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sacro collegio

Le diocesi non più cardinalizie

Con l'avvenuta successione a L'Aquila i cardinali a capo di diocesi italiane sono rimasti tre. E tra le sedi tradizionalmente color porpora resiste solo "la rossa Bologna".

Borgo Pio 03_08_2024
IMAGOECONOMICA - CARLO LANNUTTI

Cambio della guardia a L'Aquila, dove il Santo Padre ha accettato la rinuncia del 76enne cardinale Giuseppe Petrocchi, cui succede  l'arcivescovo Antonio D'Angelo, 53 anni, che dal 2023 era già coadiutore della medesima sede e in quanto tale subentra automaticamente. Una berretta in meno alla guida delle diocesi italiane, dove peraltro L'Aquila aveva segnato un'eccezione, collocandosi tra le porpore "a sorpresa" assegnate da Francesco a sedi non (o non più) considerate cardinalizie: Agrigento (Francesco Montenegro), Ancona (Edoardo Menichelli), Perugia (Gualtiero Bassetti) – i cui cardinali nel frattempo sono andati in pensione –, Siena (Paolo Lojudice), Como (Oscar Cantoni) e appunto L'Aquila. 

Con l'avvenuta successione nel capoluogo abruzzese scendono a tre le sedi italiane guidate da un porporato: attualmente soltanto Siena, Como e "la rossa Bologna" del cardinal Zuppi. E soltanto quest'ultima resiste tra le sedi "tradizionalmente" cardinalizie, o almeno considerate tali nel corso del Novecento (saltando il cardinal vicario di Roma, che però è un ruolo sui generis e in ogni caso attualmente è vacante). Matteo Zuppi è l'unico ad aver ricevuto la porpora da Francesco, dopo la nomina bolognese, cosa mai avvenuta nel presente pontificato per gli arcivescovi di Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Venezia (e probabilmente andrà così anche a Firenze, benché qui la nomina sia troppo recente): città "cardinalizie" dove gli ultimi cardinali erano stati nominati nei pontificati precedenti e i loro attuali successori sono rimasti "semplici" arcivescovi benché bergogliani per nomina (e forse pure per "sensibilità"), salvo Venezia, dove la nomina di Moraglia risale a Benedetto XVI.

Non si può dire, tuttavia, che la vecchia prassi delle "sedi cardinalizie" sia definitivamente rovesciata nel suo contrario. Infatti, come insegnava mons. Delpini commentando la porpora al suo suffraganeo comasco, «tre sono le cose che neanche il Padreterno sa: una è quante siano le congregazioni delle suore, l'altra è quanti soldi abbia non so quale comunità di religiosi e la terza è che cosa pensino i Gesuiti».