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il caso

Gli opposti sciacallaggi sulla salute di Bove

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Sul caso del calciatore Edoardo Bove, colpito da arresto cardiaco domenica in campo, si stanno scatenando due opposti sciacallaggi: quello dei cosiddetti no vax che hanno legato il malore al vaccino senza avere neanche la prova che fosse vaccinato, ma anche quello dei media che stanno rivelando informazioni mediche riservate e scritte confusamente in modo da escludere a priori una miocardite da vaccino. 

Attualità 07_12_2024

Sulla vicenda del calciatore della Fiorentina Edoardo Bove si stanno scontrando sui media gli opposti sciacallaggi di chi vorrebbe sostenere le proprie tesi per tirare da una parte all’altra il suo drammatico arresto cardiaco in campo contro l’Inter domenica. Eppure, a ben guardare il suo decorso ospedaliero, le informazioni per trarre delle conclusioni sono davvero poche e questo è indicativo del fatto che i medici del Careggi che lo hanno in cura non hanno ancora sciolto la prognosi dato che il giovane calciatore è sottoposto ancora ad esami e ad accertamenti.

Gli sciacallaggi sono invece ad opera di quegli opposti estremismi che vorrebbero cacciare la vicenda Bove per forza dentro il complesso e altrettanto drammatico capitolo delle reazioni avverse da vaccino covid per includervi anche il suo caso, per un verso, ma anche per escluderlo forzatamente nell’altro.

Il primo sciacallaggio, infatti, e per certi versi il più evidente è quello di quel conglomerato di utenti social che, subito dopo che il giovane si è accasciato per terra al Franchi di Firenze perdendo per un attimo conoscenza, ha iniziato a sospettare che il malore fosse da ricondurre ad una reazione avversa da vaccino. Ipotesi sostenuta sotto forma di tesi social per nulla argomentata e monca di quegli elementi fondamentali per poter essere sostenuta. A cominciare dal fatto che non sappiamo, al momento, se il centrocampista 22enne si sia vaccinato effettivamente.

Si potrebbe propendere per il sì, ma resta comunque una congettura perché potrebbe anche non aver prestato il braccio alla campagna vaccinale di massa, pertanto, non sarebbe serio né rispettoso avanzare certi sospetti. Inoltre, se anche la notizia della vaccinazione fosse confermata da fonte autorevole, lui stesso, i famigliari o i medici che lo hanno in cura, bisognerebbe provare che l’aritmia ventricolare che gli ha fermato il cuore sia causata proprio da quel vaccino, che avrebbe effettuato almeno due anni prima. Troppo, decisamente, anche per il più tenace dei no vax complottisti. In questo caso una parte di ragione ce l’ha il professor Matteo Bassetti, che ne ha approfittato per accusare di sciacallaggio chi ha provato a mettere in relazione il vaccino con quanto accaduto al giovane.

Ma c’è uno sciacallaggio più nascosto e subdolo e che viaggia col favore dei media, il quale si alimenta di un’informazione incompleta e parziale per poter escludere in partenza e altrettanto pregiudizialmente il vaccino come causa scatenante o minimizzarne la portata.

Ed è lo sciacallaggio a cui stiamo assistendo in queste ore a seguito delle notizie che escono dai giornali, che danno per scontato ciò che qualunque cardiologo assennato e prudente non darebbe mai per scontato e cioè che la miocardite di cui Bove ha sofferto in passato sia qualcosa di non scatenante o comunque non c’entri più di tanto con la sua vicenda.

Il primi a parlare di miocardite ai danni di Bove, infatti, non sono stati i giornalisti di un fantomatico “Eco del no vax”, che non esiste nelle edicole, ma ad esempio quelli della Gazzetta dello Sport che mercoledì 5 dicembre ha riportato la notizia che il giovane calciatore avesse avuto una miocardite da adolescente e un altro episodio nel 2020 definito genericamente e poco scientificamente “miocardite post covid”, termine che nessun medico utilizzerebbe mai. E lo ha riportato non attribuendola a una fonte qualificata, ad esempio quella medica, ma in un susseguirsi di “a quanto risulta”, “sarebbe” e “avrebbe” ha comunicato che il giovane avrebbe sofferto di miocardite e che questo era a conoscenza dello staff della Roma, squadra nella quale prima militava.

È probabile che, trattandosi di un quotidiano sportivo, la fonte della Gazzetta sia dentro una delle due squadre dove il calciatore ha militato in serie A. Sta di fatto che quei “sarebbe” sono diventati “è” e quegli “avrebbe” sono diventati “ha avuto”.

Ma è un’informazione che prima di tutto vìola la sua privacy, dando in pasto all’opinione pubblica una condizione clinica che invece andrebbe tutelata e tenuta riservata. Che però non è stata smentita. Dunque, ora sappiamo che Bove ha avuto almeno una miocardite, forse due e che tutti ne erano a conoscenza, ma non sappiamo nulla di quale sia stata la causa né di quali terapie e controlli abbia mai fatto per tenere monitorata quella cicatrice. E neppure sappiamo se la miocardite che ha avuto e che viene definita “post Covid” sia a seguito di un’infezione causata dal Covid o incorsa per un’infezione avvenuta dopo l’eventuale vaccinazione, il che orienterebbe per lo meno le indagini.

E infatti, prim'ancora che la Gazzetta, il Tirreno, il 2 dicembre aveva già scritto della miocardite “post Covid”, ma l'avrebbe collocata in un lasso temporale successivo: sarebbe sopraggiunta un anno e mezzo fa; quindi, non nel 2020 come inizialmente sostenuto e quando la campagna vaccinale non esisteva, ma nel 2023. Mentre il Corriere della Sera, edizione di Firenze, ieri ribadiva la miocardite del 2020, ma aggiungeva che «la Fiorentina ha scelto la strada della discrezione e sta evitando altri bollettini medici». Effettivamente, l’unico bollettino medico di cui si ha conoscenza è quello diramato dalla società il 2 dicembre, subito dopo la notte passata al Careggi e nel quale non si aggiungono informazioni cliniche. Ma la discrezione non è una dote di certo giornalismo. 

Dunque, tutto quello che si sta scrivendo in queste ore, "la" o "le" miocarditi, la loro collocazione temporale, la cicatrice che potrebbe aver scatenato l’arresto cardiaco e tutto quello che leggiamo è stato raccolto dai cronisti da fonti a mezza bocca che non hanno dichiarato, giustamente, nulla in proposito.

Tutto questo però alimenta uno sciacallaggio al contrario perché se l’informazione è carente e non riscontrabile, non è la sua salute che sta a cuore, ma qualcos’altro. Il bisogno di dare delle notizie circa un suo auspicabile ritorno in campo, con o senza defibrillatore sottocutaneo. Ma alimenta anche il sospetto che le informazioni possano essere volutamente ambigue perché se c’è di mezzo una miocardite ai danni di un atleta giovane, quella del vaccino come conseguenza è una domanda da porsi, ma da porsi in scienza e coscienza e seriamente, stando non solo alle risultanze cliniche, ma anche a quello che la letteratura medica dice. E la letteratura medica oggi ci dice che non è affatto da escludere l’ipotesi che Bove abbia avuto una miocardite da vaccino, visto che ormai è acclarato che il vaccino abbia provocato questa particolare infiammazione cardiaca, spesso taciuta e il più delle volte coperta da una non meglio miocardite causata dal Covid come causa scatenante, anch’essa presente in letteratura, ma meno frequente.

Basti pensare che uno dei pochi studi effettuati a tal proposito, in Israele nel 2021, ha preso in considerazione un periodo di osservazione che va dal 15 dicembre 2020 al marzo 2021 su pazienti non ancora vaccinati. Ebbene, l’incidenza di miocarditi e pericarditi in pazienti affetti da Covid non è dissimile dal gruppo di controllo di pazienti non affetti da Covid, il che ha fatto concludere gli studiosi che un rischio potenziale di mio-pericardite da Covid, al di fuori del vaccino, c’è, ma non è così devastante ed evidente come invece è quella che incorre dopo la vaccinazione.

Ecco perché parlare di miocardite post Covid come stanno facendo i giornali in queste ore non contribuisce a chiarire nulla, salvo però cercare di allontanare pregiudizialmente il più possibile il sospetto – lo ripetiamo del tutto teorico e non comprovato - che anche il povero Bove possa essere tra le vittime del vaccino. Questa però non è informazione, è appunto sciacallaggio.



LA NOSTRA SALUTE

Miocarditi da vaccino a mRna: ecco i casi ignorati sui giovani

Assenza di malattia prima del vaccino, anticorpi formati e tampone negativo sono tutte prove della dipendenza della miocardite direttamente dal vaccino nei 283 casi segnalati dalla vaccinovigilanza americana e in quella israeliana, tutti su vaccini a mRna. L'incidenza di miocarditi post vaccino è di 4-5 volte più del solito dopo il I mese di osservazione. La somministrazione dei vaccini ai giovani non offre un diretto beneficio a coloro che lo ricevono perché la miocardite è un effetto collaterale non trascurabile sia per effetti immediati che a distanza. E i numeri attuali potrebbero essere solamente la punta dell’iceberg che sottende in realtà una casistica molto più ampia. 

COVID/1

Atleti e miocarditi, perché c’entrano i vaccini mRNA

Nel 2021 si è riscontrato un aumento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti. Anche le morti improvvise tra i calciatori sono superiori alla media. Dagli studi emerge un legame significativo con i vaccini mRna, il Ministero non dovrebbe minimizzare. Il problema è più accentuato negli atleti maschi e giovani, specie a causa dei livelli di catecolamine.

STUDI CONFERMANO CORRELAZIONE

Miocardite da vaccino: dalle autopsie una triste verità

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L'Università di Heidelberg (Germania) pubblica un dettagliato studio che analizza le caratteristiche istologiche della miocardite indotta da vaccino su 25 pazienti morti inaspettatamente entro i 20 giorni dalla vaccinazione anti-SARS-CoV-2. È l'ennesima prova della scienza che va ad aggiungersi ad altre in cui si documenta che la patologia cardiaca è stata causata dalla vaccinazione e non dal virus. Un elemento che deve far riflettere su un corretto rapporto rischi/benefici e che smentisce i commenti di qualche celebrata virostar, secondo cui le miocarditi erano benigne. 

FLOP CAMPAGNA VACCINALE

«Minimizzare le miocarditi»: arriva il soccorso rosso dei media

18_11_2023 Paolo Gulisano

La campagna vaccinale è un flop. Allora Repubblica e Corriere si incaricano di soccorrerla e non potendo smentire le mio-pericarditi, ormai ammesse da Big pharma e dall'Ema, minimizzano il dato senza fornire alcun riscontro. 

IL DOCUMENTO

L'Ue sa tutto sulle miocarditi, ma spinge ancora a vaccinarsi

26_09_2023 Andrea Zambrano

La Commissione aggiorna il registro dei farmaci autorizzati e ammette il rischio aumentato di pericarditi e miocarditi dopo i vaccini a Mrna, decessi compresi. Eppure continua a consigliare l'imminente campagna vaccinale contro un virus che oggi è poco più di un raffreddore. 

VIA LIBERA DALL'EMA

Nuovo vaccino al via: nessuna sperimentazione e miocarditi dichiarate

01_09_2023 Andrea Zambrano

L'Ema dà il via libera al nuovo vaccino anti-Covid senza sperimentazioni. Nel frattempo le case farmaceutiche ammettono che «può aumentare il rischio di mio-pericarditi. L'allarme di Frajese: «Siamo passati da 10 anni di sperimentazione a neppure un giorno».

STUDIO DECISIVO

Miocarditi in aumento su giovani e maschi vaccinati mRNA

Lo studio nordeuropeo pubblicato su JAMA Cardiology riporta un incremento significativo delle miocarditi post vaccino mRNA soprattutto nei giovani di sesso maschile di età compresa fra 16 e 24 anni. Nel vaccino Moderna più casi rispetto a Pfizer perché l’mRNA messaggero è maggiormente concentrato. Questi dati confermano i casi di miocardite giovanile negli atleti e impongono la somministrazione dei vaccini conoscendo la storia del paziente e sottoponendolo prima ad alcune valutazioni cliniche.
- DANNI PSICHICI DA LOCKDOWN, LANCET CONFERMA, di Luca Volontè

reazioni avverse

Il dramma di Ivana smonta la fake delle miocarditi benigne

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Dato che non si possono più negare, è in atto l'ordine di ridimensionare la gravità delle mio-pericarditi post vaccino. Per Burioni sono benigne, per l'Asl di Ravenna innocue. Ma la storia di Ivana Mazzarella, fisioterapista romana e volto noto del fitness, alla quale è stata diagnosticata una pericardite da vaccino, dimostra che il problema c'è: «Il malore al centro vaccinale, mezz'ora dopo la II dose, la mia vita ora è peggiorata e la mia attività ferma; mi sto curando, ma ho sofferto due mesi e non ne sono ancora uscita, c'è rischio recidiva». L'allarme del cardiologo Capucci: «Minimizzare le conseguenze di una miocardite, significa ignorare la clinica medica».
- CROAZIA: OSSESSIONI DA TAMPONE E MEDICI "UNTORI" di Guido Villa