Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santi Adamo ed Eva a cura di Ermes Dovico
DIRITTO ALLA VITA

Regno Unito, sul suicidio assistito un esempio di democrazia pilotata

Ascolta la versione audio dell'articolo

Un'abile manovra politica del governo, una schiacciante maggioranza parlamentare laburista e il pieno sostegno dei media non sono bastati per una rapida approvazione del disegno di legge sul suicidio assistito. Che ora potrebbe non passare il voto alla Camera dei Lord.

Vita e bioetica 24_12_2025 English

Stando alle dichiarazioni dei promotori e alle attese generate dai media, la legge britannica sul suicidio assistito avrebbe dovuto essere approvata senza particolari difficoltà; e invece, dopo oltre un anno l’iter per l’approvazione della legge è ancora in alto mare e ora c’è la possibilità che non venga approvata prima della fine della sessione parlamentare nella primavera del 2026.
Il 18 dicembre, infatti, il Parlamento britannico ha chiuso per la pausa natalizia, lasciando in sospeso la questione del “Disegno di legge sui malati terminali adulti (fine vita)” – definito anche  disegno di legge sul suicidio assistito – fino al 5 gennaio, data di ripresa dei lavori.

In realtà il dibattito parlamentare è stato caratterizzato da profonde divisioni tra i deputati e accesi dibattiti in entrambe le Camere malgrado un ampio sostegno al suicidio assistito da parte dei media che hanno fiancheggiato l’attivismo della deputata laburista Kim Leadbeater, che aveva presentato il disegno di legge come iniziativa privata. Al punto che l'opinione pubblica è stata riportata in modo selettivo, il dibattito sociale è stato limitato e i tempi sono stati sfruttati per creare un senso di urgenza.

È in questo modo che i promotori del suicidio assistito sono riusciti a creare l'illusione di un sostegno schiacciante al disegno di legge, facendo pressione sui parlamentari affinché lo approvassero. Si tratta di un classico esempio di democrazia pilotata, che può essere molto efficace se gestita bene. In effetti ci sono molti sospetti sul fatto che tutta la faccenda sia stata manipolata dietro le quinte con un'abile regia. Lo dimostrerebbe un documento riservato pubblicato dal quotidiano The Guardian lo scorso 3 dicembre che rivela che il partito laburista aveva in programma di introdurre una legge sul suicidio assistito mentre era ancora all'opposizione nel 2023. Il documento descrive in dettaglio una discussione tra l’attuale premier sir Keir Starmer e i ministri del gabinetto ombra sull’intenzione di un disegno di legge privato per introdurre il suicidio assistito, evitando così di presentarlo nel programma elettorale del Partito (per non perdere consensi) e successivamente non come un’iniziativa del governo.

Il documento fa undici riferimenti al gruppo di attivisti Dignity in Dying, che avverte che ci sarebbero state «campagne forti e di grande impatto a favore della morte assistita durante la campagna elettorale generale». La proposta contenuta nel documento suggeriva di limitare la legge a coloro che sono «mentalmente in grado di intendere e volere, malati terminali e con meno di sei mesi di vita», il che corrisponde agli stessi criteri stabiliti nel disegno di legge. Nonostante le affermazioni di neutralità, la fuga di notizie solleva interrogativi su quanto sia effettivamente coinvolto il governo nel disegno di legge Leadbeater.

Come prevedibile, un portavoce della Leadbeater ha categoricamente negato che la deputata abbia avuto contatti con il primo ministro o con i leader del partito prima di sollevare la questione dell'eutanasia. Tuttavia, Helen-Ann Hartley, vescovo anglicano di Newcastle e membro della Camera dei Lord che si oppone al disegno di legge, ha dichiarato alla BBC: «Un briefing interno riportato prima delle elezioni solleva seri interrogativi sulla loro neutralità». E la fonte del Guardian ha dichiarato: «In un momento in cui ai Lord viene detto che la democrazia richiede loro di approvare questo disegno di legge, è ormai chiaro che il processo alla Camera dei Comuni ha aggirato le normali procedure per l'elaborazione di leggi di questa portata e che tutti sono stati fuorviati sulla natura e l'origine del disegno di legge».

Quando nel novembre 2024 Kim Leadbeater ha presentato alla Camera dei Comuni il suo disegno di legge, i media hanno riferito che esso godeva di un sostegno pubblico schiacciante, con almeno due terzi dei cittadini britannici favorevoli all'approvazione della legge. Così ci si aspettava che i parlamentari dessero il loro pieno sostegno al disegno di legge. Il Partito Laburista era appena salito al potere dopo una vittoria schiacciante, assicurandosi i 411 seggi alla Camera dei Comuni su 650 e garantendosi così una comoda maggioranza per approvare la legge. Tuttavia, quando nel giugno 2025 si è tenuta la votazione finale, il disegno di legge è stato approvato per un soffio in terza lettura con una maggioranza di soli 23 voti (315-291). Nonostante fosse un chiaro colpo al Partito Laburista, il risultato è stato salutato dai media come una “vittoria storica”.

A settembre poi un sondaggio più dettagliato condotto dall'alleanza britannica Care Not Killing ha rilevato che il suicidio assistito non era affatto una priorità per l'opinione pubblica. La gente voleva che il governo riducesse le liste d'attesa, migliorasse l'assistenza ai malati di cancro, finanziasse i servizi di salute mentale, fornisse assistenza alle persone disabili e ai bambini con bisogni educativi speciali e migliorasse i finanziamenti per le cure palliative e l'assistenza ospedaliera. Quando è stato chiesto di dare una priorità a una lista di opzioni, infatti, la legalizzazione del suicidio assistito è risultata la meno popolare tra le 11 possibili scelte, con il sostegno di solo una persona su otto. Al contrario, il 70% degli intervistati voleva che il governo riducesse le liste d'attesa del Servizio Sanitario Nazionale, il 54% voleva garantire servizi di ambulanza adeguati e il 44% voleva migliorare l'assistenza oncologica.

Il messaggio al governo era chiaro: con costi stimati per un totale di 425 milioni di sterline in dieci anni per il suicidio assistito, il pubblico preferirebbe che il denaro fosse speso per servizi carenti.

Ciò rende ancora più vitale il ruolo della Camera Alta, incaricata di esaminare attentamente la legislazione. Il disegno di legge è attualmente in fase di commissione alla Camera dei Lord, la terza delle cinque fasi che le nuove leggi devono attraversare in ciascuna Camera. È in questa fase che il disegno di legge viene sottoposto a un esame approfondito e dettagliato. Gli scontri tra i parlamentari sono stati particolarmente aspri. Quando i critici hanno proposto un numero record di oltre 1.000 emendamenti costringendo a concedere altri 10 giorni di dibattito, i parlamentari favorevoli al disegno di legge hanno reagito duramente. Hanno accusato i loro colleghi di cercare deliberatamente di “ostacolare” la legislazione. Lord Falconer, co-promotore del disegno di legge sul suicidio assistito, è ricorso a dichiarazioni pubbliche fuorvianti sull'obbligo dei Lord di allinearsi alla volontà della Camera dei Comuni, affermando che «non possono dire di no». I parlamentari che hanno presentato il maggior numero di emendamenti stanno ricevendo lettere minatorie e accuse di ostruzionismo. 

In ogni caso se il disegno di legge non verrà approvato entro la fine della sessione parlamentare, ciò non sarà comunque considerata una vittoria definitiva dai sostenitori del movimento contro l'eutanasia e il suicidio assistito. Lord Farmer, ex tesoriere del Partito Conservatore, ha descritto la legislazione come «una legge atea che presume che non ci sia nulla dopo la morte». Finché la Gran Bretagna non riconoscerà che «dimenticare Dio sminuisce la nostra umanità», come ha avvertito il cardinale Vincent Nichols nella sua lettera aperta sul suicidio assistito nell'ottobre 2024, nulla impedirà che un nuovo disegno di legge venga riproposto da un futuro governo.

 



Avanza il disegno di legge

Regno Unito, i motivi del voto trasversale sul suicidio assistito

La Camera dei Comuni ha approvato (330 sì, 275 no) il disegno di legge sul suicidio assistito in Inghilterra e Galles: prosegue quindi l’iter. I leader di laburisti e conservatori hanno lasciato libertà di coscienza e c’è stato un voto trasversale. Un fatto spiegabile con almeno tre ragioni.

FINE VITA

Regno Unito, la Chiesa si mobilita contro il suicidio assistito

Appelli del cardinale Nichols e di tutti i vescovi britannici contro la proposta di legge che intende depenalizzare il suicidio assistito promuovendo il principio dell'autodeterminazione, che sarà discussa il prossimo 29 novembre. E a sorpresa, anche governo e maggioranza laburista si spaccano.