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garantismo o impunità?

Loreto, porte aperte a Rupnik: continua ancora a predicare

Nonostante la condanna per le gravissime accuse di natura sessuale piovutegli addosso, nonostante la scomunica, le proibizioni e i divieti, il nome di Padre Marko Rupnik continua a circolare indisturbato come predicatore e consulente vaticano. A Loreto la Bussola trova conferma che gli esercizi spirituali per religiosi tenuti dal gesuita in febbraio sono confermati e aperti alle iscrizioni; resta in piedi la cattedra al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo e così anche i suoi numerosi incarichi di consultore presso alcuni dicasteri vaticani. Con quale autorevolezza e specchiata testimonianza potrà predicare ai religiosi? 
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Ecclesia 24_12_2022

L’appuntamento è per la settimana che va dal 13 al 17 febbraio 2023 nel santuario della Santa Casa di Loreto. Il titolo che è stato dato agli esercizi spirituali riservato a sacerdoti e religiosi è il seguente: “Ora siete corpo di Cristo”. Ma è il nome del relatore che potrebbe sollevare più di un dubbio dato che è il personaggio più discusso degli ultimi tempi nella Chiesa: Padre Marko Rupnik. È tutto nero su bianco sul sito del santuario che pubblicizza gli esercizi e stando a quanto ha potuto apprendere la Bussola la sua presenza è confermata.

Nonostante la condanna per le gravi accuse piovutegli addosso di abusi seriali su religiose e il procedimento della Congregazione per la Dottrina della fede, nonostante le limitazioni a confessare e predicare, almeno sulla carta, nonostante la scomunica – poi ritirata per una non meglio precisata “clemenza” – il sacerdote gesuita continua la sua opera di predicazione come niente fosse a livelli altissimi della gerarchia ecclesiastica.

Del resto, giova a favore dell’artistar vaticana un precedente non di poco conto: nel 2020 è stato chiamato a tenere la predicazione quaresimale alla curia romana quando la sua scomunica era già stata decisa. Normale, evidentemente, proseguire con un garantismo che potrebbe sollevare il sospetto di impunità o complicità. A che titolo e con quale autorevolezza, infatti, padre Rupnik potrà parlare a sacerdoti e religiosi di Corpo di Cristo dopo che le accuse sul suo conto si rivolgono proprio su religiose come vittime? E con quale grado di specchiata testimonianza potrà accostarsi all’Eucarestia dopo che una delle suore da lui abusate ha parlato delle sue perversioni “trinitarie” per indurla a lasciarsi abusare sessualmente da lui?

Al telefono la segreteria degli esercizi ci risponde con nonchalance: «Sì, gli esercizi sono tenuti da padre Rupnik, bisogna compilare il modulo, la quota di iscrizione è di 50 euro e il soggiorno per tutta la settimana è di 230 euro». Chiediamo: «Il relatore verrà pagato?». A quel punto la solerte segretaria ci rimanda all’ufficio stampa della Santa Casa che, non senza un certo imbarazzo, è costretto a prendere tempo: «Gli esercizi sono confermati, se saranno tenuti da Rupnik o se invece ci sarà un cambio è un’informazione che per il momento non sono in grado di dare».

Dunque, al momento il gesuita più chiacchierato del momento è al suo posto nella comfort zone del giro che conta.

Del resto, il suo curriculum negli ultimi anni ha continuato a crescere indisturbato con consulenze e docenze come niente fosse. In barba ai divieti, ad esempio, il nome di Rupnik compare come professore presso il Pontificio Ateneo di S. Anselmo di Roma, dove in novembre ha tenuto lezioni e ne terrà anche nel prossimo 2023. Non si contano le conferenze, i viaggi, gli incarichi artistici presso importanti realtà ecclesiali.

Ma è anche regolarmente inserito nel board di molti dicasteri vaticani come consultore, cioè consulente ufficiale, incarichi che ha mantenuto dopo la scomunica e dopo l’emergere di gravissime accuse contro il sesto comandamento e la condanna per graviora delicta (l’assoluzione del complice).

Secondo quanto riporta il sito The Pillar nei registri ufficiali del Vaticano per il 2020, Rupnik era elencato come consultore della Congregazione per il Clero, che modera i programmi di formazione dei seminari in tutto il mondo, gestisce i casi speciali di laicizzazione dei chierici e rivede in appello una serie di questioni di governance nelle diocesi. Sempre nel 2020, Rupnik ha ricoperto l'incarico di consultore presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e presso il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Stessi incarichi riportati anche per il 2021 e il 2022.

Ricordiamo uno dei passaggi più dolorosi e scabrosi che la suora ha riportato. In una recente intervista, la presunta vittima ha detto che il sacerdote ha abusato della sua posizione di direttore spirituale per adescarla e costringerla ad atti di depravazione sessuale, compresi atti sessuali di gruppo, e le ha detto che il suo primo contatto con lei è stato «il modo in cui baciava l'altare dove celebrava l'Eucaristia, perché con me poteva sperimentare il sesso come espressione dell'amore di Dio». E ancora: «La sessualità doveva essere, secondo lui, libera dal possesso, a immagine della Trinità dove, diceva, “la terza persona avrebbe accolto la relazione tra i due”», ha raccontato la sua presunta vittima. «La sua ossessione sessuale non era estemporanea ma profondamente legata alla sua concezione dell'arte e al suo pensiero teologico».

Tutto questo era abbondantemente conosciuto dalle autorità ecclesiastiche. Il fatto che ancora oggi, con le notizie che sono emerse e che sono state confermate obtorto collo dalla stessa Compagnia di Gesù, il suo nome circoli indisturbato nelle attività di evangelizzazione della Chiesa, come si trattasse di un nome glorioso e insospettabile da spendere come passaporto di autorevolezza, non può non destare che inquietudine e sconcerto. Soprattutto per le vittime, ma anche per i malcapitati sacerdoti che, fidandosi della Chiesa, pensano che Rupnik possa essere ancora adatto a predicare.