e orientale è l’altra, vasta regione in cui la vita dei cristiani è resa particolarmente difficile da restrizioni e violenze. Uno dei più gravi attentati degli ultimi anni si è verificato nello Sri Lanka il giorno di Pasqua del 2019 ed è costato la vita a 258 persone. Il rapporto sottolinea tra le emergenze il persistente stato di incertezza dei cristiani del Medio Oriente nonostante la sconfitta militare dell’Isis, lo Stato Islamico.