Irlanda del Nord: fede e politica unite, frena l'aborto
Una notizia nella notizia. La prima: l’Irlanda del Nord ha sospeso l’aborto con la Ru486. La seconda: un parlamentare protestante ha esultato spiegando che questa è la “risposta a tante preghiere”. Parole che da noi non si sentono più perché suscitano scandalo (anche fra i cattolici). Ma se si ama la società occorre imparare a rimettere Dio al suo centro.
Una notizia nella notizia. Partiamo dalla prima di notizia. Il governo del Regno Unito, tempo fa, aveva avvertito il Parlamento dell’Irlanda del Nord: se quest’ultimo non si fosse pronunciato entro il 21 ottobre del 2019, il governo inglese avrebbe esteso la legalizzazione dell’aborto procurato anche sul suolo irlandese, cosa che puntualmente avvenne a causa dell’inerzia dei parlamentari irlandesi. Una mozione contro l’aborto approvata dal Parlamento nel giugno dello scorso anno non ha modificato il quadro legislativo. Tra le pratiche abortive permesse c’è anche quella che si avvale di preparati chimici come la pillola abortiva, conosciuta da noi sotto il nome di RU486.
Ora è accaduto che il Western Health and Social Care Trust, un’organizzazione che gestisce diverse cliniche ed ospedali in Irlanda del Nord, ha fatto sapere che, temporaneamente, non potrà più somministrare questo preparato abortivo a causa della mancanza di personale, molto probabilmente – aggiungiamo noi – perché tale personale è stato allocato per la cura e prevenzione del Covid. «Il Western Health and Social Care Trust ha dovuto sospendere temporaneamente l'erogazione dei servizi per l'aborto medico precoce - si legge in una nota -Le richieste per questo servizio non possono più essere accettate dalle 17:00 di venerdì 23 aprile 2021 fino a nuovo avviso. La nostra struttura esige assistenza infermieristica e medica aggiuntiva per fornire questo servizio e sta esplorando attivamente tutte le opzioni al riguardo». Infatti l’assunzione della RU può comportare conseguenze assai gravi per la donna che quindi deve essere monitorata per più giorni.
La parlamentare Paula Bradshaw, membro dell’Alliance Party, ha protestato: «La sospensione del servizio di aborto medico precoce da parte del Western Trust dimostra semplicemente l'incapacità delle autorità sanitarie di predisporre risorse adeguate per l'attuazione della legge in Irlanda del Nord».
Parlavamo di una notizia dentro la notizia. Veniamo dunque a questa seconda notizia contenuta nella prima. Thomas Buchanan (nella foto) è un parlamentare dell’Irlanda del Nord ed è membro del Democratic Unionist Party, partito di matrice protestante e di destra. Buchanan ha dichiarato: «Accolgo di tutto il cuore la sospensione e credo che sia una risposta alle nostre preghiere. Continuerò a pregare affinché la sospensione continui e non riprenda la somministrazione». La notizia nella notizia sta tutta in quella doppia frasetta: «Credo che sia una risposta alle nostre preghiere. Continuerò a pregare». La fede come fattore politico. Un insegnamento che, ahinoi, viene pure da un protestante.
Impensabile ascoltare simili uscite da noi in Italia, sebbene sia nazione che ospita la sede di Pietro. La politica per essere davvero tale deve essere laica, anzi laicista, priva di qualsiasi riferimento trascendente. Appena un politico si azzarda ad alludere a qualsivoglia riferimento religioso – vedasi il caso Salvini – piovo critiche feroci anche da uomini di Chiesa: così si strumentalizza il sentimento religioso, si insultano gli atei e i credenti di diverse religioni, si inseriscono nel dibattito politico credenze private, ci si sposta verso derive teocratiche, non si rispetta la Costituzione, si attenta alla laicità dello Stato, si conferma lo strapotere del Vaticano nelle questioni politiche, si va contro gli insegnamenti di Papa Francesco, si torna nel medioevo, si scrive una brutta pagina in merito ai diritti civili e via delirando.
Eppure fin quando la cattolicità era anche paradigma politico certi attentati legali alla dignità della persona come aborto, divorzio, fecondazione artificiale, eutanasia, «matrimoni» gay non si sono mai visti. Ma quando la fede nello Stato ha sostituito la fede in Dio, il vaso di Pandora delle aberrazioni umane si è scoperchiato. E non poteva che andare così.
Negli USA, e non solo lì, il fattore religioso ha invece da sempre giocato un ruolo fondamentale nello scontro politico ed è stato determinante, e non poteva essere altrimenti, per portare a casa vittorie importanti in merito a tematiche eticamente sensibili. E dunque vien da chiedersi: come riconoscere, anche da noi, a Dio una sovranità politica? È un obiettivo a lungo, lunghissimo termine. Prioritario è far rifiorire una cultura cattolica sociale. Solo se la coscienza collettiva sarà di nuovo animata da valori cristiani potrà venire da essa anche una cultura cattolica politica. Solo da una società cattolica potranno nascere politici cattolici che avranno il coraggio di uscire dalle catacombe e dire pubblicamente: «Prego per cancellare la legge sull’aborto».