Il Concistoro si conclude senza troppe sorprese
Il Concistoro si è concluso ieri. Una due-giorni senza sorprese, in un clima disteso, dopo quello di sette anni fa sulla famiglia che invece era stato burrascoso. Il Papa ha messo in guardia i cardinali sulla mondanità. Intanto l'Ucraina, dopo la tensione diplomatica, si accontenta di una lettera di precisazioni, che però è senza firma.
Clima fraterno. Con queste due parole, il bollettino della Sala Stampa della Santa Sede ha descritto i lavori della riunione con i cardinali che si è conclusa oggi a Roma. Cala il sipario, dunque, sull'appuntamento annunciato dal Papa a fine maggio insieme alla creazione di venti nuovi membri del Sacro Collegio. C'era molta attesa per l'evento, probabilmente perché arrivava sette anni dopo l'ultima volta e seguiva una serie di interviste in cui Francesco aveva affrontato l'argomento sempre caldo delle dimissioni.
Alla fine, invece, indiscrezioni e speculazioni circolate nelle scorse settimane e di cui avevamo dato notizia si sono rivelate infondate. Non ci sono state sorprese, ma l'annunciata discussione di una costituzione apostolica che è già in vigore dal 5 giugno. La discussione sulla Praedicate Evangelium è terminata ieri mattina e nel pomeriggio si è passati a parlare dell'imminente Giubileo del 2025. Un confronto, quello sulla riforma della Curia, che non ha visto colpi di scena e che il cardinale Walter Kasper, relatore unico nel vivace Concistoro sulla famiglia del 2014, ha definito con noi "molto, molto pacifico". Anche perché l'obiettivo non era quello di discutere il documento, ma di riflettere su di esso insieme a tutti gli altri confratelli. Durante la Messa, comunque, il Papa li ha sferzati nell'omelia: «ci chiamano eminenza – ha detto – sì, c’è del vero in questo, ma c’è anche tanto inganno, con cui il Menzognero cerca di mondanizzare i seguaci di Cristo e renderli innocui». «Questa chiamata – ha poi aggiunto – è sotto la tentazione della mondanità, passo a passo ti toglie la forza, la speranza, ti toglie di vedere lo sguardo di Gesù che ci chiama per nome e ci invia. Questo è il cancro e il tarlo della mondanità spirituale».
I quasi duecento cardinali presenti hanno avuto l'occasione di conoscersi non solo durante le sessioni, ma anche fuori, nei ristoranti di Borgo o nelle strutture che li hanno ospitati. Come è stato scritto da quasi tutti nelle settimane precedenti, è probabile che questa due giorni (più quelli del Concistoro per la creazione dei nuovi porporati) si rivelerà utile in vista di un futuro Conclave se non altro per le impressioni suscitate da chi non si conosceva o conosceva poco. Forse anche per questo molti cardinali hanno preferito non parlare con la stampa a lavori in corso. Riforma della Curia e finanze sono stati due dei temi principali in discussione, così come avvenne nelle congregazioni generali del 2013 che portarono poi all'elezione dell'argentino Bergoglio.
La giornata di ieri, oltre alla chiusura della riunione, ha visto anche l'uscita di un comunicato stampa della Santa Sede nel quale si è sentito il dovere di fare una precisazione sulle parole pronunciate dal Papa nell'udienza generale di una settimana fa. Francesco aveva definito Darja Dugina, la figlia del filosofo eurasiatista Alexander Dugin uccisa in un attentato, una «povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca», annoverandola tra gli innocenti che «pagano la guerra». Parole pronunciate nell'ambito di un appello per la pace in Ucraina e che avevano provocato le ire di Kiev, al punto che il ministro degli esteri, Dmytro Kuleba aveva convocato il nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas per protestare. «Le parole del Santo Padre su questa drammatica questione – si legge nel comunicato pubblicato ieri – vanno lette come una voce alzata in difesa della vita umana e dei valori connessi ad essa, e non come prese di posizione politica». «Quanto alla guerra di ampie dimensioni in Ucraina, iniziata dalla Federazione Russa – prosegue la nota – gli interventi del Santo Padre Francesco sono chiari e univoci nel condannarla come moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega».
Vale la pena notare che, così come la dichiarazione sul Cammino Sinodale in Germania uscita lo scorso 21 luglio, anche questo testo viene presentato solamente come "comunicato della Santa Sede" (in quel caso "dichiarazione") ma senza firma. Una formula che il Papa aveva bocciato nel corso della conferenza stampa sul volo di ritorno dal Canada, rivelando che a scrivere la dichiarazione in cui si precisava che il Cammino Sinodale tedesco non «ha facoltà di obbligare i Vescovi ed i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale» era stata la Segreteria di Stato. «È stato uno sbaglio non firmare come Segreteria di Stato, uno sbaglio di ufficio, non di cattiva volontà», aveva detto Francesco. Ora la nuova nota relativa alle parole su Dugina, anch'essa senza firma, che è stata accolta come un successo dall'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash per il quale «la reazione attiva» di Kiev «è stata capita». L'autore di questa nota senza firma è lo stesso di quella sul Sinodo tedesco?