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Ogni nazione ha diritto di distinguere tra profughi e migranti economici

Il cardinale Robert Sarah interviene ad una conferenza in Polonia: "L'Europa, dopo aver tagliato le sue radici cristiane, si trova a vivere in uno stato di tranquilla apostasia" 

Borgo Pio 25_10_2017
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«Ogni nazione ha il diritto di distinguere tra veri profughi e gli immigrati economici che non condividono la cultura di quel Paese». Lo ha detto il cardinale guineiano Robert Sarah durante una conferenza organizzata da “Europa Christi” in Polonia e riportata dal Catholic herald.

Il prefetto del Culto divino, in questi giorni salito alla ribalta delle cronache per la lettera ricevuta dal Papa in merito alle interpretazioni del Motu proprio Magnum principii, ha specificato che ogni migrante è un essere umano e va rispettato. Ma, nello stesso tempo, la situazione dell’accoglienza è complessa quando «i migranti provengono da un'altra cultura o hanno una religione diversa» e così si rischia di relativizzare il bene comune della nazione che accoglie.

«L'ideologia dell'individualismo liberale», ha detto Sarah, «promuove una miscela che è destinata a erodere i confini naturali di patria e cultura e porta a un mondo post-nazionale e unidimensionale dove le uniche cose che contano sono il consumo e la produzione». L’Europa deve riflettere molto, se dopo il crollo dell’Unione sovietica sembrava aprirsi un periodo di pace e prosperità, l’Unione ha, invece, deciso «di non tornare alle radici cristiane del continente, ma ha iniziato a costruire le proprie istituzioni su astrazioni come il libero mercato, l'uguaglianza degli individui e i diritti umani individualisti».

«E’ stato un errore», ha detto il cardinale Sarah, «perché tutte le leggi dovrebbero basarsi sul concetto di dignità umana, che può venire solo da Dio. L'Europa, costruita sulla fede in Cristo, ha tagliato i legami con le sue radici cristiane, vive ora un periodo di silenziosa apostasia».