La rivoluzione di Trump è iniziata subito. E favorisce la vita
Donald Trump ha firmato già nel primo giorno 48 ordini esecutivi e ha annullato 78 decisioni di Biden. La valanga di provvedimenti è tendenzialmente a favore della vita e della famiglia, abrogando gli esperimenti sociali gender e "inclusivi".
- Allarme in Africa per gli ordini su Oms e clima, di Anna Bono
Il presidente Donald Trump ha firmato, sino ad ora, 48 ordini esecutivi dal suo giuramento di lunedì 20 gennaio scorso, descritto su queste pagine. I suoi ordini esecutivi riguardavano politiche relative all'economia, alla protezione dei confini, all'ideologia di genere e altro ancora. Gli ordini esecutivi non sono l'equivalente legale delle leggi approvate dal Congresso.
Sono ordini del presidente in quanto capo dell'esecutivo che dirigono il comportamento e le azioni delle agenzie federali e dei dipendenti nell'adempimento delle loro responsabilità ai sensi di tali leggi e dei doveri del presidente in quanto comandante in capo. La più importante decisione di Trump, secondo me, è stata quella di ristabilire la libertà di parola e opinione anche in pubblico, come previsto dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, dopo che, negli ultimi 4 anni, «la precedente amministrazione ha calpestato i diritti di libertà di parola censurando il discorso degli americani…con il pretesto di combattere "disinformazione" e "misinformazione", il governo federale ha…promosso la narrazione preferita dal governo su questioni significative del dibattito pubblico». Una decisione, scusate il gioco di parole, decisiva anche per la libertà religiosa nel paese e dovrebbe essere presa sul serio anche dalle istituzioni europee, sempre più affascinata dalla censura politicamente corretta.
Con i suoi ordini esecutivi Trump ha anche revocato 78 decisioni di Biden (67 ordini esecutivi emessi dal suo predecessore e 11 memorandum “presidenziali”) su identità di genere, DEI (politiche di diversità, equità e inclusione), misure per la mitigazione dei cambiamenti climatici, la revoca della designazione di Cuba come “stato sponsor del terrorismo” e all'indebolimento dell'applicazione delle leggi sull'immigrazione. Per evidente economia di spazi giornalistici, ci concentriamo sulle decisioni che, al momento, interessano il valore della vita nascente, l’ideologia gender e woke, l’educazione. Senza dimenticare la forte pressione anche il 21 gennaio della Thomas More society e diversi senatori e deputati repubblicani affinché il Presidente USA perdoni, oltre ai manifestanti del 6 gennaio 2021, anche i manifestanti pacifici e pro-life accusati di violazione della legge sulla libertà di accesso agli ingressi nelle cliniche (FACE Act), iniziativa da noi descritta nei giorni scorsi.
In particolare, lunedì, Trump aveva già revocato la decisione di Biden di inserire politiche di inclusione, rispetto della diversità ed equità e verificarne l’implementazione in tutte le agenzie e strutture del governo federale. Una decisione che, secondo Trump, ha corrotto le istituzioni federali, «sostituendo duro lavoro, merito e uguaglianza con una gerarchia preferenziale divisiva e pericolosa». Ieri, 22 gennaio, ha firmato un nuovo ordine esecutivo che protegge i diritti civili di tutti gli americani ed espande le opportunità individuali ponendo fine alla radicale preferenza DEI negli appalti federali e ordinando alle agenzie federali di combattere, senza sosta, la discriminazione nel settore privato. Con questa decisione di Trump, si pone fine alla discriminazione per "diversità, equità e inclusione" (DEI) nella forza lavoro federale, negli appalti e nelle spese federali.
Le assunzioni, le promozioni e le valutazioni delle prestazioni a livello federale premieranno l'iniziativa individuale, le capacità ed i talenti, le prestazioni e il duro lavoro e non, in nessun caso, fattori, politici, etnici, ideologici, sensibilità sessuali, altri requisiti o privilegi di minoranze previsti dalle politiche DEI. Il presidente Trump ha ristabilito anche la “Responsabilità per le posizioni che influenzano le politiche all'interno della forza lavoro federale", che prevede per i lavoratori federali l’obbligo di «implementare fedelmente le politiche amministrative al meglio delle loro capacità, in linea con il loro giuramento costituzionale e con l'attribuzione dell'autorità esecutiva esclusivamente al Presidente. Siamo al ritorno della responsabilità e alla giusta punizione per i funzionari che rallentano o boicottano l’esecutivo per motivi politici o ideologici. La mancata osservanza di ciò costituisce motivo di licenziamento».
Trump ha dato riprova anche della sua avversione alle pericolose e fantasiose ideologie del gender e un ordine esecutivo specifico sull'ideologia di genere, o in difesa della specificità femminile e maschile, riafferma la evidenza biologica e biblica dei due sessi e delle loro differenze e complementarietà che Joe Biden, con le sue politiche ed iniziative ossessive, negli ultimi quattro anni a cercato di cancellare, imponendo dapprima la confusa ideologia dell’istintività gender, poi la promozione del transgenderismo.
Al posto di confusione ed equivoci su "identità di genere" e "sesso assegnato alla nascita", questo ordine esecutivo cerca di radicare la legge e la politica federale sul fondamento della biologia e cancellare la promozione federale dell'ideologia di genere, anche nelle prigioni femminili, vieta il finanziamento federale delle procedure di "transizione" di genere e, di conseguenza, annulla tutti i precedenti documenti di orientamento del Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti relativi all'ideologia di genere.
Il presidente Donald Trump ha anche firmato un ordine esecutivo che ritirava gli Stati Uniti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nello specifico, l'ordine annuncia l'intenzione degli Stati Uniti di ritirarsi, sospende il trasferimento di tutti i fondi statunitensi all'OMS, richiama tutto il personale del governo statunitense distaccato o assunto per lavorare nell'OMS e pone fine alla partecipazione degli Stati Uniti alle negoziazioni per l'accordo pandemico dell'OMS e agli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale.
Il processo di ritiro richiede un anno, ma le restrizioni sopra menzionate hanno effetto immediato. Nell'anno fiscale 2024, i finanziamenti per la salute globale degli Stati Uniti erano di circa 12 miliardi di dollari. Questa decisione taglia di netto anche i fondi spesi dall’OMS per promuovere l’aborto nel mondo , corrispondenti a circa l’11% del bilancio annuale attraverso il “Programma di Riproduzione Umana” (HRP).
Insieme a ciò, il Presidente Trump ha sospeso per 90 giorni gli aiuti allo sviluppo estero, in attesa di valutazioni di efficienza e coerenza con la sua politica estera. Una sospensione per valutazione anche dei copiosi finanziamenti vincolati di Washington, più volte denunciati anche su queste pagine, che l’amministrazione Biden elargiva imponendo, ai paesi terzi, politiche contraccettive, la piena legalizzazione dell’aborto, l’educazione trangender e woke.
L'ultimo rendiconto ufficiale degli aiuti esteri nell'amministrazione Biden mostra che 68 miliardi di dollari sono stati impegnati per programmi all'estero in 204 paesi e regioni. La verifica puntuale su questi finanziamenti verrà compiuta dal Segretario di Stato, il cattolico, Marco Rubio, entrato in carica il 21 gennaio, dopo l’approvazione della sua nomina all’unanimità delle commissioni del Senato e a seguito del giuramento nelle mani del cattolico e Vice Presidente degli USA J.D. Vance.