Le folle attratte dalla "luce gentile" di Ratzinger
Quasi il doppio dei fedeli previsti nel primo giorno di esposizione della salma. C'è persino chi va a chiedergli grazie.
65 mila fedeli hanno reso omaggio alla salma di Benedetto XVI ieri, nel primo giorno di esposizione all'omaggio e alla preghiera della folla. Quasi il doppio dei 35 mila al giorno preventivati. Molti di loro erano radunati attorno al colonnato sin da prima dell'alba, mentre dal monastero Mater Ecclesiae partiva il piccolo corteo (con il fidato e commosso mons. Georg Gänswein) che ha condotto le spoglie mortali del Papa emerito fino in Basilica.
I numeri possono offrire solo un dato indicativo sull'inattesa popolarità di Benedetto XVI, che evidentemente non è stato dimenticato nel decennio di ritiro agli occhi del mondo. Cadono le etichette che una stampa malevola gli aveva affibbiato ed emerge quella "luce gentile", per dirla con Newman, che attraverso il mite e timido pontefice tedesco ha toccato molti – molti di più di quanto si pensasse – non col clamore mediatico ma nel silenzio e nella profondità del cuore.
C'è anche chi va a chiedergli grazie. Come una famiglia di Forlì intervistata dal Sole 24 ore. A parlare è la figlia di 16 anni, che evidentemente non lo ricorda in carica (ne aveva solo 6 quando ha rinunciato), ma «so che è stato importante per la cristianità – dice – e quindi i miei genitori mi hanno portato con loro anche per avvicinarmi alla sua figura e per chiedere delle grazie». Un segno c'era già stato nel 2012 (ne parla, tra gli altri, La Luce di Maria) quando Benedetto, ancora vivo e regnante, al termine di un'udienza generale pregò per il 19enne americano Peter Srsich (nella foto), affetto da un linfoma in fase avanzata. Oggi Peter è guarito ed è diventato sacerdote.