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ALFIE EVANS

La Cedu deciderà lunedì. Gli inglesi: «I padroni siamo noi»

Ieri la Corte Suprema inglese ha respinto il ricorso di Thomas Evans: «La Cedu ci farà sapere lunedì se accoglierà il nostro ricorso d'urgenza. Spero e chiedo che tutti gli Stati d'Europa facciano sentire la loro voce perché l'Inghilterra sta violando i diritti umani di Alfie, miei e di Kate». 

Vita e bioetica 21_04_2018

«La Cedu ci farà sapere se accoglierà il nostro ricorso lunedì. Spero e chiedo che tutti gli Stati d'Europa facciano sentire la loro voce perché l'Inghilterra sta violando i diritti umani di Alfie, miei e di Kate e, in questo modo, di tutte le famiglie». Dopo le parole del papa sul fatto che la vita appartiene solo a Dio, dopo l'offerta dell’ospedale Gaslini di Genova e quella del Bambin Gesù di essere pronti ad accogliere Alfie Evans occupandosi del trasporto aereo e delle ricerche cliniche per provare ad arrivare ad una diagnosi, l'inghilterra ha reagito con un orgoglio più che tempestivo.

La Corte Suprema inglese e l’ospedale di Liverpool non hanno nemmeno dato tempo a Thomas Evans, il padre del bambino, di rientrare dall'udienza con il Papa dopo un viaggio estenuante, per affrettarsi a sancire che suo figlio deve morire. Respingendo così il ricorso presentato lunedì scorso dal Christian Legal Center che ha difeso i diritti dei genitori di Alfie e la vita del bambino davanti alla Corte d’appello di Londra. Il tribunale ha infatti dichiarato che «l’ospedale deve essere libero di procedere secondo quello che ha deciso essere il miglior interesse di Alfie». L'Alder Hey ha subito fatto sapere che «è stato stabilito in via definitiva che non è nell'interesse di Alfie continuare a ricevere cure o di recarsi all'estero per cure».

Con il pietismo sentimentalista con cui le finte democrazie occidentali fanno sembrare bene ciò che è male imponendolo ai cittadini, i giudici hanno poi chiarito che tutto ciò «è triste, certamente, per i genitori di Alfie…ma è triste anche per le persone che hanno mantenuto in vita Alfie così a lungo». Trasformando in questo modo la lotta per la vita in un atto di sadismo a cui i "poveri" medici sono stati costretti.

Un altro passaggio preoccupante della sentenza è questo: «In passato, la modalità con cui un padre poteva far valere il suo diritto alla custodia del figlio era vacendo valere l'Habeas Corpus…ma questo diritto nei tempi moderni è stato circoscritto all’interesse del welfare del bambino». I giudici hanno quindi stabilito che il ruolo di tutela del “benessere” di un figlio è d’importanza superiore alla difesa della sua vita. Per questo la Corte Suprema, il 20 febbraio scorso, aveva già chiarito che era meglio per Alfie morire piuttosto che essere trasferito in un altro ospedale su un’aeroambulanza con il rischio di avere le convulsioni.

La sentenza continua perciò sottolineando che i genitori non possono far valere l’Habeas Corpus se questo non è nel “miglior interesse” del bambino. In questo caso, quello di morire, piuttosto che di vivere in condizioni di vita ritenute dai giudici di una "qualità" non sufficiente ai loro standard. Tanto da portarli ad affermare che la vita di Alfie è «futile». 

Pertanto, ecco riemergere la prepotenza e l’arroganza della giustizia inglese, che ha fretta di uccidere Alfie: «Non c’è ragione di ritardare ulteriormente…questa è la legge di questo paese. Nessun ricorso alla Corte Europea dei diritti umani a Strasburgo può o dovrebbe poterla cambiare». Peccato che la Convenzione europea dei diritti umani all’articolo 56, comma 2, stabilisca che «la Convenzione si applicherà sul territorio o sui territori designati…» e che questa preveda per tutti gli Stati firmatari la libertà «di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio». Libertà che in questo caso non può essere limitata dato che i genitori di Alfie non hanno mai perso la patria potestà. 

In poche parole la Corte Suprema inglese ha affermato che, qualunque cosa stabilisca la Cedu, continuerà per la sua strada, non importa cosa dicono i trattati europei. Certo che se l'Europa ammettesse un comportamento simile da parte di un proprio Stato, sarebbe ancor più grave, sebbene come sottolineato dal Centro Studi Livatino, non è la prima volta che uno «Stato si arroga il potere di morte su un bambino solo perché ammalato, e contro il volere dei suoi genitori. Accade così in Belgio e in Olanda. In questo il Regno Unito è tutt’altro che fuori dall’Europa, nonostante per un diritto così importante non voglia attendere l’eventuale decisione della Cedu».

Se anche la Cedu, come è improbabile che accada, si pronunciasse contrto la Gran Bretagna, sarebbe comunque molto difficile che la situazione cambi. Ciò significa che già da lunedì i medici dell'Alder Hey potrebbero procedere al più presto alla rimozione della ventilazione di Alfie, creando l'ennesimo precedente che li abilita all'omicidio dei bambini da loro considerati "troppo" disabili per avere il diritto di esistere.