Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IL RAPPORTO IWF

Europa, rifugio mondiale dei contenuti online pedofili

Il nuovo rapporto annuale 2021 della Internet Watch Foundation (IWF) pubblicato martedì (26 aprile) mostra quanto vergognosamente sia proprio l'Europa il "centro globale" per l'hosting di materiale pedopornografico online (CSAM): ne ospita il 59% a livello mondiale. L'Olanda ha il triste primato, fra tutti i Paesi dell'Europa.

Famiglia 29_04_2022
Internet Watch Foundation

La proposta della Commissione europea per combattere il materiale pedopornografico (CSAM) online è ancora colpevolmente in sospeso, mentre proprio i Paesi del continente europeo sono diventati la destinazione di “prescelta" per tali contenuti, ospitandone il 59% a livello globale. Lo dimostra il nuovo rapporto annuale 2021 della Internet Watch Foundation (IWF) pubblicato martedì (26 aprile) che mostra quanto vergognosamente sia proprio l'Europa il "centro globale" per l'hosting di materiale pedopornografico online (CSAM).

La Internet Watch Foundation (IWF) è un'organizzazione per la protezione dei bambini su internet, “siamo un'organizzazione senza scopo di lucro che lavora a stretto contatto con la polizia, i governi e le ONG in tutto il mondo…Le immagini e i video di abusi sessuali su minori sono un'arma tanto quanto un coltello. Noi cerchiamo attivamente queste immagini e negli ultimi 25 anni abbiamo dato alle persone un posto sicuro un luogo sicuro per segnalarcelo, in modo anonimo, che ora copre 50 Paesi tra cui il Regno Unito ed i Paesi di tutta Europa”, si legge nella presentazione del rapporto annuale 2021. Lo scorso anno, l'UE ospitava la maggior parte delle immagini abusive, con il 62% di tutto il CSAM a livello globale. "Deprimente, l'Europa rimane la destinazione preferita da criminali e predatori che cercano di ospitare alcuni dei peggiori contenuti di Internet", ha detto nel presentare il rapporto 2021 Susie Hargreaves, Chief Executive dell'IWF. "Stiamo parlando di alcuni dei contenuti più gravi, con immagini e video che mostrano bambini e neonati che subiscono stupri e torture sessuali", ha aggiunto.

L’IWF nel 2021 ha valutato 361.062 segnalazioni e 7 su 10 (252.194) di queste hanno portato a trovare immagini online di bambini abusati sessualmente. Lo scorso anno c’è stato un incremento delle segnalazioni di video criminali del 20% in più rispetto al 2020, anche grazie a significativi miglioramenti introdotti dalla Fondazione sia a livello tecnologico che procedurale. Allo stesso tempo, il 2021, è stato l'anno in cui le immagini di abusi sessuali su ragazze sono stati maggiormente condivisi, rispetto ai precedenti 20 anni di rilevamenti. Tuttavia, quasi 7 casi su 10 di abusi sessuali su minori on-line riguardano ragazzi dagli 11 ai 13 anni, ma sono aumentate anche le immagini di abusi nei confronti di neonati e bambini piccoli sino ai 6 anni. In aumento anche l'abuso sessuale infantile "autogenerato", dove qualcuno filma e registra con un telefono o telecamera del computer di bambini che sono spesso soli nelle loro camere da letto. Sono 6 rapporti su 10 quelli che mostrano specificamente l'abuso sessuale di una bambina di 11-13 anni che è stata adescata, costretta o incoraggiata a compiere attività sessuali registrati con una webcam.

Per la prima volta, si legge ancora nel rapporto 2021, “abbiamo esaminato la prevalenza di molestatori di sesso femminile nelle immagini analizzate, immagini coinvolgono più spesso bambini dai 7 ai 10 anni e ragazzi vengono più spesso abusati da un'aggressore donna...Ora abbiamo più di 1 milione di hash di immagini uniche di abusi sessuali su minori. Abbiamo pubblicato questa analisi che mette in parole reali i crimini che vengono inflitti ai bambini”.  Dei 156.300 URL (Uniform Resource Locator «localizzatore unico della risorsa (informatica)», indirizzo di un sito web espresso in modo univoco e con una forma utilizzabile dal browser che inizia con la sequenza http :// ) che includevano CSAM ospitati su server negli stati membri dell'UE, il 66% proveniva dai Paesi Bassi. L’Olanda rappresenta anche il 41% dell'hosting globale di immagini pedopornografiche, questo anche per l'eccellente infrastruttura internet che il paese offre, il basso costo delle soluzioni di hosting, un quadro giuridico che rende più difficile e richiede più tempo per far rimuovere i contenuti ed un un clima culturale e sociale quantomeno tollerante verso la pedofilia, come abbiamo descritto più volte su La Bussola. "I maggiori ostacoli che stiamo attualmente affrontando riguardano il continuo spostamento delle immagini e contenuti pedopornografici verso domini privati, i could personali e le applicazioni di chat come Telegram", ha dichiarato l’Expertisebureau Online Kindermisbruik (EOKM), una hotline olandese per il CSAM.

Dopo l’Olanda, a livello di ‘ospitalità pedopornografica globale’, vengono gli Usa (21%), Francia e Lettonia (6% ciascuno), Russia (5%), India (4%), Germania e Romania (3%), Moldova (2%), Hong Kong (1%). La Commissione europea sta lavorando alla legislazione per affrontare la questione da diverso tempo e dovrebbe presentare la sua proposta l'11 maggio. Sarà difficile trovare la giusta sintesi tra ragioni della privacy di cittadini onesti e giusti strumenti per colpire i ‘sospetti commercianti’, sponsor e ospitanti di materiali di abusatori di bambini. Il giusto equilibrio è ciò che chiede l'Associazione europea per i diritti digitali (EDRi), auspicando che la proposta della Commissione sia "in linea con gli obblighi dei diritti fondamentali dell'UE (privacy)" e "proporzionata al vero obiettivo di colpire i soggetti contro i quali esiste un ragionevole sospetto di commerciare od ospitare materiale pedopornografico. Colpire durissimamente gli ‘orchi’ non può significare scadere nel totalitarismo orwelliano nei confronti di onesti cittadini.