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La Chiesa-Luna spiega il potere sulla vita sulla Terra

La "teologia lunare" non riguarda soltanto la luce della Chiesa che riflette quella di Cristo, ma anche l'analogia con la relazione che le fasi lunari hanno con la vita sulla Terra: la semina e la raccolta, la crescita delle piante, dei fiori e degli animali, la fisiologia della donna.

Catechismo 12_03_2023

Il mistero della Chiesa è stato indagato dai Padri, come si è visto, ricorrendo al suo correlato simbolico, ossia la Luna. Oltre al mistero della morte e della rinascita della Chiesa, realtà piena di ciò che è adombrato nel ciclo lunare dal novilunio al plenilunio, c’è un altro importante aspetto che la “teologia lunare” ha messo in luce, un aspetto che, pur non avendo la stessa ampia presenza negli scritti dei Padri, è tuttavia di grande rilievo.

Agli antichi era fatto notorio che le fasi lunari avessero una relazione con la vita sulla Terra: la semina e la raccolta, la crescita delle piante, dei fiori e degli animali, la fisiologia della donna sono in rapporto con i movimenti lunari. Si osservava inoltre che il satellite terrestre condiziona le maree e la rugiada notturna, come anche la gravidanza. In particolare, la Luna era considerata la donatrice della tiepida acqua notturna, una sottolineatura teologicamente feconda, come vedremo tra poco. Per questo si riteneva che Selene, personificazione divina della Luna nella mitologia greca, avesse un particolare potere sulle acque terrestri, e dunque sulla vita, al punto che anche Marco Terenzio Varrone, che era tra l’altro agronomo, poteva scrivere che «la Luna è la signora di tutte le nascite».

San Metodio di Olimpo (250-311 ca), nel suo Symposion, è il primo a sviluppare il parallelo Chiesa-Luna sotto l’aspetto della signoria sulla vita sulla Terra, e a collegarlo in particolare al potere della Chiesa sulle acque, dove il riferimento è chiaramente alle acque battesimali. La Chiesa, spiega Metodio, «di giorno in giorno cresce in grandezza, in bellezza e in pienezza, grazie all’amoroso abbraccio del Logos che ancor oggi viene a noi e va in estasi quando noi celebriamo l’anamnesi della sua passione; in nessun altro modo la Chiesa potrebbe accogliere i fedeli e generarli al mondo in virtù del lavacro della rigenerazione» (Symp. 3, 8, cit. in H. Rahner, Simboli della Chiesa [1994], 252).

In questo splendido brano è racchiuso il mistero della Chiesa nel suo rapporto con Cristo e con gli uomini: tutto il bene che è in lei proviene da Cristo, dal suo abbraccio, immagine espressiva dell’Incarnazione, e dal suo venire sempre incontro alla Chiesa nel mistero della Divina Liturgia, in particolare nel memoriale della sua Passione. Ed è per Cristo che la Chiesa può generare figli nel battesimo, avendo da lui ricevuto il potere sulle acque della Terra, le acque del battesimo, acque rigeneratrici e feconde.

È degno di nota che la prassi liturgica vuole che le acque del fonte battesimale siano tiepide. La ragione di ciò non sta semplicemente nel fatto di rendere un po’ più confortevole il contatto del battezzando con l’acqua, ma nella relazione di queste acque con la luce di Cristo, che, vero Sole, le riscalda. Ritorna qui, in sottofondo, la convinzione antica delle tiepide acque notturne che la Luna dona alla Terra, grazie alla luce che riceve dall’astro solare. Il tepore delle acque battesimali richiama altresì il calore del liquido amniotico, che permette e custodisce la vita; il fonte battesimale diviene così il grembo sempre fecondo della Chiesa, nel quale il catecumeno si immerge per rinascere.

Non è solo l’acqua a rinviare all’intreccio Luna-Chiesa-Battesimo, ma anche la luce. Uno dei brani evangelici che veniva letto ai catecumeni durante la Quaresima che precedeva il sacro lavacro nella veglia di Pasqua era quello del cieco nato; a quest’uomo, che mai aveva veduto la luce, Cristo, luce del mondo, donava la luce degli occhi. Il Battesimo era infatti anche chiamato “illuminazione” e i battezzati “illuminati” o “fotismoi”. Ma come la luce solare raggiunge coloro che abitano nell’oscurità del mondo mediante il riflesso lunare, così la luce di Cristo viene riverberata ad illuminare le anime dalla Chiesa. È dunque la Chiesa la grande mediatrice del Mediatore universale.

Anche sant’Anastasio il Sinaita riprende i temi sviluppati da Metodio. Nell’Haexameron, l’egumeno spiega come Cristo sulla terra abbia voluto umiliare se stesso, sprofondare nell’oscurità della morte e dare così alla Chiesa di essere il tramite al Padre, per mezzo di Lui, nelle acque del battesimo: Cristo è nel cielo come il sole, elevato sopra ogni principato e potestà; «tuttavia in terra, dove ha umiliato se stesso assumendo la forma di servo, ha dato volontariamente la parte principale alla sua Chiesa, come al suo proprio corpo: lo dico del mistero del battesimo. Come in cielo Cristo è la nostra porta e la via al Padre, così in terra il battesimo è la nostra porta e la nostra via al Padre, in Cristo per mezzo della Chiesa» (cit. in  H. Rahner, Simboli della Chiesa [1994], 258). Baptisma, ad Christum per Ecclesiam: formula felicissima che mostra l’intima connessione tra cristologia, ecclesiologia e sacramentaria.  Anche Anastasio recupera il tema dell’acqua, della luce e della vita, ed insiste sulla necessità della Chiesa per la rigenerazione, ma in lui compare anche il riferimento ad Adamo ed Eva. La Luna spirituale non può generare da sola, ma pure è necessaria perché vi sia la vita; essa è, come Eva, madre di tutti i viventi nella grazia.

A recepire questo insegnamento in Occidente è san Massimo di Torino, che in un’omelia, commentando l’Haexameron di Sant’Ambrogio, ribadisce nuovamente la signoria della Chiesa sulle acque e sulla vita: «chiaramente e con ragione la Chiesa è paragonata alla Luna, sia perché ci bagna con la rugiada del lavacro, sia in quanto dà vita alla terra del nostro corpo con la rugiada del battesimo» (Omelia 101).

Tramite il parallelo Chiesa-Luna appare nel simbolo la grande verità che si è condensata nel principio dell’extra Ecclesiam nulla salus. La Chiesa non è un’istituzione umana che si può cambiare o sostituire, non è un’ente da cui si può serenamente prescindere. La Chiesa è stata costituita mediatrice unica e imprescindibile della luce divina nella notte dei tempi, signora delle acque della rigenerazione, grembo materno di tutti coloro che devono essere generati alla terra dei viventi. Nelle tenebre del mondo, nell’oscurità del tempo è lì che si ritrovano la luce e la vita. Nessuna difficoltà umana, per quanto estesa e prolungata, è in grado di estinguere la vitalità della Chiesa; e al di fuori di essa, solo tenebre e morte.