Il tour della figlia di Raul Castro, in Italia per insegnarci i "diritti"
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Milano, Genova, Torino, Firenze, Roma, Pescara, Catanzaro e Cosenza saranno le città del tour italiano che inizia oggi la nipote di Fidel Castro, Mariela Castro Espín. Pezzo grosso del regime comunista cubano, la Castro terrà lezioni su "diritti umani e diritto di famiglia". Il tutto parlando dal pulpito di uno Stato che detiene ancora più di mille prigionieri politici, reprime la libertà di espressione, ha distrutto migliaia di famiglie. Organizza l'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e anche l'Anpi. Protesta da parte degli esuli cubani. Il senatore Giulio Terzi lancia un appello per la libertà a Cuba.
Milano, Genova, Torino, Firenze, Roma, Pescara, Catanzaro e Cosenza saranno le città del tour italiano che inizia oggi la nipote di Fidel Castro, Mariela Castro Espín. Il tutto organizzato dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba (vedere calendario qui), un braccio operativo dell’Ambasciata di Cuba in Italia che lavora in stretta collaborazione con la rete dei comunisti italiani. E non solo, partecipano anche l’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), Arci e Arcigay.
“È un tentativo di attacco alla democrazia italiana”, hanno denunciato i cubani della diaspora attraverso un comunicato firmato da Sayde Chaling Chong e Yusil Gascón, dell’Alleanza Iberoamericana Europea contro il Comunismo (AIECC), e da Sara Sanchez, presidente del Consiglio Europeo-Cubano, coalizione dei dissidenti in Europa per la libertà dell’isola.
Mariela Castro è un pezzo grosso del regime cubano: è figlia dell’ex presidente Raul Castro, sorella di Alejandro Castro, capo del Consiglio Nazionale di Difesa e Sicurezza di Cuba, organizzazione a cui sono subordinate tutte le direzioni di intelligence e controspionaggio del governo cubano. E, come se non bastasse, è anche deputata da febbraio 2013. Come sessuologa di professione, ha inoltre la direzione del Centro Nazionale di Educazione Sessuale dell’Avana (CENESEX), quindi è un’attivista LGBT.
La presenza di Mariela Castro in Italia “è una presa in giro senza precedenti. La figlia del dittatore intende riciclare ancora una volta un sistema politico di partito unico, che perseguita la libertà di espressione e che attualmente ha più di 1.000 prigionieri politici”, si legge nel comunicato dei dissidenti cubani in Europa. È paradossale leggere gli argomenti che saranno affrontati dalla signora Castro: “diritti umani e diritto di famiglia”. Veramente insolito se ricordiamo il curriculum di terrore dei 63 anni del regime comunista, che dopo le proteste dell'anno 2021 ha detenuto a più di 5mila cittadini e, secondo l'Ong spagnola Prisoners Defenders, attualmente è responsabile di 1.057 prigionieri politici. Situazione che abbiamo denunciato in diversi articoli (leggere qui, qui e qui)
Inoltre, la figlia del tiranno Raúl Castro pretende di parlare in Italia di “famiglia” quando proviene da un Paese dove il comunismo ha distrutto centinaia di famiglie, vittime dell’esodo e della prostituzione dilagante; e pretende parlare dei diritti della comunità LGTB, quando il mondo sa che la cosiddetta “rivoluzione” da sempre ha perseguitato gli omosessuali. Il regime di Fidel è noto, negli anni ’60, per i campi di concentramento conosciuti come “UMAP” (Unità Militare di Aiuto alla Produzione), dove gli omosessuali erano internati e condannati ai lavori forzati. E, ancora oggi, “sappiamo da ampie testimonianze che solo gli omosessuali comunisti sono ammessi, il resto è perseguitato”, conferma il comunicato dei dissidenti.
Da notare che, nonostante il suo ruolo ufficiale come parlamentare cubana, alcuni esponenti del Parlamento italiano hanno confermato alla Bussola che non erano informati sulla presenza di Mariela Castro in Italia. Tra questi il senatore Giulio Maria Terzi di Sant'Agata (Presidente della Commissione Politiche dell'Unione Europea del Senato della Repubblica), che lo scorso mese di gennaio ha sostenuto il Forum Democrazia e Diritti Umani per Cuba, per dare spazio alla voce delle vittime del regime in Italia. “Ho ben presente quanto sentito da voci accorate, spesso addirittura disperate dei dissidenti cubani, esuli da un Paese che amano e dal quale hanno dovuto fuggire; alcuni di loro dopo aver subito carcerazioni perché considerati dissidenti politici, anche maltrattamenti e torture”, ha denunciato l’ex Ministro degli Esteri italiano.
Il senatore Terzi ha approfittato dell’occasione per fare appello a un vero rispetto dei diritti umani sull’isola: “Mi auguro che l’onorevole Mariela Castro porti delle notizie, delle prove e delle testimonianze convalidate dai rifugiati politici cubani in Italia e in Europa che dimostrino che si stanno effettivamente adoperando per modificare questa situazione insostenibile e inammissibile. Il rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali, delle libertà politiche, delle libertà di informazione, delle libertà di credere e di non credere, della libertà di stampa, delle libertà sindacali, delle libertà di riunione e di parlare liberamente, della capacità di aver di fronte un potere che riconosca la pluralità in tutti i sensi, non soltanto nei sensi che fanno comodo al potere, alla propaganda del potere, che tutte queste libertà siano veramente riconosciute dal sistema parlamentare politico nel quale l’onorevole Castro è inserita”.
Il comunicato della dissidenza cubana ha ricordato che l'Unione Europea (risoluzione 1481/2006) “condanna fermamente i crimini dei regimi comunisti totalitari, equiparando il comunismo e gli Stati comunisti al fascismo e al nazionalsocialismo per essere somigliante nei crimini contro l'umanità, l’ideologia dell'odio e la tirannia dei loro governi”.
Di conseguenza,i cubani in Europa chiedono che l'ideologia comunista sia messa al bando così come viene fatto con il fascismo. La presenza di Mariela Castro in Italia “è un tentativo di sovvertire e contaminare la democrazia della Repubblica italiana e i valori europei”.