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Martiri

Padre Nazareno Lanciotti sarà proclamato beato

Fu ucciso da sicari nella sua canonica, nel Mato Grosso, perché si era inimicato persone potenti con la sua attività pastorale

Sarà proclamato beato padre Nazareno Lanciotti, ucciso l’11 febbraio 2001, nella sua canonica a Jauru, nello stato del Mato grosso, in Brasile. Dal 1972 gli era stata affidata la cura della parrocchia della Madonna del Pilar, a Jauru: una realtà difficile, racconta il postulatore della causa di canonizzazione, don Enzo Gabrieli, “composta da tante comunità disperse nella foresta”. L’ospedale più vicino alla sua parrocchia distava 200 chilometri, tante donne morivano di parto, tanti bambini di malattie facilmente curabili. Per prima cosa padre Nazareno costruì un sanatorio che con il tempo è diventato un vero e proprio ospedale. Per la cura dello spirito avviò contemporaneamente la costruzione di un centro parrocchiale e di diverse cappelle, una quarantina, nei villaggi sparsi nella foresta. Successivamente riuscì a realizzare una casa per gli anziani, una scuola per i bambini più piccoli e un seminario. Tentò anche di mettere un freno alla prostituzione e al commercio di droga. Ogni settimana, il sabato, organizzava delle attività per i giovani. Agli operai che attraversavano delle aree pericolose, sotto il controllo dei narcotrafficanti, per andare a lavorare diceva: “l’adorazione eucaristica, il rosario e la devozione alla Madonna vi salveranno”. Fu così che si inimicò molte persone potenti. Era consapevole di essere in pericolo. L’agenzia di stampa Fides riporta che, quasi ne avesse presagio, il giorno in cui fu ucciso pioveva e lui disse ad alcuni suoi collaboratori: “sono le lacrime del Cielo per me”. Dopo le 21, quella sera, mentre stava cenando con degli ospiti e dei collaboratori, due uomini con il volto coperto fecero irruzione. Simularono una rapina chiedendo ai presenti di consegnare il denaro che avevano. Ma la loro intenzione era ucciderlo e sembra che dissero di essere stati mandati da personaggi importanti locali ai quali l’operato della Chiesa dava fastidio. Forse si trattava dei membri di una loggia massonica locale. Sta di fatto che gli spararono e poi se ne andarono lasciando il denaro che era stato messo sul tavolo. La polizia che pure aveva una sede a poche centinaia di metri dalla canonica, si fece vedere solo il giorno successivo. Padre Nazareno fu subito portato, ferito, nell’ospedale di Cuiabà e poi in quello siro-libanese di San Paolo, ma tutto fu inutile. Morì il 22 febbraio. Aveva 61 anni. Le sue ultime parole furono di perdono per i suoi assassini. L’uccisione di padre Nazareno, lungi dall’essere una rapina non riuscita “risulta essere stata un fatto premeditato – sostiene il Dicastero delle Cause dei Santi – a monte dell’assassinio c’era un sistema perverso al quale il suo lavoro pastorale risultava scomodo. La sua uccisione ha goduto fin da subito di una solida e diffusa fama di martirio”.