Per gli Usa, la Nigeria non perseguita più i cristiani
Gli Usa hanno cancellato la Nigeria dalla lista dei Paesi in cui la libertà di religione è violata. Secondo Antony Blinken, la Nigeria non compie persecuzioni di Stato, mentre è un gruppo terrorista, Boko Haram, che uccide i cristiani. Però anche il governo nigeriano tollera che nei suoi Stati musulmani si applichi la shariah.

Sta facendo discutere la notizia che gli Stati Uniti hanno eliminato la Nigeria dall’elenco dei Paesi in cui la libertà di religione è violata, compilato ogni anno su indicazione del Segretario di Stato, secondo quanto disposto dall’International Religious Freedom Act, la legge che impegna il governo statunitense a comprendere nella propria politica estera la promozione della libertà religiosa nei paesi in cui è negata o non sufficientemente tutelata.
“Ogni anno – ha spiegato il segretario di stato Antony Blinken, esponendo i criteri guida nella scelta dei Paesi durante la presentazione ai mass media del nuovo elenco – il Segretario di Stato ha il compito di identificare i governi e i soggetti non statali che, in ragione delle loro violazioni della libertà religiosa, meritano di entrare nell’elenco”. In realtà gli elenchi sono due. Uno è quello dei paesi che destano particolare preoccupazione perché esercitano o tollerano “violazioni sistematiche, persistenti e clamorose della libertà religiosa”. Quest’anno sono: Myanmar, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Arabia Saudita, Tajikistan e Turkmenistan. Un secondo elenco comprende i paesi “sotto speciale osservazione” perché i loro governi esercitano o tollerano “violazioni gravi della libertà religiosa”. Sono: Algeria, Isole Comore, Cuba e Nicaragua.
La Nigeria era stata inserita nel primo elenco per la prima volta solo nel 2020, tardivamente, secondo l’opinione di molti, dal momento che è almeno dal 2009 che gli integralisti islamici Boko Haram perseguitano i cristiani nel Nordest dove migliaia di persone nel corso degli anni sono state uccise, soprattutto nello stato del Borno in cui il movimento armato jihadista si è costituito nel 2002. Prima fra tutte, a protestare vivamente è stata la Commissione Usa sulla libertà religiosa internazionale che lo scorso aprile aveva raccomandato di mantenere la Nigeria nell’elenco 2021 e che si è dichiarata sconvolta dalla rimozione: “esortiamo il Dipartimento di Stato a riconsiderare la propria decisione a partire dai fatti stessi riportati nel suo rapporto” aveva detto la presidente della Commissione Nadine Maenza riferendosi al rapporto sulla libertà religiosa diffuso dal Dipartimento a maggio, nel quale si esprimeva preoccupazione per la situazione della Nigeria.
La risposta a come mai il Paese dell’Africa occidentale, il più popoloso e ricco del continente africano, sia stato escluso potrebbe essere che a minacciare la libertà religiosa in Nigeria è soprattutto un gruppo jihadista, Boko Haram, e non il governo, come invece è il caso della Corea del Nord, che proibisce e punisce ogni forma di culto, della Cina, che perseguita cristiani e musulmani, e degli altri Stati di entrambi gli elenchi. Boko Haram in effetti è indicato dal Segretario di Stato come uno dei “soggetti che destano particolare preoccupazione” insieme a una serie di gruppi armati islamici jihadisti: al Shabaab in Somalia, Hayat Tahrir al-Sham in Siria, Houthi in Yemen, Isis, Isis-Grande Sahara, Isis-Africa Occidentale, Jamaat Nasr al-Islam wal-Muslimin in Mali e i talebani in Afghanistan.
Ma se il governo nigeriano non limita la libertà di religione, che anzi è garantita dalla costituzione, di certo tollera che lo faccia Boko Haram. Il gruppo jihadista vorrebbe imporre la shari’a, la legge coranica, in tutto il Paese o almeno liberare gli Stati del Nord a maggioranza islamica dalla presenza dei cristiani, ricacciarli negli Stati meridionali. Quanto ai musulmani, perseguita quelli che giudica poco praticanti, non per limitarne la libertà religiosa quindi, ma per indurli a praticare la fede integralmente, applicando in maniera rigida e totale la legge islamica in ogni ambito della vita privata, politica e sociale. Il governo federale nigeriano dal 2000 tollera, in violazione di quanto scritto nella costituzione, che i governi degli Stati islamici del Nord applichino la legge coranica fino al punto da infliggere pene fisiche come la lapidazione per gli adulteri e il taglio delle mani per i ladri.
La Commissione sulla libertà religiosa internazionale aveva chiesto che fossero inseriti nell’elenco anche India, Siria e Vietnam che invece non lo sono stati, sebbene rientrino del tutto tra i Paesi che esercitano e tollerano violazioni della libertà di religione: contro cristiani e musulmani, l’India, contro i cristiani gli altri due.
Per un confronto, nel 2021, la WorldWatch List dei 50 Stati in cui i cristiani sono più perseguitati, compilata ogni anno dall’Organizzazione no profit Open Doors, colloca Nigeria, India e Siria rispettivamente al 9°, 10° e 12° posto, tra i paesi in cui la persecuzione è definita “estrema”; il Vietnam è 19°, tra quelli in cui la persecuzione è “molto alta”. Non vi compaiono Cuba, Russia e Nicaragua che invece sono, a ragione, nell’elenco del Dipartimento di Stato Usa.
Per un ulteriore confronto, il blog Cristiani perseguitati della Nuova Bussola Quotidiana testimonia e documenta, mese dopo mese, Paese per Paese, entità e modalità con cui i fedeli di ogni religione, ma più spesso i cristiani, sono perseguitati, limitati nella pratica devozionale, emarginati e discriminati.