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l'intervista

Indagine sulla spike, la proteina "killer" che causa le reazioni avverse

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Conoscere i meccanismi che portano allo sviluppo di reazioni avverse da vaccino anti-Covid è compito della vera scienza. Lo hanno fatto due patologi generali che hanno studiato la proteina spike e illustrato come sia in grado di scatenare un’infiammazione eccessiva nell'organismo. La Bussola intervista il professor Paolo Bellavite.

Attualità 20_05_2024

A partire dagli anni della Pandemia, un nome è diventato familiare anche al grande pubblico: la proteina Spike, fulcro dell’infezione da SARS-CoV-2 e dei vaccini a mRNA.

Per capire la storia, l’azione e le caratteristiche di essa è stato appena pubblicato un volume, Patologia Generale della Proteina Spike (Editrice Vanda 18 €), scritto da due scienziati patologi, Paolo Bellavite e Ciro Isidoro: una vera e propria inchiesta sulla Spike, che ne analizza le proprietà, esamina le interazioni con la risposta immunitaria e le implicazioni per la salute pubblica, evidenziando le sfide nella sicurezza e efficacia vaccinale.

Il professor Bellavite è stato per tre decenni, professore associato di Patologia Generale presso l'Università di Verona. È specializzato anche in Biotecnologie, statistica sanitaria ed epidemiologia medica presso l'Università di Verona. I principali filoni di ricerca di Bellavite hanno riguardato gli aspetti molecolari e cellulari dell'infiammazione. Ciro Isidoro è Professore Ordinario di Patologia Generale e Patologia Clinica presso l’Università del Piemonte Orientale, dove insegna Patologia Generale ed è anche Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica e di Oncologia Medica.

Abbiamo intervistato uno dei due autori del volume, il professor Bellavite, nome ben noto ai lettori della Bussola.

Professore, quali sono le scoperte più significative che avete raggiunto?
Più che “scoperte”, le nostre pubblicazioni sono “riscoperte” delle conoscenze della Patologia Generale, la disciplina che entrambi abbiamo coltivato e insegnato. Lo studio di come la proteina spike, sia endogena (dal virus) che esogena (dai vaccini), interagisca con vari tessuti e sistemi nel corpo è essenziale per una piena comprensione della sicurezza dei vaccini e delle terapie relative al COVID-19. Il nostro lavoro contribuisce a questa comprensione fornendo una base scientifica per ulteriori indagini sugli eventi avversi, potenzialmente guidando a protocolli di segnalazione più rigorosi e a un'approfondita valutazione del profilo di sicurezza dei vaccini. Contrariamente ai vaccini tradizionali, che utilizzano un patogeno inattivo o attenuato per stimolare una risposta immunitaria, i prodotti a mRNA impiegano un approccio differente, istruendo le cellule del corpo a produrre una componente del virus, in questo caso la proteina Spike, nell’intento di stimolare tale risposta.

È un approccio che ha funzionato?
L'idea alla base della loro invenzione potrebbe sembrare valida, ma ci sono significative falle in questa strategia. La prima è che la patologia indotta dai prodotti inoculati potrebbe simulare la patologia causata dal virus stesso, a motivo della somiglianza tra la proteina spike presente nei vaccini e quella del virus SARS-CoV-2. Con la differenza che mentre il virus entra da una via naturale dove trova una risposta immunitaria complessa e adattata, il prodotto biogenetico è direttamente inoculato e fatto con un mRNA modificato e più resistente nelle cellule in cui riesce ad entrare.

Un altro punto chiave riguarda la distribuzione delle nanoparticelle lipidiche del “vaccino” nel corpo. Contrariamente a quanto volevano far credere le case farmaceutiche, le nanoparticelle contenenti mRNA non restano nel muscolo ma possono andare in altre aree del corpo, estendendosi ben oltre la semplice localizzazione locale, con potenziali effetti sistemici, neurologici e cardiovascolari che necessitano di una valutazione approfondita.

I vaccini a mRNA che fanno produrre Spike agli inoculati sono stati oggetto di una corretta sperimentazione?
La sperimentazione c’è stata e non è ancora finita. Nella prima fase le case farmaceutiche, in febbrile concorrenza tra loro, sono riuscite a mettere sul mercato dei prodotti testati per soli pochi mesi, vantandone enorme efficacia. Di questo parlammo sin dall’inizio anche sulla Bussola, mettendo in guardia i cittadini italiani sul fatto che non era tutto oro quello che luccicava.

Sul piano dell’efficacia constatiamo che essa è andata diminuendo di mese in mese, mentre emergeva che i prodotti biogenetici non erano in grado di impedire la diffusione del virus. Purtroppo, pur sapendolo, le autorità civili e religiose li hanno propagandati con quello scopo («vaccino atto di amore», «se non ti vaccini muori e fai morire», e via dicendo), un errore ancora non sufficientemente riconosciuto. L’uso su larga scala ha dimostrato che questi prodotti potevano causare malattie come trombosi venose, miocarditi, pericarditi, malattie neurologiche, anomalie del ciclo femminile e molte altre.

Come è stato possibile continuare per mesi e anni in questo tipo di errori, pur denunciati in documenti e convegni della Commissione Scientifica Indipendente?
Ho già avuto modo di commentare: sbagliare è umano (e in medicina l’errore è sempre possibile), ma perseverare nell’errore consapevole è diabolico.

Lei ha dedicato anni di studio al fenomeno delle infiammazioni. Come giudica l’azione flogistica della Spike?
L’infiammazione è un fenomeno complesso che ha doppia faccia: difensiva e offensiva ed è per questo che è difficile capirla e controllarla. Quanto alla Spike, avevo capito subito che essa era in grado di scatenare un’infiammazione eccessiva sia direttamente, perché si lega a piastrine e leucociti attivandoli, sia indirettamente, perché le cellule che la producono sono attaccate e distrutte dal sistema immunitario dell’ospite. Infine, in un articolo (pubblicato nel marzo 2021) spiegai che anche gli anticorpi hanno un doppio ruolo: da una parte combattono il virus, ma dall’altra possono introdurre uno squilibrio del sistema cardiovascolare perché attaccano insieme la proteina Spike e un enzima (chiamato ACE2) che controlla la pressione del sangue e l’infiammazione tramite la angiotensina I.

C’è modo di contrastarla efficacemente?
Avendo studiato la Patologia Generale, l’infiammazione e in particolare le cellule che producono radicali liberi dell’ossigeno (“stress ossidativo”), ero preparato e ho così colto l’occasione per “riscoprire” i flavonoidi naturali (Esperidina e Quercetina) che hanno importanza nel contrastare la Spike, bloccando direttamente la molecola e modulando l’infiammazione. Ho scritto vari articoli scientifici e libri su questo. Nei primi mesi di uso dei “vaccini” avevamo anche programmato una sperimentazione con un gruppo di colleghi di un grosso ospedale ma non ci è stato concesso di portarla avanti perché non avevamo fatto in tempo a ottenere il permesso del comitato etico. Richieste di collaborazione alla regione Veneto e ad AIFA sono poi cadute nel vuoto.

Per molto tempo c’è stato un negazionismo assoluto nei confronti dei danni da vaccino, ma oggi molti studi rivelano le correlazioni tra problemi vascolari e neurologici e le inoculazioni.
Nel caso dei “vaccini” biogenetici, l’aspettativa del mondo scientifico, politico e dei mass media rasentava il fanatismo religioso. Io ho coniato il termine “vaccinismo” per descrivere una vera e propria ideologia, sostenuta dall’intreccio tra interessi economici, informazione e politica. Ricordo che rimasi stupito nel vedere i documenti del World Economic Forum di Davos diffusi per sostenere i nuovi prodotti genici. Una propaganda che mi colpì per la superficialità e le banalità che quei signori avevano la sfrontatezza di spacciare come scienza. Per fortuna, la Scienza medica vera è andata avanti e molti gruppi nel mondo hanno cominciato a lavorare sui dati di farmacovigilanza, pur insufficienti, e dimostrare che vi sono delle malattie inattese provocate dai nuovi “vaccini”. Gli stessi decessi “post-inoculo” sono risultati in numero incomparabilmente superiore a qualsiasi altro vaccino della storia. Poiché le nanoparticelle e poi le proteine Spike vanno un po’ dappertutto, qualsiasi organo può essere attaccato, anche se ancora non si è capito bene perché ad alcuni insorgono malattie cardiache, altri ormonali, altre neurovegetative, altri cutanee, altri osteoarticolari e via dicendo. Forse dipende da come il prodotto è inoculato o da particolari predisposizioni genetiche, ad esempio si ipotizza che la mutazione del gene MTHFR possa giocare un ruolo peggiorativo.

Molti danneggiati da vaccino chiedono cure efficaci. Cosa possiamo fare per queste persone?
Non sarebbe corretto consigliare determinati prodotti in assenza di prove sicure di efficacia. Il consiglio generale è cercare bravi medici nel campo della patologia che si lamenta, che si occupano della persona senza pregiudizi. Se si tratta di malattie auto-immunitarie, come sono quelle a medio-lungo termine, bisogna curare molto la salute in generale, l’alimentazione, lo stile di vita e avere fiducia che il sistema immunitario un po’ alla volta tende a riequilibrarsi.

Tutti i medici dovrebbero essere così…
Sembrerebbe ovvio, ma purtroppo ho sentito da persone di fiducia che ci sono dei medici che “non credono” alle persone che lamentano danni da vaccino, fino al punto da considerarle malati immaginari. Basta vedere il film-documentario “Invisibili” per rendersi conto di tale realtà drammatica. Quelle persone mi fanno molta pena e i medici che fanno così tradiscono il giuramento di Ippocrate. Spero che la costituenda Commissione ministeriale per studiare gli effetti avversi dei vaccini possa dare delle risposte in tempi brevi o almeno avviare ricerche serie per trovare le cause e i rimedi di tali patologie.

Quale sarà il futuro della Spike? Sparirà o verrà ulteriormente alimentata e diffusa?
La Spike resterà finché ci sono coronavirus SARS in circolazione, ma come si è visto ormai la patologia dal virus cinese e derivati non fa più paura, la specie umana si è adattata al virus e viceversa. Vista l’esperienza, però, ho paura che possa ricomparire qualche variante pericolosa, più che altro perché nessuno si preoccupa delle centinaia di laboratori che coltivano virus patogeni e continuano a fare esperimenti a scopo commerciale e militare (inventano virus per inventare vaccini contro virus inventati). Mi domando come mai tacciano tutti, persino le massime autorità politiche religiose che furono così sollecite a raccomandare gli inoculi e che pure si esprimono, giustamente, contro il proliferare delle armi.

Ultima domanda: i prodotti genici mRNA si avviano a soppiantare definitivamente i vaccini tradizionali?  
Il tentativo è sicuramente in atto, ci sono molti prodotti in studio. Però il fallimento dei prodotti COVID-19 (checché se ne dica è stato un vero fallimento, anzi una catastrofe della vaccinologia) fa pensare e sperare che ci sarà molta più prudenza nel lanciare nuovi “vaccini” a mRNA per le malattie tradizionali, a partire dall’influenza.