Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Zita a cura di Ermes Dovico
IL CASO

Orlandi, le presunte lettere di Poletti e Ruini? La grafologa: sono false

Ascolta la versione audio dell'articolo

Nuova puntata nel caso di Emanuela Orlandi. Dopo il presunto scoop di Verissimo con il fratello della ragazza scomparsa, la grafologa forense Sara Cordella spiega ad Open che le lettere attribuite ai cardinali Poletti e Ruini sono false.

Attualità 09_02_2024
Pietro Orlandi, foto ImagoEconomica

La nuova “patacca” sul caso di Emanuela Orlandi s’infrange, come sempre, contro il muro dei fatti: le due lettere attribuite ai cardinali Ugo Poletti e Camillo Ruini, mostrate nell’ultima puntata del programma Verissimo, sono false.

Lo ha ricostruito la grafologa forense Sara Cordella parlando con Open. In pratica, come sintetizza Open, la prima lettera, indicata come risalente al 1993, è stata «creata utilizzando un’altra lettera di Poletti, datata 11 febbraio 1982»; invece la seconda, collocata nel 1995, è stata realizzata «artificiosamente utilizzandone un’altra che risale al novembre del 2002». Come spiega Cordella, dopo aver lavorato sui fermoimmagine: «Questa attività si chiama “dropping” e consiste nel ritagliare dei pezzi di un documento e successivamente incollandoli in un documento realizzato ex novo».  I due falsi sarebbero stati consegnati a Pietro Orlandi, stando a quanto detto dallo stesso fratello di Emanuela, da una persona che si sarebbe dichiarata «vicina agli ambienti dei Nar», organizzazione terroristica neofascista attiva tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta.

Questa nuova "patacca" si ricollega nei contenuti – e anche nella forma scorretta e inverosimile – a quella ormai famosa pubblicata da Emiliano Fittipaldi nel 2017, relativa ad un presunto resoconto delle spese sostenute per la ragazza dallo Stato della Città del Vaticano per la permanenza a Londra e le spese mediche, comprese quelle ginecologiche, dopo la sua scomparsa.

Rimescolando nel torbido, anche l'ultimo anonimo “pataccaro” ha voluto rilanciare la pista londinese e accreditare l'idea di Emanuela incinta spingendosi a farlo scrivere al cardinale Poletti (che, per inciso, non era più vicario di Roma da due anni) in questa lettera indirizzata addirittura a sir Frank Cooper, alto funzionario del governo britannico, già in pensione da tempo all’epoca dei fatti. Il finto Poletti ringrazia il finto Cooper per la «risoluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato» e spiega che «la signorina Emanuela Orlandi, è stata protagonista di vicende di primaria importanza nel panorama diplomatico internazionale ed è tuttora di vitale primaria importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute, per quanto con le apostoliche sedi è chiara la visione del Vaticano nello stabilire che anche un feto all’interno del grembo materno possiede un’anima».

Sfugge il motivo per cui il cardinale non più vicario, su carta intestata del vicariato di Roma – che è altra cosa rispetto al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano dove viveva la ragazza – avrebbe dovuto scrivere una lettera del genere, su una vicenda di cui da un decennio parlava tutto il mondo, ad un rappresentante di rango di un governo estero con cui abitualmente è la Segreteria di Stato e la rispettiva nunziatura ad avere a che fare.

Nonostante tutto ciò, il presunto colpo di scena nel caso Orlandi ha trovato spazio persino sul Times, mentre solo Open ha riportato la ricostruzione della dottoressa Cordella. Chi legge potrebbe pensare che “patacche” così malfatte lascino il tempo che trovano nella ricerca della verità: non è così. Nel Parlamento italiano, infatti, ha avuto il via libera una commissione d'inchiesta ad hoc su questa vicenda – mentre in Città del Vaticano c'è un'indagine in corso portata avanti dal promotore di giustizia Alessandro Diddi – nata da una proposta di legge che il senatore Carlo Calenda aveva presentato dopo aver visto Vatican Girl, una serie Netflix, e dopo aver dato per indiscutibile la fondatezza del documento che si apriva grossolanamente con un «Riverita Eccellenza» riferito ad un cardinale di Curia.



INTERVISTA/PINO NICOTRI

Caso Orlandi, «la pista amical-parentale è la più credibile»

14_07_2023 Nico Spuntoni

Le ultime rivelazioni circa le molestie dello zio Mario Meneguzzi nei confronti della sorella Natalina, riaccendono i riflettori sulla pista familiare per la scomparsa di Emanuela Orlandi. Parla Pino Nicotri, il giornalista che da subito ha indagato in questa direzione.

40 ANNI DOPO

Emanuela Orlandi: non una “Vatican girl”, ma una ragazza qualunque

23_06_2023 Nico Spuntoni

Il 22 giugno 1983 si perdevano le tracce di Emanuela Orlandi. Diversamente dalla vulgata mediatica, la cittadinanza vaticana e il fatto che vivesse in un edificio del Vaticano si sono rivelati elementi privi di qualsiasi legame con la sua scomparsa.

nuove speculazioni

Orlandi, macché svolta: la pista londinese è un bluff

18_05_2023 Nico Spuntoni

La Bussola ha analizzato la lettera pubblicata dal Domani che l'arcivescovo di Canterbury avrebbe scritto al cardinal Poletti sulla fantomatica permanenza a Londra di Emanuela Orlandi. Ebbene: l'inglese stentato, alcuni dettagli, il protocollo e soprattutto l'agenda del prelato anglicano concorrono a far pensare che siamo di fronte all'ennesima speculazione spacciata per svolta.

SCIACALLAGGIO

Caso Orlandi, un pretesto per colpire San Giovanni Paolo II

13_04_2023 Nico Spuntoni

Riproposte nel talk show di La7, DiMartedì, testimonianze già screditate che accusano san Giovanni Paolo II delle peggiori nefandezze collegate alla sparizione di Emanuela Orlandi. E anche il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, rilancia voci calunniose quanto inattendibili sul Papa polacco. Pesante anche il silenzio del Vaticano.
- VIDEO: PERCHÈ LA FAMIGLIA ORLANDI SI PRESTA A QUESTA OPERAZIONE?, di Riccardo Cascioli
- POLACCHI IN PIAZZA PER DIFENDERE GIOVANNI PAOLO II, di Wlodzimierz Redzioch

il dossier inesistente

La riapertura del caso Orlandi è una tempesta mediatica

16_01_2023 Nico Spuntoni

Da troppi commentatori la nuova indagine sulla ragazza scomparsa nel 1983 è accostata alla morte del Papa emerito. Giocando sull'ambiguità si ripetono le consuete insinuazioni circa l'omertà o peggio la complicità da parte della Santa Sede. Che invece non ha mai ostacolato la ricerca della verità. In realtà questa vicenda ha un unico collegamento con la morte del Papa emerito: la mediaticità. E la mediaticità è anche ciò che ha contribuito a rendere ancora così complicato il caso della figlia del dipendente vaticano. 

TEOREMI ANTI-VATICANO

Nel Cimitero Teutonico nulla che riguardi la Orlandi

13_07_2019 Nico Spuntoni

L'11 luglio i riflettori dei media nazionali e internazionali si sono accesi sul piccolo Campo Santo Teutonico. Riaperte le tombe di due principesse tedesche del XIX secolo, dopo una segnalazione anonima sulla sepoltura presunta di Emanuela Orlandi (sparita nel 1983), ma non sono state trovate ossa. E riparte il giro delle illazioni anti-Vaticano.

NUOVA INDAGINE

Orlandi, quante piste false per infangare la Chiesa

08_07_2019 Nico Spuntoni

Il via libera a "scoperchiare" le due tombe nel cimitero teutonico, dimostra che sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi il Vaticano non è affatto reticente. Anzi: in oltre 40 anni la Chiesa si è sempre resa disponibile ad appoggiare qualunque indagine. Il fatto però è che si è trattato sempre di buchi nell'acqua, che hanno alimentato contro la Chiesa storie noir, leggende metropolitane e colossali menzogne propagate da mitomanie e battage mediatico: dalla pista dei Lupi Grigi alla Banda della Magliana