Fast food in chiesa, il vescovo dà l'ok usando Gesù a modo suo
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Il vescovo di Vicenza dà il via libera all'hamburgeria in chiesa strumentalizzando persino quel che Gesù avrebbe fatto. Ma così ignora non solo il codice di diritto canonico, ma anche lo stesso Vangelo che sulle profanazioni delle chiese è chiaro, come dimostra l'episodio della cacciata dei mercanti dal tempio.
Secondo il vescovo di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto, Gesù in persona darebbe il suo via libera all’hamburgheria in chiesa perché lui «era stato etichettato come un mangione e un beone». È questa la sconcertante presa di posizione del pastore vicentino dopo le polemiche sollevate dal nostro articolo sull’hamburgheria in chiesa organizzata dalla parrocchia di San Pietro a Trissino in occasione della festa di San Giovanni Bosco il 31 gennaio prossimo.
Dopo l’articolo della Bussola, il vescovo è intervenuto a margine di una conferenza stampa e alla domanda del giornalista del Corriere della Sera, ha dato una risposta che fuga ogni dubbio: l’iniziativa del parroco don Domenico Pegoraro ha la benedizione del vescovo che per l’occasione si impegna persino ipotizzando quello che Gesù avrebbe potuto dire a favore.
Ecco la risposta di Brugnotto: «Comprendo che ci possa essere una certa reazione da chi pensa che il sacro non debba essere toccato per definizione – ha detto -. Riconducendomi a ciò che dice il Vangelo, dal punto di vista ecclesiale ritengo importante coinvolgere e porre attenzione a tutti, e tra questi non sono esclusi i giovani, al contrario, una delle categorie che fa sicuramente parte delle odierne fragilità, per cui credo sia doveroso dare loro spazio, con le dovute attenzioni, anche nei luoghi sacri. Gesù è stato etichettato con un mangione e un beone, ma se oggi fosse qui oggi, credo accoglierebbe e approverebbe iniziative come questa».
Dicevamo sconcertante e non solo perché, di fatto, Brugnotto ha avvallato ciò che la legge della Chiesa proibisce severamente, cioè una cena in un luogo di culto, ma perché per giustificare il suo sì, stiracchia Gesù Cristo come se fosse un oracolo al quale rivolgersi per avere una risposta circa un quesito scottante.
Senza dimenticare che, dicendo «se Gesù fosse qui oggi», il prelato ha offerto una preoccupante e personalissima versione della presenza/assenza del Cristo «ieri, oggi e per sempre». Il fatto è che un vescovo non è chiamato a dire secondo lui cosa avrebbe fatto o detto Gesù di fronte ad un qualunque fatto, ma cosa di fatto il Signore, tramite la sua Chiesa, dice e fa oggi.
Tanto più che il problema non è di chi «pensa che il sacro non dovrebbe essere toccato» perché a dirlo è la Chiesa stessa, non certo i poveri fedeli che ora stanno pensando a qualche azione per protestare ancora più vibratamente. In quanto a Gesù, semmai, si troverebbe più a suo agio a mangiare in un Mc Donalds, piuttosto che in quella che è la sua casa.
E qui la faccenda si complica perché la Chiesa non ha mai ammesso che per attirare i giovani in chiesa (termine discutibile per una proposta di fede, ma questo è il fine promosso dagli organizzatori della parrocchia) li si debba invogliare andando ad occupare quei luoghi che per loro stessa definizione sono destinati al culto, come se una parrocchia non fosse dotata sufficientemente di sale e saloni dove svolgere qualunque attività mangereccia che la Chiesa non ha mai disdegnato come luogo di condivisione e comunione. Qua la volontà sembra proprio quella di sovvertire la natura di chiesa come luogo di culto per consegnarci un luogo multiuso e polivalente, buono per tutte le attività umane perché la preghiera non può avere la priorità su tutto.
Il canone 1210 a tal proposito è molto chiaro: «Nel luogo sacro sia consentito solo quanto serve all'esercizio e alla promozione del culto, della pietà, della religione, e vietata qualunque cosa sia aliena dalla santità del luogo».
Dunque, quella che andrà in scena il 31 gennaio sarà una profanazione bella e buona, con buona pace del vescovo, il quale si appellerà volentieri al comma successivo che recita: «L'Ordinario, però, per modo d'atto può permettere altri usi, purché non contrari alla santità del luogo». Ora, volendo fare chiarezza, per “modo d’atto” significa con un atto valido solo per quella situazione, ma si tratta di una circostanza, appunto, straordinaria e di necessità. Infatti, a fare fede è quel “purché non contrari alla santità del luogo”, che non vuol dire purché non siano atti peccaminosi, ma si riferisce unicamente alla destinazione al culto.
Infatti, per fare un esempio, basta leggere con attenzione quanto la Cei nel 1989 scriveva per disciplinare i concerti di musica sacra nelle chiese per comprendere quanto prudenza, necessità e rispetto del luogo debbano essere criteri fondamentali per discernere ogni cosa. Non proprio quello che rappresenta una cena a base di hamburger (di venerdì poi, ma non stiamo a sottilizzare) dove, come da manifesto, ci saranno musica e divertimento.
Tanto più che, a voler stare al gioco del vescovo, per la verità Gesù l’unica volta che ci ha detto come non si deve occupare una chiesa l’ha fatto una volta per tutte rovesciando i tavoli dei cambiavalute e dei venditori di colombre e non è finita bene, per loro, chiamando il tempio sacro "la mia casa, casa di preghiera per tutte le genti" e non fast food temporaneo per mancanza di fantasia.
In conclusione, prendiamo atto che l’iniziativa di Trissino in quel di Vicenza è benedetta dal vescovo, il quale però si arroga un potere che in realtà non potrebbe esercitare perché contraddice proprio quella che è la mens della Chiesa.
In quanto ai giovani distanti dalla chiesa e dalla Chiesa, lo capiscono anche loro che non sarà un’hamburgheria che potrà avvicinarli a Dio perché non è questo che i giovani chiedono alla Chiesa. Ma per certi pastori il “piano dell’offerta formativa” sembra essere imperniato unicamente ormai sul “come” e non sul “cosa”.
A questo proposito, giova ricordare le parole pronunciate non più tardi di lunedì scorso dal Cardinal Robert Sarah, ospite della Bussola, il quale, volendo andare alla radice della crisi odierna di fede e di evangelizzazione, ha puntato il dito contro la mancanza di adorazione: «La perdita del valore religioso dell'inginocchiarsi e del senso dell’adorazione di Dio – ha detto - è la fonte di tutti gli incendi e le crisi che stanno scuotendo il mondo e la Chiesa, dell’inquietudine e dell’insoddisfazione che vediamo nella nostra società. Abbiamo bisogno di adoratori! Il mondo sta morendo perché manca di adoratori! La Chiesa è inaridita dalla mancanza di adoratori».
Arrivati a questo punto scegliete pure il panino, con o senza semi di sesamo e decidete se guarnire il vostro hamburger con salsa BBQ o crispy, ma non si potrà nascondere il fatto che la Chiesa è stata usata per una squallida operazione di ruffianeria giovanilista che avrà come unico effetto quello di allontanare sempre di più i giovani. Sempre più increduli che la proposta cristiana sia tutta qui.