Gesù, il Re sofferente che vince il mondo
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Venerdì Santo: tra la flagellazione e la crocifissione, Gesù viene coronato di spine. Così, la sua regalità viene affermata anche da chi lo deride e lo ignora. E gli viene fatta indossare una veste di porpora, che simbolicamente contiene un altro richiamo a imitarlo, fino a versare il sangue per amore.
- ANTONIETTA MEO, LA BAMBINA UNITA ALLA PASSIONE DI GESÙ, di C. Signorelli
Pubblichiamo di seguito la seconda parte (vedi qui la prima) dell’esegesi del gesuita padre Cornelio a Lapide (1567-1637) sull’incoronazione di spine di Gesù.
Traduzione in italiano a cura di padre Konrad zu Löwenstein.
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Simbolicamente S. Bernardo dice: “Anche se Lo incoronano con derisione, tuttavia nella loro derisione ignorante Lo confessano essere un Re incoronato. Pertanto è dimostrato di essere un re da coloro che non Lo conoscevano”. E S. Agostino dice: “Così, il Regno che non era di questo mondo vinse il mondo orgoglioso, non con feroci combattimenti, ma umili sofferenze. Gesù, indossando la corona di spine e la veste di porpora, non [era] risplendente in potenza, ma sopraffatto da guai”.
“Il viola”, dice ancora Elias Cretensis, “esorta i buoni governanti a essere pronti a versare il loro sangue a beneficio dei loro sudditi”. Perciò, la porpora è data ai cardinali per ricordare loro che dovrebbero versare il loro sangue per la Chiesa; e S. Germano dice che la veste di porpora e la corona di spine che fu posta su di Lui [Gesù] prima della Sua crocifissione assicurarono la vittoria a Colui che disse: “Sii di buon animo, io ho vinto il mondo”. [Lo pseudo] Atanasio dice: “Quando il Signore fu vestito di porpora, fu innalzato invisibilmente un trofeo sul diavolo. Era una meraviglia strana e incredibile, e senza dubbio un segno di grande vittoria, che mettessero gli ornamenti del trionfo su Colui che avevano colpito con scherno e derisione. Egli è andato a morte così, per dimostrare che la vittoria è stata ottenuta espressamente per la nostra salvezza”. [Lo pseudo-Atanasio] Sottolinea anche che Cristo fu incoronato di spine per restituirci l’albero della vita e per guarire gli affanni di questo mondo, prendendoli tutti su di Sé.
Goffredo di Buglione rifiutò di essere incoronato re di Gerusalemme su questo terreno, poiché non conveniva a un re cristiano indossare una corona d’oro proprio nella città in cui Cristo ne aveva indossato una di spine.
E una canna nella sua mano destra (Mt 27,29).
Questa, che rappresentava il Suo scettro come Re dei Giudei, era una cosa fragile, inutile, meschina e ridicola. È descritta come una canna liscia con una cima lanosa.
E chinarono il ginocchio davanti a lui, e lo schernirono, dicendo: Ti saluto, re dei Giudei! (Mt 27,29)
Notate qui tutto ciò che è stato fatto per scherzo. Riunire l’intera coorte come un esercito di assistenti. Il Suo trono una pietra o un seggio, innalzato come un tribunale. La Sua corona era di spine, la Sua veste una clamide scarlatta, il Suo scettro una canna; al posto degli applausi del popolo c’erano le beffe dei soldati; c’erano gli sputi, i colpi e le frustate. Cristo sopportò tutto questo con divina umiltà e pazienza, e quindi meritò che “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”. (Fil 2,10-11).
È da notare che Agrippa fu poco dopo insultato ad Alessandria esattamente nello stesso modo.
E gli sputarono addosso, presero la canna e lo percossero sulla testa (Mt 27,30).
Come per aver presuntuosamente aspirato a diventare re di Giudea; per conficcare anche la corona di spine più saldamente nella Sua testa. Questi insulti più grossolani e questi dolori più crudeli sono stati inventati dai diavoli piuttosto che dagli uomini, dice Origene. “Non un solo membro, ma l’intero corpo ha subito queste ferite atroci”, dice S. Giovanni Crisostomo.