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a cura di Stefano Fontana

L’intervento

Luigino Bruni e la Parola rimasta senza parole

In una riflessione pubblicata sull’inserto culturale di Avvenire, Bruni, che parte da Bonhoeffer, identifica tre grandi errori fatti dalla Chiesa. Un’analisi, la sua, impregnata di storicismo.

Dottrina sociale 26_06_2024
Dietrich Bonhoeffer (licenza CC)

Il quotidiano Avvenire sta ospitando diversi interventi di intellettuali cattolici sul tema cristianesimo e cultura. La riflessione più recente è stata dell’economista Luigino Bruni, del Movimento dei Focolari, pubblicata in Agorà, l’inserto culturale del quotidiano dei vescovi, lunedì 24 giugno.

Bruni identifica tre grandi errori fatti dalla Chiesa: la controriforma, la lotta al modernismo e l’accoglienza del consumismo. Tre errori che hanno impedito per secoli il dialogo con la modernità, sicché quando il Vaticano II ha poi aperto un’altra strada la situazione era già abbastanza compromessa. Il Nostro dice addirittura che la Chiesa dovrebbe chiedere scusa per la propria lotta al modernismo, che ha impedito di esprimersi a tante fervide intelligenze e dovrebbe ritirare tante condanne di pensatori che andrebbero riabilitati, dato che in seguito la Chiesa ha fatto proprie le loro istanze.

Dato che il giudizio di Bruni riguarda molti secoli di storia dell’umanità e di vita della Chiesa, è facile capire che le messe a punto critiche delle sue ricostruzioni e valutazioni sarebbero moltissime. Non mi occuperò quindi di questo e non farò nessuna correzione puntuale. Solo farò notare che la strada indicata da Bruni affinché la Chiesa continui a farsi capire in un’epoca post-religiosa terminerà con la sua completa assunzione di un linguaggio post-religioso e, quindi, dal punto di vista espressivo, diventerà incomprensibile e la sua voce si estinguerà. Per farsi capire non dirà più nulla di proprio e di diverso.

Bruni parte da Bonhoeffer, dal suo mondo diventato adulto e dal suo Dio tappabuchi. E dalla società diventata ormai secolare ripensa il cristianesimo e il suo linguaggio. Ma la società secolare da cosa viene legittimata? Solo dal fatto di essersi storicamente realizzata? Da quando ciò che è di fatto acquisisce per ciò stesso anche una legittimità di diritto? Chi pensa così è già uno storicista, uno che ha già fatto proprio il linguaggio della modernità teso ad eliminare qualsiasi altro linguaggio che non vi si adegui. Bonhoeffer era protestante e la sua posizione è perfettamente coerente con la rottura luterana tra natura e grazia. Bruni, però, è cattolico e dal punto di vista cattolico il mondo non può mai divenire adulto e completamente secolare.

Una volta accettata la secolarità come un dover essere, anche il linguaggio del cattolicesimo dovrebbe secolarizzarsi, e la grazia non dovrebbe più avere nessuna influenza sulla natura e quindi sulla società. Ma a quel punto il cristianesimo si sarà sì modernizzato, ma sarà anche diventato afono e incomprensibile. La Parola rimarrà senza parole.

Stefano Fontana