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MILWAUKEE

Monsignor Weakland, morte di un vescovo progressista

Monsignor Rembert Weakland, vescovo emerito di Milwaukee è morto il 22 agosto. Nella sua lunga vita e carriera ecclesiastica è stato un riformatore, un demolitore della liturgia e ha tentato di rivoluzionare la musica liturgica. Figura controversa, nel 2002 fu accusato anche di abusi sessuali e ammise relazioni omosessuali.  

Ecclesia 25_08_2022
Rembert Weakland

Il 22 agosto è morto a Greenfield negli Stati Uniti, l’arcivescovo emerito di Milwaukee, mons. Rembert Weakland. Il padre gesuita James Martin, ben noto per le sue posizioni controverse sulla morale sessuale e per il suo ruolo di tramite con il mondo LGBTQ, in un tweet (poi rimosso) ha detto che lo considerava un amico e ne piangeva la scomparsa, pur menzionando alcuni aspetti controversi della sua vita, su cui torneremo.

Era nato nel 1927. Nel 1945 entra nell’ordine benedettino, studiando teologia, liturgia e musica. All’interno dell’ordine ascenderà a posizioni sempre più importanti, fino a divenirne abate primate. Nel 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo di Milwaukee, posizione da cui si ritira nel 2002.

Rembert Weakland è stato uno degli alfieri del cattolicesimo progressista degli ultimi 50 anni, non solo nella teologia ma anche nella liturgia. Egli promosse battaglie per il sacerdozio femminile, contro i divieti sull’aborto, contraccezione, divorzio e celibato per i sacerdoti. Non di secondo piano fu il suo ruolo nella riforma liturgica. Carl Bunderson informa: «Studioso di musica, fu nominato consultore del Consilium, il comitato che interpretava la Sacrosanctum Concilium e che aveva il compito di preparare l'Ordine della Messa rivisto dopo il Concilio Vaticano II, nel 1964. Fu nominato membro del Consilium nel 1968». Questo ci dice già abbastanza sulle influenze sulla riforma liturgica. Per descrivere le sue idee riguardo la musica sacra, il musicologo Ferdinand Haberl nel 1967, commemtando sul ruolo dell’allora abate primate dei benedettini Weakland durante un congresso di musica sacra cattolica diceva: «L'abate maggiore Rembert G. Weakland, O.S.B., presidente della Church Music Association of America, attirò la discussione sul fatto che  la musica sacra non deve venir ristretta alla musica vocale, dato che la voce è soltanto una parte dell'uomo. Bisogna tener conto anche di movenze corporali, danza e jazz nella musica liturgica» (Haberl, Ferdinand, and Giulio Cogni. “IL QUINTO CONGRESSO INTERNAZIONALE PER LA MUSICA SACRA CATTOLICA [Chicago, 21-25 Agosto; Milwaukee, 25-28 Agosto 1966], Rivista Italiana Di Musicologia, vol. 2, no. 1, 1967, pp. 162–73).

Paul Likoudis insiste sul ruolo di Weakland nella riforma liturgica: «Il compianto mons. Richard Schuler della Chiesa di Sant'Agnese a St. Paul, Minnesota, ha avuto la sfortuna di osservare da vicino Weakland mentre guidava la squadra di demolitori liturgici che aveva requisito la neonata Church Music Association of America nel 1964. Mons. Schuler ha scritto in A Chronicle of the Reform: Catholic Music in the 20th Century (Sacred Music: 1990) che Weakland e i suoi co-cospiratori in tutto il mondo erano uniti nella loro opposizione al rinnovamento liturgico richiesto dal Vaticano II. Hanno regolarmente ignorato gli appelli della Santa Sede a fermare le loro innovazioni "inutili e dannose". Hanno portato avanti una massiccia campagna di pubbliche relazioni e propaganda sia sulla stampa laica che cattolica, nonché in comunicazioni ingannevoli e ufficiali a sacerdoti e religiosi, distorcendo ciò che la Chiesa desiderava in termini di arte sacra e musica». Ma questo non è tutto.

Nel 2002 un ex seminarista, Paul Marcoux, rivela di essere stato l’amante di mons. Weakland circa 20 anni prima e che aveva ricevuto circa 450mila dollari per stare in silenzio in una relazione che, secondo Marcoux, era connotata anche da stupri. In una intervista con il New York Times in occasione della presentazione della sua autobiografia qualche anno dopo, Weakland ammise di sapere della sua omosessualità dall’adolescenza e che aveva avuto relazioni sessuali con vari uomini, pagando a volte con i soldi della diocesi. Fu anche violentemente criticato per le sue coperture verso sacerdoti che abusavano minori. Nella sua autobiografia fa una affermazione sorprendente: «Tutti consideravamo l'abuso sessuale di minori come un male morale, ma non capivamo la sua natura criminale». Certo una cosa del genere da parte di una persona certamente istruita ci lascia esterefatti. Il rimedio, sempre secondo mons. Weakland, era di coprire l’accaduto perché le vittime si sarebbero fatte una ragione di quello che gli era accaduto. Dio possa avere misericordia di lui, che ne ha davvero bisogno.