Nulla osta per Rosa Mistica, frutto del dialogo Brescia-Roma
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Prima la lettera del prefetto Fernández che riconosce «diversi aspetti positivi» nei messaggi diffusi da Pierina Gilli. Poi il decreto del vescovo Tremolada che concede il nihil obstat per la «proposta spirituale» legata al culto di Maria Rosa Mistica. Ecco i passaggi principali dei due documenti.
A quasi cinque anni dalla costituzione del Santuario diocesano di Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa, la vicenda delle apparizioni della Madonna di Montichiari (provincia di Brescia), ad oggi ancora ufficialmente presunte, è giunta a una nuova svolta storica, sintetizzata da un’espressione latina: nihil obstat.
Nulla osta a promuovere la «proposta spirituale» legata ai messaggi diffusi dalla veggente Pierina Gilli (1911-1991). Lo ha stabilito il vescovo Pierantonio Tremolada in un decreto pubblicato ieri, 8 luglio 2024, in accordo con la Santa Sede e sulla base delle nuove Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, emanate lo scorso maggio dal Dicastero per la Dottrina della Fede. Un nulla osta che ad oggi è il grado più alto di riconoscimento ottenibile in via ordinaria per presunte apparizioni, visto che le nuove Norme prevedono un’eventuale dichiarazione di soprannaturalità come possibilità del tutto eccezionale, che richiede la previa autorizzazione del Papa.
Di qui si capisce il peso specifico delle parole scritte da mons. Tremolada, citando dei passaggi delle stesse Norme: «DECRETO che Nihil obstat per “apprezzare il valore pastorale e […] promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale, anche mediante eventuali pellegrinaggi” (Norme, n. 17); che, in riferimento al culto a Maria Rosa Mistica di Montichiari, i fedeli “sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione” (Norme, art. 22, §1: cf. Benedetto XVI, Verbum Domini, n. 14), sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola (cf. Norme, art. 22, §2), e ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi».
Nel decreto – presentato ieri in una conferenza stampa con lo stesso mons. Tremolada e don Marco Alba, rettore del Santuario di Fontanelle – si esplicita che la devozione a Maria Rosa Mistica è diretta a condurre i fedeli «verso la conoscenza e l’amore del Figlio Gesù» e si è rapidamente diffusa nei cinque continenti.
Il testo dà quindi conto dell’abbondanza dei frutti spirituali, come ad esempio: l’accento sull’«aspetto battesimale della vita cristiana», valorizzato dalla «presenza dell’acqua e della vasca» al Santuario; le numerose confessioni; «la costante preghiera di intercessione per i sacerdoti e i consacrati, per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, per le situazioni difficili o di fatica che spesso tali anime si trovano a vivere», il che rappresenta il tratto peculiare di questa devozione, sintetizzato dalle tre rose nel petto di Maria – la rosa bianca (simboleggiante la preghiera), rossa (sacrificio), giallo-oro (penitenza) – che riparano le tre categorie di peccati (le tre spade) specifici delle anime consacrate.
E ancora il decreto accenna alle testimonianze dirette «delle conversioni alla fede dopo lunga assenza da cammini spirituali, della riscoperta della pratica sacramentale, della richiesta di avviare percorsi di catecumenato da parte di adulti, delle guarigioni spirituali e fisiche, delle liberazioni da situazioni legate all’esoterismo, allo spiritismo, o da varie forme di dipendenza, o anche del ricevimento del dono insperato di una maternità e della nascita di vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio». Testimonianze provenienti «da ogni parte del mondo», attestate tra l’altro dalle lapidi ex voto in ringraziamento all’intercessione di Rosa Mistica.
A conferma del dialogo continuo con la Santa Sede, il decreto di mons. Tremolada fa seguito alla lettera del 5 luglio 2024 a lui indirizzata dal prefetto del DDF, Victor Manuel Fernández, accennando esplicitamente ai «chiarimenti» che il cardinale argentino ha fatto rispetto ad alcuni messaggi trasmessi da Pierina Gilli e che andranno riportati d’ora in poi, come scrive il vescovo di Brescia, nella diffusione degli scritti della stessa Pierina «soprattutto quando i testi pubblicati si riferiscano ai temi ivi esplicitamente ricordati».
Comunque, la lettera del card. Fernández – pur limitandosi a «una valutazione dottrinale-pastorale» che non implica la dichiarazione di soprannaturalità – esprime un giudizio più che positivo dei fatti legati a Rosa Mistica. «Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha trovato nei messaggi diffusi da Pierina Gilli elementi che contraddicono direttamente l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla fede e la morale. Nei fatti collegati a questa esperienza spirituale non si trovano neanche aspetti morali negativi né altre criticità. Si possono, piuttosto, rinvenire diversi aspetti positivi che spiccano nell’insieme dei messaggi ed altri che, invece, meritano un chiarimento, onde evitare malintesi».
Tra gli aspetti positivi, il DDF nota che «gli scritti di Pierina esprimono un’umile e completa fiducia nell’azione materna di Maria ed è per questo che non troviamo in lei atteggiamenti di vanagloria, di autosufficienza o di vanità, ma piuttosto la consapevolezza di essere stata gratuitamente benedetta dalla vicinanza della bella Signora, la mistica Rosa. Si trovano così nei Diari diversi testi che esaltano Maria, la Rosa, mettendo in risalto la sua bellezza, collegata alla bontà, ed insieme gli effetti che sperimenta chi la incontra».
È significativo che la lettera del card. Fernández riporti lunghi, e davvero belli, passaggi dei Diari della Gilli, comprese alcune frasi ricevute, a detta della veggente, da Gesù e Maria. Secondo il prefetto, «Pierina riconosce chiaramente che tutto ciò che Maria fa in noi ci orienta sempre verso Gesù Cristo». Si cita un’apparizione dello stesso Gesù, in tutta la Sua maestà, che avrebbe detto a Pierina: «Tieni sempre fisso lo sguardo in Me per scrutare e indovinare ciò che voglio da te, ossia desidero impossessarmi totalmente delle tue facoltà, affinché tu possa sempre compiere azioni ispirate dal Mio Amore» (27 febbraio 1952). Il DDF apprezza anche i messaggi «che esprimono un forte senso di comunione ecclesiale» e se ne citano un paio sul Concilio Vaticano II in generale e sulla nuova liturgia in particolare.
Riguardo invece ai «testi che esigono chiarimenti», il prefetto del DDF cita alcuni messaggi in cui Maria si presenta come Mediatrice tra gli uomini e il suo divin Figlio e che risparmia «castighi» all’umanità, colpevole di offendere continuamente Dio. Secondo Fernández, sebbene «l’insieme dei messaggi fa capire che non si vuole certo veicolare un’immagine di Dio o di Cristo lontani o privi di misericordia», «quest’immagine di Maria come mediatrice “parafulmine”, spesso utilizzata in altri tempi ed ereditata pure da Pierina, dev’essere evitata».
Ancora, il cardinale nota che «nei Diari appaiono certe espressioni, che Pierina non spiega: abbiamo così “Maria Redenzione”, “Maria di Grazia”, “Maria Mediatrice” e simili». In breve, rimandando a prossimi approfondimenti sulla questione, dalla lettera sembra che Fernández giudichi problematico lo stesso diffuso titolo di Mediatrice, che pur lo stesso Concilio, al n. 62 della Lumen Gentium, accoglie e specifica, ovviamente in una funzione subordinata a Cristo, unico Mediatore.
Riguardo alle tre rose simboleggianti la preghiera, la penitenza e il sacrificio, il prefetto riconosce da un lato che «si tratta di tre azioni di grande valore» e «aspetti del Vangelo» vissuti intensamente da Pierina, ma dall’altro ritiene riduttivo interpretare questa «come una proposta valida per tutti i fedeli»: di qui, anche l’invito a «evitare di presentarla come se fosse il nucleo, il centro o la sintesi del Vangelo, che non può che essere la carità». Eppure, negli scritti di Pierina si legge che la Madonna si riferisce alle rose stesse e a coloro che praticano questa devozione come «simbolo di carità», un tutt’uno con la preghiera, la penitenza e il sacrificio che sono espressione dell’amore di Dio e del prossimo.
Ad ogni modo, al netto di questi chiarimenti, Fernández conclude che «la proposta spirituale che scaturisce dalle esperienze narrate da Pierina Gilli in relazione a Maria Rosa Mistica non contiene elementi teologici o morali contrari alla dottrina della Chiesa».
Un riconoscimento preziosissimo, questo, che arriva nella settimana che culminerà sabato 13 luglio nella festa propria di Rosa Mistica. Non una semplice coincidenza, perché è lo stesso DDF ad aver voluto fortemente che il decreto diocesano arrivasse prima di questa festa, come spiega don Marco Alba nell’intervista a Stefano Chiappalone a cui rimandiamo.
Rimane il fatto storico: quello di Montichiari è il primo caso giudicato positivamente da quando sono state emanate le nuove Norme e mostra che un iniziale giudizio negativo da parte dell’ordinario del luogo – com’era successo con mons. Giacinto Tredici e i suoi successori, fino al cambio di rotta, nel 2001, da mons. Giulio Sanguineti in poi – può essere ribaltato. Un fatto che può aprire nuovi scenari anche per Ghiaie di Bonate, dove «si nega la realtà della mia presenza», stando al messaggio che la Madonna avrebbe consegnato a Pierina il 16 novembre 1947.
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