Il Volto Santo, luce che squarcia le tenebre del mondo
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Nell'oscurità dell'ora presente, la festa del Volto Santo di Gesù – che si celebra oggi – è un invito pressante rivolto a tutti, in primis ai pastori. Un volto che, come insegnava Ratzinger, possiamo trovare nell’Eucaristia. La meditazione di un monaco benedettino.
- La Sindone e i Savoia, un dialogo antico, di Antonio Tarallo

Riceviamo e pubblichiamo la meditazione di un monaco benedettino, scritta in occasione della festa del Volto Santo di Gesù, che cade oggi, Martedì di Quinquagesima.
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Nel Vangelo della Domenica di Quinquagesima (Luca 18,31-43), letto nell'usus antiquior due giorni prima della festa del Santo Volto di Gesù, san Luca ci presenta un cieco seduto lungo la strada, un mendicante. Questo cieco è figura di tutta l'umanità. È figura di coloro che, pur non vedendo nulla, sentono i passi di una moltitudine, di coloro che si chiedono il senso di ciò che accade oggi nella Chiesa e nel mondo. È figura di coloro che aspettano che qualcuno gli dica che Gesù di Nazareth sta passando; e inoltre di coloro che, mossi da una misteriosa infusione di speranza, gridano dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me» (Lc 18,38).
Oggi, non meno di quel giorno, c'è chi vorrebbe far tacere il grido che scaturisce dalla speranza. «E quelli che lo precedevano lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava molto di più: Figlio di Davide, abbi pietà di me» (Lc 18,39).
Gesù si presenta. Si presenta davanti agli occhi non vedenti del mendicante. In questo istante, si compiono le parole del Salmista: «Il Signore ha ascoltato il desiderio dei poveri: Il tuo orecchio ha ascoltato la preparazione del loro cuore» (Sal 10,17. Desiderium pauperum exaudivit Dominus; præparationem cordis eorum audivit auris tua). La cecità del mendicante è stata la preparazione del suo cuore. «“Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose: “Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”» (Lc 18,41-42). In quel momento, gli occhi del mendicante si aprirono per vedere nientemeno che «la luce della conoscenza della gloria di Dio, nel volto di Cristo Gesù» (2 Cor 4,6).
Non c'è cecità, non c'è malattia, non c'è oscurità, non c'è vuoto che non possa, nella misteriosa Provvidenza di Dio, servire a preparare il cuore alla contemplazione del Volto Santo di Gesù. I semi della vera devozione al Volto Santo sono piantati in profondità nella terra dell'umanità, in un humus reso fecondo dall'accumulo di tutto ciò che l'uomo perde, di tutto ciò che marcisce e persino dei peccati che lo costringono a gridare pietà.
Vent'anni fa, l’1 aprile 2005, il giorno prima della morte di san Giovanni Paolo II, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, a Subiaco, disse:
«Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri».
Nell'oscurità dell'ora presente, la festa del Volto Santo di Gesù è un invito pressante rivolto a tutti, ma prima di tutto ai pastori del gregge di Dio (Cfr. 1 Pietro 5,2: Pascite qui in vobis est gregem Dei. «Siate pastori del gregge che Dio vi ha dato»). La moltitudine di coloro che sono vissuti e morti con gli occhi fissi sul Volto di Cristo, i santi di ogni epoca, dicono all’unisono: Accedete ad eum, et illuminamini; et facies vestræ non confundentur. «Accostatevi a lui e sarete illuminati, e i vostri volti non arrossiranno» (Sal 33,6). Questo era il messaggio del futuro papa Benedetto XVI in quella giornata di primavera di vent'anni fa, a Subiaco:
«Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini. Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia il quale, in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire alla luce».
Non c'è ascesa a «Dio che abita una luce inaccessibile, che nessuno ha visto né può vedere» (1 Tm 6,16) che non sia un'aspirazione al Volto di Cristo. Al di fuori della luce che risplende dal Volto di Cristo, tutto è tenebra. La devozione al Volto Santo di Gesù è, in effetti, la traduzione in pratica dell'insegnamento presentato nella Dichiarazione Dominus Iesus, elaborata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede sotto la direzione del cardinale Joseph Ratzinger:
Occorre ribadire anzitutto il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo. Deve essere, infatti, fermamente creduta l'affermazione che nel mistero di Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, il quale è «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6), si dà la rivelazione della pienezza della verità divina: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Mt 11,27); «Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18); «È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità e voi avete in lui parte alla sua pienezza» (Col 2,9-10).
Celebrando le prime canonizzazioni del suo pontificato, il 23 ottobre 2005, Benedetto XVI ha nuovamente indirizzato lo sguardo della Chiesa verso il Volto di Cristo, citando l'esempio di san Gaetano Catanoso, «amante e apostolo del Santo Volto di Gesù». Il teologo e Sommo Pontefice tedesco non si sottrasse dal citare l'umile sacerdote calabrese: «Se vogliamo adorare il vero Volto di Gesù (...), lo possiamo trovare nella divina Eucaristia, dove con il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, il Volto di Nostro Signore è nascosto sotto il velo bianco dell'Ostia». A coloro che si accostano a Lui nel Sacramento del suo Amore, cercando la luce del suo Volto, Nostro Signore Gesù Cristo ripete ciò che disse al mendicante lungo la strada: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato» (Lc 28,42).
In questo Anno giubilare del 2025, segnato dall'oscurità e dall'incertezza per tanti, la festa del Volto Santo di Gesù offre un'infusione di speranza per le famiglie, le parrocchie, i monasteri, le comunità religiose e le singole persone. È, allo stesso tempo, un invito a ripetere le parole del profeta Daniele in un'intensa supplica per la Chiesa universale: «Fa' splendere il tuo volto, o Dio, sul tuo santuario» (Dn 9,17).
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Volto Santo, il sigillo della Divinità sulle anime
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