Nascite giù, è record. L’Italia muore nell’inerzia di Stato
Nuovo record negativo di nascite certificato dall’Istat: appena 420.170 nel 2019, con una diminuzione di oltre 19 mila unità sul 2018 (-4,5%), che già era stato il minimo storico dall’unità d’Italia. E intanto prosegue l’aumento dell’emigrazione (+8,1%). Eppure, né il Parlamento né il Governo appaiono interessati a fare qualcosa per cercare di salvare il Paese dall’estinzione.
Massimo Gramellini ha tenuto in vita sulle pagine del Corriere della Sera la notizia dell’estinzione degli italiani e dell’eutanasia italiana in atto. Il resto del mondo massmediatico ha preferito cancellare dalla memoria, già ieri, la notizia della fine di una nazione, la propria nazione. Più importante per tutti i giornaloni italiani sbattere in prima pagina la morte della moglie di John Travolta, dell’attrice Naya Rivera, del nipote di Elvis Presley e della figlia di Nelson Mandela o descriverci la tristezza delle dive di Bollywood infettate dal Covid, i pettegolezzi contro Trump che si leggeranno nel libro della nipote Mary, gli appelli per salvare ermellini, gatti, cani… Tutto pur di dimenticare e far dimenticare presto la realtà italiana: la nazione è in sedazione profonda.
Parlo di noi, noi italiani, io, tu, gli amici, le comunità, città, granducati e regni, imperi, generazioni di santi, talenti, geni, forgiatori di cultura e arte, fondatori e ri-fondatori della cristianità occidentale… tutto ciò non avrà eredità, rimarrà nelle bacheche dei musei, nei cloud della rete e forse verremo studiati come l’unico caso di un popolo del XXI secolo che sceglie di morire gaio e festante.
I dati dell’Istat non lasciano tregua, l’emergenza italiana è la progressiva morte della nazione. Non sono necessari commenti sulle cifre dei tanti morti e dei pochi nati per capire la tragedia che viviamo. “Al 31 dicembre 2019 - spiega l’Istat nel suo report - la popolazione residente è inferiore di quasi 189 mila unità (188.721) rispetto all’inizio dell’anno. Il persistente declino avviatosi nel 2015 ha portato a una diminuzione di quasi 551 mila residenti in cinque anni. Rispetto all’anno precedente, si registra un nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia, un lieve aumento dei decessi e più cancellazioni anagrafiche per l’estero. Il numero di cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese è in calo (-8,6%), mentre prosegue l’aumento dell’emigrazione di cittadini italiani (+8,1%)… In cinque anni una perdita consistente, di dimensioni pari, ad esempio, a quella di province come Genova o Venezia”. Ancora: “Il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2018 è di nuovo superato dai dati del 2019: gli iscritti in anagrafe per nascita sono appena 420.170, con una diminuzione di oltre 19 mila unità sul 2018 (-4,5%)”.
Dunque, l’Italia abbatte di nuovo il proprio record negativo di nascite: non è solo nel 2019 che abbiamo visto nascere meno figli che nel 1861. Quel record negativo lo avevamo già surclassato lo scorso anno, andiamo di male in peggio. Il suicidio che stiamo compiendo contro noi stessi avviene in un contesto non favorevole, in cui l’Europa dà solo pochi e contraddittori segnali di rinsavimento (vedi qui). A tutti sono o dovrebbero essere chiari i pericoli che stiamo vivendo e la morte a cui stiamo andando incontro, diverse ricerche sui dati europei e mondiali lo hanno mostrato con disarmante chiarezza.
Durante il webinar del Forum delle Famiglie del 15 maggio scorso, il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, aveva snocciolato alcune previsioni devastanti sulla popolazione e sul potere di acquisto delle famiglie. Ci stiamo avvicinando velocemente a scendere sotto i 400.000 nati all’anno, un decremento che mai nessun demografo aveva previsto. Si chiedono pieni poteri eccezionali per affrontare il Coronavirus - che quasi non esiste più nel nostro Paese - si sono organizzati “tavoli e tavole” per partorire il nulla pneumatico e non si pretende invece una sessione urgente e speciale di Camera e Senato per affrontare la vera emergenza nazionale: la morte della nazione. Dei tre poteri del nostro Stato, l’esecutivo e il legislativo che fanno? Sommessamente e rispettosamente, davanti allo tsunami che uccide la nazione, né esecutivo, né legislativo muovono un dito.
Nel giorno della pubblicazione dei dati dell’Istat, il ministro della Famiglia Elena Bonetti ha parlato della necessità urgente… di costruire il Ponte sullo Stretto; il giorno successivo (14 luglio), commentando i dati demografici, ha invocato il Family Act (bella scatola ma senza un solo soldo di finanziamento e i cui denari per l’assegno unico forse verranno stanziati dal gennaio 2021). Sul disinteresse di Conte, Speranza e Gualtieri meglio stendere un velo di silenzio.
Malgrado tutto ciò, mentre contiamo la scomparsa della popolazione di intere province ogni quinquennio e il genocidio della popolazione di intere città ogni anno, non si duole il Parlamento, ormai ridotto ad orpello inutile dalle legislazioni emergenziali e dai pieni poteri assunti dal Governo Conte: quando si riunisce lavora sodo per leste approvazioni di leggi liberticide e privilegi da attribuire a minoranze volubili di cittadini. Del 14 luglio la notizia dell’approvazione in Commissione Giustizia della Camera, a pochi giorni dal suo deposito, del testo unico sulla cosiddetta “omotransfobia”. No comment.