L'assoluzione di massa, in pieno allarme nucleare
Cosa fare se hai probabilmente pochi minuti di vita, perché un attacco nucleare è considerato imminente? Il vescovo cattolico di Honolulu, Larry Silva, ha pensato subito alla salvezza delle anime. E ha dato l’assoluzione di gruppo a 45 persone, in quelli che avrebbero potuto essere i loro ultimi istanti in terra.
- ASSOLUZIONE GENERALE, ECCO COS'È, di Claudio Crescimanno
Cosa fare se hai probabilmente pochi minuti di vita, perché un attacco nucleare è considerato imminente? Il vescovo cattolico di Honolulu, Clarence "Larry" Silva, ha pensato subito alla salvezza delle anime. E ha dato l’assoluzione di gruppo a 45 persone, in quelli che avrebbero potuto essere i loro ultimi istanti in terra.
L’assoluzione di gruppo, senza confessione individuale, è un rito molto raro. E’ permessa solo in circostanze molto gravi, in caso di morte imminente, o quando i soldati stanno andando in battaglia. In quei casi, insomma, in cui tutti vedono la morte in faccia, ma è tecnicamente impossibile la confessione dei peccati per ciascuno. Monsignor Silva si dice contrario all’uso leggero dell’assoluzione di gruppo. Il 13 gennaio, durante l’allarme nucleare, è stata la prima volta che ha compiuto il rito. “Non sono favorevole all’assoluzione generale, in senso lato, ma quello è stato un rito appropriato”, dato il momento, ha dichiarato il vescovo all’Hawaii Catholic Herald, il quotidiano diocesano. Il 13 gennaio, alle ore 8,07, come tutti i cittadini delle Hawaii, anche il vescovo ha ricevuto sul suo cellulare il messaggio fatidico: “Minaccia di missili balistici in arrivo sulle Hawaii. Cercate immediatamente rifugio. Questa non è un’esercitazione”. Mons. Silva si trovava nella sua residenza presso il centro diocesano Santo Stefano di Kaneohe. La prima cosa che ha pensato di fare è stata quella di cercare di dare l’allarme a un sacerdote in visita, ha bussato alla sua porta, ma non ha ottenuto risposta. Allora si è precipitato nella vicina chiesa, dove a seguire la messa c’erano aspiranti diaconi, i formatori e le mogli, in tutto 45 persone. Il prete celebrante, padre Mark Gantley, stava dando loro la comunione.
“Come posso rendermi utile?”, riferisce di essersi chiesto il vescovo Larry Silva. L’allarme era autentico. Un missile lanciato dalla Corea del Nord impiega dai 10 ai 15 minuti per arrivare alle Hawaii. Gran parte di questo tempo era già trascorso, quando monsignor Silva era appena entrato nella chiesa. Nessuno aveva realizzato cosa stesse succedendo. Il prete continuava a dir messa, anche quando il direttore del programma di formazione del diaconato, aveva mostrato il suo cellulare con il messaggio di allarme. Che fare in quei momenti, quando non c’è tempo, né rifugio a portata di mano? Monsignor Silva, che portava ancora la sua maglietta, senza avere il tempo di indossare la stola, ha impartito a tutti l’assoluzione generale. Ha spiegato brevemente in cosa consistesse il rito e poi e poi ha pronunciato le parole di assoluzione su tutto il gruppo.
“Molti erano spaventati, una donna è scoppiata a piangere” – ricorda padre Gantley al quotidiano locale. Ma, come riferisce Eva Andrade, una delle formatrici, l’assoluzione ha avuto “uno dei più potenti effetti riconciliatori di sempre”. “In un momento in cui non sai veramente se stai per morire, il tuo cuore supplica il perdono”. Secondo John Coughlin, il direttore del programma, il rito “Ha avuto l’effetto incredibile di calmare tutti”. “In quel momento, tutto è cambiato, tutto si è aggiustato, si poteva avvertire la presenza di Dio in quel luogo”, prosegue la Andrade.
Sappiamo come è andata a finire la storia. L’allarme si è rivelato falso, 38 minuti dopo che era stato lanciato. Si è trattato di un grave errore di un dipendente dell’agenzia per la gestione delle emergenze (Ema) delle Hawaii. Ma per tutti gli hawaiani è stata un’esercitazione: come ci si misura con la morte. E’ stata un’esercitazione anche per il vescovo, che si è reso utile nell’unico modo possibile in quel momento: salvando le anime. Siccome siamo tutti molto abituati a pensare a come salvare i corpi, visto che normalmente i preti premiati dalla società sono quelli che fanno il bene (materiale) della società, il semplice rito di monsignor Silva farà certamente discutere. Tanto più che anche in ambito ecclesiale si parla sempre meno (e sempre più con un certo imbarazzo), dei Novissimi, delle “cose ultime”: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Ci si chiederà cosa avrebbe potuto fare, per rendersi più utile, magari aiutando donne e bambini, cercando un rifugio per tutti, confortando i traumatizzati… ne sentiremo di ogni. Ma il vescovo hawaiano ha pensato alle cose ultime come estremamente concrete. Ha compiuto un’opera di carità di rara bellezza, pensando al Giudizio, che in quel momento appariva molto, ma molto, imminente.
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