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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

Posizione irriducibile

La democrazia assoluta del relativista Kelsen

Nei suoi scritti, Hans Kelsen mostra apertamente di considerare la democrazia come una fede assoluta. Una posizione antitetica, la sua, a quella espressa da san Giovanni Paolo II nella Centesimus annus.

Dottrina sociale 28_08_2024

Hans Kelsen è il più coerente dei giuristi contemporanei positivisti. Secondo lui «il relativismo è quella concezione del mondo che l’idea democratica suppone» (La democrazia, opera pubblicata nel 1929). Esattamente il contrario di quanto scrive Giovanni Paolo II: «Oggi si tende ad affermare che l’agnosticismo e il relativismo scettico sono la filosofia e l’atteggiamento fondamentale rispondenti alle forme politiche democratiche (…). A questo proposito, bisogna osservare che, se non esiste nessuna verità ultima, la quale guida e orienta l’azione politica, allora le idee e le convinzioni possono essere strumentalizzate per fini di potere» (Centesimus annus, 46). Le due posizioni sono molto chiare nella loro irriducibilità.

Cosa capita però in seguito? Scopriamolo insieme leggendo quest’altro passo de La democrazia di Kelsen. L’autore riprende le parole di Cristo davanti a Pilato, quando il Signore dice di essere Re, e Pilato sceglie invece di fare il democratico e di far pronunciare il popolo, e poi conclude: «Per coloro che credono nel Figlio di Dio e re dei Giudei come testimone della verità assoluta, questo plebiscito è certamente un serio argomento contro la democrazia. Noi scienziati politici dobbiamo accettare questo argomento, ma solo ad una condizione: di essere tanto sicuri della nostra verità politica da imporla, se necessario, con lacrime e sangue; di essere tanto sicuri della nostra verità quanto il Figlio di Dio era sicuro della propria» (p. 274 dell’edizione Il Mulino del 1995).

Sorprendente questa arroganza democratica che ci dice, con parole scioccanti, che per il positivismo giuridico e politico quella democratica è una fede assoluta. Ciò apparentemente contrasta con il positivismo, a meno che non si veda anche quest’ultimo come una fede assoluta immotivata. La negazione della verità assoluta richiede che sia pronunciata in modo altrettanto assoluto. Pilato, secondo Kelsen, aveva fatto del popolo un dio. Ed era il vero democratico.

Visto ciò, le due posizioni, quella di Kelsen e quella di Giovanni Paolo II, non si possono unificare né avvicinare, perché radicalmente incompatibili.

Stefano Fontana