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LA RESA

G7 inutile: tutti in ginocchio di fronte ai Talebani

La riunione del G7, sull'Afghanistan, è stata la fiera delle ipocrisie. Nessun impegno concreto per il futuro del Paese perduto, mentre dal fronte fioccavano le brutte notizie: niente posticipo della data del rimpatrio dopo il 31 agosto, infiltrazioni di terroristi fra i profughi e il capo della Cia ha incontrato i Talebani. E' lo scenario di una resa.

Esteri 25_08_2021
La riunione virtuale del G7

La riunione straordinaria dei paesi del G7 (Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Canada e Giappone) termina con un nulla di fatto (“un impegno morale comune”), dopo il fermo rifiuto dei Talebani di posticipare l’uscita delle truppe straniere dall’Afghanistan a dopo il 31 agosto. L’Europa rimane divisa, l’Onu si mostra sempre più ipocrita e solo Draghi mostra pragmatico buon senso con la sua proposta di una riunione straordinaria del G20 (Paesi del G7 e Brasile, Cina, India, Russia, Sud Africa, Australia, Arabia Saudita, Argentina, Corea del Sud, Turchia, Messico ed Indonesia alla quale, confidiamo, siano inviatati anche Iran e Pakistan).

Dalla riunione pomeridiana del G7 di Londra, alla quale i leader dei paesi membri hanno partecipato in collegamento, non è emerso nulla di significativo: non un ‘mea culpa’ sul fallimento ventennale, non la volontà di porre condizioni ai Talebani, un semplice impegno morale comune ad affrontare le “conseguenze del ritorno” dei Talebani al potere in Afghanistan. Tutto come fosse un accidente della storia, senza responsabilità per le potenze che hanno liberato quel paese per 20 anni. Il Premier inglese Boris Johnson nella conferenza stampa a conclusione del vertice ha detto che “Siamo fiduciosi di poter far uscire altre migliaia di persone…Abbiamo concordato un approccio comune per affrontare l'evacuazione, ma anche una tabella di marcia per il modo in cui ci impegneremo con i Talebani…per garantire un passaggio sicuro per gli afgani che vogliono fuggire dopo il 31 agosto… Quello che tutti vogliamo vedere ora è l'Onu che aiuta a guidare un processo politico che cercherà di portare avanti l'Afghanistan senza che l'Afghanistan senta di dover subappaltare o appaltare il suo governo a potenze straniere o a forze di spedizione... Ci vorrà pazienza e tempo. Ma nel frattempo, quello che dobbiamo fare è usare la nostra considerevole influenza come G7 per lavorare sulle nuove potenze in Afghanistan per insistere su un passaggio sicuro e per seguire il percorso che pensiamo sia compatibile con i nostri valori e che ci permetterà di impegnarci positivamente con loro in futuro”.

I Talebani hanno già risposto negativamente alla richiesta di lasciar passare per la fuga in Occidente, dopo il 31 agosto, gli intellettuali, i professionisti e le donne afgane. Il meeting era stato anticipato da quattro notizie rilevanti della giornata. La prima è la decisione della Presidenza Slovena di convocare una riunione straordinaria del Consiglio degli ambasciatori e ministri degli Esteri per giovedì prossimo 26 agosto. Risposta migliore non poteva esser data ai politici europei socialisti (in primis il Presidente del Parlamento Sassoli) che avevano polemizzato lunedì con il premier Sloveno per le sue dichiarazioni realiste sull’improbabile apertura di corridoi umanitari per i rifugiati afgani in Europa. L’Europa rimane molto divisa e le posizioni di molti Paesi contrari all’accoglienza indiscriminata di rifugiati si sono rafforzate, in primis il fermo rifiuto dell’Austria e dell’Ungheria.

La seconda notizia è emersa in tarda mattinata di ieri e riguarda ciò che tutti temevamo: sospetti terroristi ed infiltrati talebani sarebbero tra i rifugiati giunti con gli aerei militari in Francia e nel Regno Unito. Nel pomeriggio, in coincidenza con il termine della riunione del G7, l’ex presidente Trump ha denunciato l’incapacità di Biden nel gestire la situazione: l’amministrazione Biden starebbe abbandonando migliaia di cittadini americani e collaboratori sul territorio afgano ed, allo stesso tempo, salvando centinaia si terroristi camuffati da rifugiati. Salvare i collaboratori che per tanti anni hanno aiutato le forze occidentali è un conto, ma portarsi in casa tagliagole professionisti è ben altro. La generosità dei Paesi occidentali non può essere scambiata con accoglienza verso coloro che vogliono costruire nuovi emirati islamici a Londra, Parigi o Roma.

La terza notizia, trapelata nella tarda mattinata e poi confermata da più fonti, era relativa all’incontro (segreto) tra William Burns, Capo della CIA e i talebani avvenuto a Kabul ed avente probabilmente per oggetto la possibilità di posticipare il ritiro delle truppe, cittadini occidentali e loro collaboratori. Una notizia più che sconcertante se pensiamo che molti leader dei paesi del G7 e la stessa Presidente della Commissione Ue, in questi giorni hanno pubblicamente sbandierato la decisione di non voler riconoscere in alcun modo alcuna autorità ai tagliagole di Kabul. Verba volant…ma il pragmatico realismo dice ben altro. Migliore conferma dell’esito negativo dell’incontro è stata data attraverso le dichiarazioni del pomeriggio di ieri del portavoce del Pentagono John Kirby, nelle quali si confermava la data del 31 agosto per il ritiro e rimpatrio finale, nonostante il ministro degli Esteri tedesco affermasse che sarebbe stato impossibile evacuare tutti i tedeschi in tempo. Con la scusa dei possibili attentati all’aeroporto di Kabul, le truppe Usa inizieranno a smobilitare dal prossimo venerdì 27 agosto.

La quarta notizia, ahimè prevedibile, è la prolungata ipocrisia con la quale da Amnesty International al Segretario per i Diritti Umani dell’ONU si continua a rilanciare l’allarme sulle violazioni dei diritti umani compiuti dai Talebani in questi pochi giorni dalla conquista del potere, mentre una cortina di silenzio complice aveva coperto per un ventennio i soprusi e le violenze compiuti dai ‘governi fantoccio’ precedenti. Non può essere credibile Michelle Bachelet che si sbraccia per i possibili pericoli futuri delle bambine afghane, quando non ha detto una parola sulla pedofilia ventennale nel paese, né fiatato davanti al prossimo sterminio di 4.7 milioni di bambine che l’aborto selettivo provocherà prossimi 9 anni Siamo seri.

Non c’è ancora una data per la riunione straordinaria del G20 a cui sta lavorando il premier Draghi e solo da quell’incontro, al quale devono essere invitati Iran e Pakistan, si capirà il futuro dell’Afghanistan. Oggi abbiamo una certezza: ad 8 giorni dalla vittoria talebana, l’Occidente è già in ginocchio davanti agli emiri e dobbiamo solo sperare che i tagliagole non siano già tra noi.