Il Duomo è l’ottava meraviglia del mondo
Nel suo capolavoro, Manzoni descrive Milano con dovizia di particolari, mostrando di conoscerla bene. Lo si vede innanzitutto nella descrizione dell’ingresso di Renzo in città, fino all’apparire del Duomo...
Renzo arriva a Milano l’11 novembre, lo stesso giorno in cui Lucia e Agnese si rifugiano nel convento della Monaca di Monza. Milano è l’unica grande città descritta con dovizia di dettagli nel capolavoro manzoniano. L’autore la conosce bene e il lettore può riconoscere quel nucleo del centro storico che già esisteva nel Seicento.
Gran parte della città è mutata dal Seicento all’Ottocento, quando Alessandro Manzoni scrive. Renzo entra in città attraverso Porta Orientale (oggi Porta Venezia), giunge alla Corsia dei Servi (Corso Vittorio Emanuele II), poi, ad una piazzetta (l’attuale Piazza Cordusio) e alla casa del Vicario di provvisione. I movimenti di Renzo per la città sono accurati. Ad un certo punto dinanzi ai suoi occhi appare il Duomo.
La Monaca di Monza, eroina negativa ma straordinaria
Due soli capitoli bastano al Manzoni per delineare una delle più riuscite creature letterarie.
Il meraviglioso ritratto della Monaca di Monza
Nel ritratto dei personaggi, come in quello di Gertrude, Manzoni alterna le caratteristiche fisiche ed esterne con quelle morali, restituendo come uno specchio dell’anima del personaggio stesso.
Quei tagli prudenti del Manzoni
Nel passaggio dal Fermo e Lucia ai Promessi sposi, raccontando le vicende della Monaca di Monza, Manzoni taglia la passione amorosa che la lega a Egidio e l’episodio dell’omicidio della conversa. Scelte dettate da prudenza.
La vera identità della Monaca di Monza
Il racconto sulla Monaca di Monza corrisponde solo in parte alla storia di Virginia de Leyva, la suora che ha ispirato il personaggio de I promessi sposi. E di cui Manzoni omette un aspetto fondamentale.