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Vittime di tratta

La tratta di donne nordcoreane in Cina frutta 94 milioni di euro all’anno

Migliaia donne vengono acquistate o rapite ogni anno nella Corea del Nord e portate in Cina dove sono ridotte in schiavitù, sfruttate sessualmente come prostitute e vendute come mogli

Migrazioni 03_06_2019

Quella della Corea del Nord è considerata la peggiore dittatura del mondo e molti nordcoreani cercano di sottrarvisi fuggendo. Non per tutti però lasciare il paese è la salvezza. La Korea Future Initiative, una organizzazione con sede a Londra, nel 2018 ha svolto una indagine sulle giovani donne nordcoreane a migliaia vittime di tratta e sfruttate sessualmente in Cina. Sono donne di età per lo più compresa tra i 12 e i 29 anni. Vengono vendute o rapite in Corea del Nord e portate in Cina. Possono essere vendute anche più volte e ridotte in qualche forma di schiavitù sessuale. La maggior parte – circa la metà – vengono costrette a prostituirsi, rinchiuse nei bordelli delle città satellite e delle township che sorgono vicino ai grandi insediamenti urbani della Cina nord orientale. Più del 30% sono costrette a matrimoni forzati. I mariti cinesi che le acquistano le violentano, le sfruttano e le trattano come schiave. Circa il 15% delle giovani donne sono sono inserite nel mercato del cybersesso, un piccolo settore in espansione nel quale vengono usate ragazzine anche solo di nove anni, costrette ad atti e violenze sessuali riprese da telecamere. La tratta di donne nordcoreane frutta circa 94 milioni di euro all’anno. Le vittime sono costrette a prostituirsi per meno di 4 euro e sono vendute come mogli per circa 130 euro. Secondo i dati raccolti, relativi al periodo 2015-2018, molte non sopravvivono. Le più fortunate, ma sono poche, vengono salvate da organizzazioni e missionari cristiani che cercano di supplire all’inazione dei governi dei due paesi e delle organizzazioni internazionali.