La vendetta di Tusk: chiude la Fondazione di padre Olszewski
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Nuovo atto della persecuzione politica-giudiziaria contro padre Michał Olszewski e la Fondazione Profeto, costretta a chiudere dopo il blocco dei conti deciso dalla Procura polacca. Conti che si basavano non su fondi pubblici ma sulle offerte dei fedeli. Con la chiusura di Profeto, che si occupava di evangelizzazione e opere di carità, si compie così la vendetta del governo Tusk.

La Nuova Bussola segue da mesi, in solitaria, il caso di padre Michał Olszewski (vedi qui per approfondire), sacerdote polacco fermato dalla polizia il 26 marzo 2024, Martedì Santo, e subito condannato dal tribunale a tre mesi di arresto temporaneo in relazione al caso del Fondo Giustizia. Il sacerdote è a capo della Fondazione Profeto che stava costruendo, con l’aiuto del Fondo Giustizia gestito dal Ministero della Giustizia, il centro “Arcipelago – Isole libere da violenza” destinato ad aiutare le persone in situazioni economiche difficili, socialmente escluse e vittime di violenze e crimini. L’arresto di p. Olszewski, un dehoniano, è stato preceduto e accompagnato da un’odiosa campagna mediatica di denigrazione verso il sacerdote.
I difensori hanno fatto ricorso contro la custodia cautelare di p. Olszewski. Purtroppo, i giudici hanno respinto i ricorsi della difesa prolungando l’arresto “esplorativo” del sacerdote, come se volessero estorcere da lui qualche “confessione” che avrebbe potuto compromettere l’ex ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro, e il viceministro Marcin Romanowski, entrambi sotto attacco dell’attuale governo Tusk e del suo ministro della Giustizia, Adam Bodnar. La lunga detenzione di p. Olszewski è stata vista da tanti in Polonia come un elemento dello “spettacolo” delle vendette sui precedenti governanti, spettacolo offerto all’elettorato dei partiti attualmente al potere, anche se si tratta di azioni spesso anticostituzionali e illegali. Finalmente, il 25 ottobre scorso, dopo sette mesi di arresto “esplorativo”, p. Olszewski è stato liberato dietro cauzione. Come ha spiegato il difensore del sacerdote, l’avvocato Krzysztof Wasowski, la Procura ha tentato di distruggere il suo assistito con il fine di colpire l’attuale opposizione polacca.
Padre Olszewski è stato colpito da un'altra decisione del tribunale: prima, il sequestro dei conti della Fondazione Profeto da parte della Procura (il sacerdote è a capo di questa Fondazione, che ha una missione evangelizzatrice); poi, il tribunale distrettuale di Varsavia ha deciso che il sacerdote non ha alcun "interesse legale" ad appellarsi contro la decisione del sequestro. Insomma, i giudici hanno sequestrato conti con le offerte dei fedeli per il lavoro di evangelizzazione della Fondazione: si tratta dunque di conti che non contengono fondi del Ministero della Giustizia. L’altro avvocato del sacerdote, Michał Skwarzynski, ha detto apertamente che lo scopo della Procura è stato semplicemente di “affamare” la Fondazione Profeto, che senza questi soldi non può funzionare normalmente e, di conseguenza, viene costretta a chiudere. «Si tratta anche di restrizioni dei diritti religiosi di un sacerdote che svolge attività di evangelizzazione, cioè la sua missione religiosa. Dopotutto, è un sacerdote e ha sempre ricevuto sostegno, anche economico, da parte dei fedeli», ha constatato Skwarzynski, aggiungendo: «Questo dovrebbe essere un avvertimento lanciato agli altri sacerdoti che svolgono attività di evangelizzazione».
Ma che cosa fa di preciso la Fondazione di p. Olszewski? La “Fondazione Profeto - Segretariato del Sacro Cuore per la Nuova Evangelizzazione” (questo il nome completo della Fondazione) ha iniziato le sue attività nel 2014. Si occupa principalmente di attività nel campo del culto religioso, attraverso varie forme di predicazione del Vangelo, utilizzando media moderni come radio, televisione e siti Internet, e promuovendo i valori cattolici nella società. I membri della Fondazione hanno intrapreso anche attività nel campo dell'istruzione, della formazione e dell'educazione, comprese azioni preventive nell'ambito della lotta alle cause della criminalità, sostegno alle persone in situazioni difficili, alle persone a rischio di esclusione sociale, alle persone socialmente escluse, alle persone vittime di reati, ai testimoni nei processi e ai loro parenti più prossimi. E proprio nell’ambito di queste attività la Fondazione stava costruendo, con l’aiuto del Fondo Giustizia gestito dal Ministero della Giustizia, il centro “Arcipelago – Isole libere da violenza”.
Dopo il cambio al potere in Polonia nel 2023, la situazione di Profeto è diventata molto difficile. Già nel maggio 2024 era stato segnalato che le attività della Fondazione erano sull'orlo del baratro a causa delle azioni della Procura e del Ministero della Giustizia.
Purtroppo, la Fondazione Profeto non ha resistito alla pressione e il 5 marzo di quest'anno ha annunciato la cessazione delle attività. Questo esito della vicenda era prevedibile, tenendo conto della linea anticlericale dell’attuale governo. Già mesi fa Zbigniew Ziobro, ex ministro della Giustizia che disponeva del sopraccitato Fondo Giustizia, parlando di Profeto, ha detto che grazie a questi finanziamenti padre Olszewski «ha potuto fondare un grande centro con 45 stanze, 24 ore di assistenza quotidiana, per bambini e donne, vittime della violenza in tutta la Polonia. Beh, ma è gestito da un prete e un prete non ha diritto a fare questo. Deve essere distrutto, distrutto socialmente, deve essere distrutta la sua organizzazione e poi si può rubare ciò che ha costruito e magari regalarlo a qualche simpatizzante del partito al governo». Più chiaro di così.
Sul sito della Fondazione è apparso un messaggio di saluto: «Cari amici, con il cuore pieno di gratitudine, ma anche di tristezza, siamo costretti – a causa del sequestro dei nostri conti bancari da parte delle forze dell'ordine, che si traduce nella mancanza delle risorse materiali necessarie per ulteriori attività – dopo una decina di anni di lavoro meraviglioso e fruttuoso come probabilmente il più grande pulpito della Parola di Dio su Internet, ma anche sulle onde radio, a porre fine alle nostre opere che portano orgogliosamente il nome Profeto. Continuiamo la nostra preghiera comune, perché, anche se Profeto sta terminando la sua attività, il Vangelo dura per sempre. Che il Signore ci conduca tutti più lontano, verso i sentieri nuovi, sconosciuti e ancora nebulosi che ha preparato per noi. Con Lui tutto è possibile! Crediamo che ci incontreremo di nuovo in vari spazi, sia in questo mondo che nell'eternità come santi, che è ciò che auguriamo a voi, ma anche a noi stessi! Ringraziamo il nostro Padre celeste che ci ha permesso di proclamare il Suo amore e la Sua verità in tutti questi anni. È Lui che ci ha guidato attraverso tutte le sfide e ci ha benedetto nei momenti di gioia. La sua volontà è per noi molto importante, per questo accogliamo questo momento con fiducia e pace: “Sia fatta la tua volontà” (Mt 6,10)».
E così la vendetta del governo Tusk, il più anticlericale dalla svolta democratica del 1989, è compiuta. Una vendetta contro un sacerdote che voleva soltanto svolgere la sua missione nella società.
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