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DISEGNO DI LEGGE

La Francia boccia il “diritto costituzionale” all’aborto

La proposta della sinistra francese di “blindare” l’aborto inserendolo nella Costituzione è stata bocciata dalla maggioranza di destra. Un segnale importante sullo scenario internazionale, in particolare per il nascente governo italiano, ma con analogie e differenze.

Vita e bioetica 21_10_2022

Questa destra sta diventando fastidiosa. In Francia il Senato, dove la maggioranza è in mano alla destra, ha bocciato un disegno di legge che prevedeva l’inserimento del diritto d’aborto nella Costituzione. La partita è solo rimandata perché altri due disegni di legge simili, proposti dell'alleanza di sinistra Nupes e del gruppo di maggioranza presidenziale Renaissance, sono pronti per essere discussi in Parlamento. Mercoledì scorso il disegno di legge, sostenuto dai senatori di sette degli otto gruppi politici presenti in Parlamento, non è passato per  172 voti contrari e 139 voti a favore. C’è da tenere in considerazione che per riformare la Costituzione occorre che il disegno di legge non solo sia approvato dall’Assemblea nazionale e dal Senato, ma che poi riceva conferma tramite referendum. Insomma, un percorso un poco accidentato.

Elevare il diritto d’aborto a diritto costituzionale «avrebbe la forza di un simbolo», ha dichiarato il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti, come ha riportato Le Figaro. E non c’è solo l’aspetto simbolico da valutare, ma anche quello pratico. Infatti la proponente del disegno di legge, Mélanie Vogel, ha domandato in modo retorico: «Preferiamo una società in cui il diritto all'aborto sia tutelato al vertice della nostra gerarchia normativa o una società in cui una semplice legge può annullarlo?». Ecco allora che inserire il diritto d’aborto nella Costituzione significa blindarlo, ossia impedire che una semplice legge parlamentare possa cancellarlo.

La proposta della Vogel nasce da quello che è accaduto oltreoceano, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha mandato al macero la sentenza Roe vs Wade, dichiarando che l’aborto non è più un diritto federale. In modo analogo anche nel Regno Unito Stella Creasy, deputato inglese del socialdemocratico Labour and Co-operative Party, vuole modificare il Bill of Right al fine di «proteggere, per ogni singola donna nel Regno Unito, il diritto della donna di scegliere» (ne avevamo parlato qualche mese fa).

Quindi possiamo dire che vi sono alcuni indizi che tratteggiano uno scenario internazionale in cui le forze conservatrici si pongono a difesa della vita nascente. In Francia la destra ha bocciato questo disegno di legge; negli States la Corte suprema ha cancellato la sentenza Roe; in Italia, come raccontavamo l’altro giorno, il senatore Maurizio Gasparri ha riproposto un disegno di legge che vuole riconoscere soggettività giuridica al concepito. Bisogna sottolineare un paio di analogie che legano queste vicende, diverse sul piano giuridico (abbiamo infatti un voto contrario ad una proposta di legge, una sentenza e un disegno di legge). La prima è la natura dell’iniziativa: un atto demolitorio, antagonista. In Francia abbiamo registrato la bocciatura del disegno di legge della Vogel; negli Usa la cancellazione della sentenza Roe; in Italia il disegno di legge di Gasparri intende riscrivere in radice l’art. 1 del Codice civile che, attualmente, riconosce soggettività giuridica solo al nato, non al nascituro.

In secondo luogo, tutte e tre le iniziative mirano a cambiare l’orientamento in merito al tema della tutela della vita nascente, ma gradualmente. Ad esempio in Francia la senatrice Agnès Canayer del gruppo Les Républicains ha dichiarato che  «oggi questi diritti sono pienamente tutelati dal diritto positivo». Il centrista Loïc Hervé ha rassicurato che quello che è successo negli Usa ad oggi non può accadere in Francia. Muriel Jourd, compagna di partito della Canayer, ha affermato “non siamo militanti”. Ciò a voler dire: ci opponiamo ad una maggiore valorizzazione del diritto d’aborto, ma non ci opponiamo all’aborto. Anche negli States la possibilità di abortire non è stata messa in discussione, ma è stata demandata alla legislazione dei singoli stati. Parimenti in Italia: sia Giorgia Meloni che Maurizio Gasparri hanno tenuto a precisare che la 194 non viene messa in discussione, solo si vuole mettere l’accento sulle alternative all’aborto.

Ciò detto però notiamo anche delle differenze: in Francia la bocciatura del disegno di legge della Vogel conferma lo status quo  e dunque il quadro giuridico in tema di aborto non è mutato; in Italia, se mai il disegno di legge di Gasparri vedrà la luce, avremo forse un mutamento nell’applicazione della 194, ma più probabilmente, dato che il Ddl ha poche speranze di vedere la luce, avremo perlomeno un dibattito sull’aborto; negli States c’è stato un significativo avanzamento nella tutela del nascituro in termini giuridici e dunque pratici. Dunque tre sfumature di grigio, dal grigio scuro a quello più chiaro. Un giorno, voglia la Provvidenza, arriveremo al bianco.