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LA LETTERA

Escludendo Dio non c'è più posto per l'uomo

Qualcuno definisce il nostro tempo “post-cristiano”. Siamo forse a una nuova Babilonia. Sia la Genesi che il mito di Fetonte mostrano dove conducono i tentativi umani di usurpare il potere divino e quanto sia insensata la mania di aggiornamento che alberga anche tra i cristiani desiderosi di scendere a compromessi... con la propria rovina.

Editoriali 13_02_2023

Qualcuno chiama questo tempo “post-cristiano”. Qualcun altro lo indica come “la fine del Cristianesimo”. Il pensiero e il desiderio delirante di bastare a sé stessi sta raggiungendo il suo apice: la storia si ripete... siamo forse ad una novella Babilonia?

Qualche sera fa, in Comunità, eravamo a cena con mons. Aldo Cavalli, Arcivescovo titolare di Vibo Valentia e, dal 2021, Visitatore apostolico a carattere speciale per la Parrocchia di Međugorje. In quell’occasione abbiamo parlato a lungo della fede nei nostri tempi, della difficoltà di vivere oggi gli ideali cristiani, della fatica di portare avanti il messaggio biblico e la Parola di Dio, che da sempre orienta la vita degli uomini.

Ebbene, mons. Cavalli, citava il pensiero di Benedetto XVI e la distinzione che il Papa emerito faceva sulla “legge naturale”, da sempre, in tutti i secoli e in ogni luogo, percepita dagli uomini come “logica”... proprio perché naturale! Oggi, invece, a guidare e determinare la vita dell’uomo, non sono più le “leggi naturali”, ma le “leggi parlamentari” (nazionali e sovranazionali)! Assistiamo così, semplicemente – e direi, impotenti – ai tentativi umani di usurpare il potere di Dio!

Vuoi vedere che anche per noi si ripeterà ciò che accadde a chi assaltò la Torre di Babele?  Semplicemente non si capirono più (cfr. Genesi, cap 11): non riuscirono più ad intendersi l’un l’altro! Ci siamo dimenticati forse che Adamo ed Eva mangiarono del “frutto proibito”, con la “speranza” di diventare come Dio?

E se vogliamo un esempio non religioso della pericolosità, non solo dell’orgoglio, ma della sete di potere e dell’ambizione, vediamo anche il mito di Fetonte, che convinse il padre Apollo a lasciargli la guida del carro del sole, pur essendo inesperto: in entrambi i casi, di Adamo ed Eva e di Fetonte, le conseguenze del tendere ad “essere tutto”, “potere tutto”, “bastare a sé stessi” e “decidere di sé stessi”, è stata a dir poco disastrosa: per i primi la perdita del “paradiso terrestre” e per Fetonte, il bruciare sé stesso e la terra!

Capito? Occhio! Prima o poi, la vita maltrattata nella sua naturalità, ti presenta il conto! A gran voce si chiede, giustamente, di rispettare la “natura”, la “terra” e il “clima”… Perdinci! Vuoi che la persona, l’uomo e la sua vita valgano di meno?
Possiamo maltrattarle?
È libertà?
Mmmh… ha ragione il Libro dei Proverbi: “Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta, lo spirito altero” (Prv 16, 18).

Oggi, la confusione che pare regnare incontrastata in questo particolare frangente storico, è per molti cristiani un tormento angoscioso. La fede soffre di un sottile ed inapparente disorientamento!
La vita terrena, la nostra parabola esistenziale, non è più orientata alla continua battaglia tra il “Principe di questo mondo” e Dio! (“il peccato è accovacciato alla porta del tuo cuore”, Gen 4,7). Ma, con un’abilità sconcertante e giustificata da chiacchiere più o meno storiche, sotto la bandiera di battaglie civili... ci siamo “arresi” ai “valori del Parlamento”!

Basta. Non c’è più l’abisso tra il bene e il male… È retorica… Non crederai ancora a San Giacomo, quando afferma che “amare il mondo è odiare Dio”?! (Gc 4,4). “Ma suora...”, mi dicono in molti, compresi alcuni uomini di Chiesa: “svegliati, devi ammodernarti nel pensiero!!!”, “Devi capire… Distinguere i tempi di Gesù dall’oggi… Devi interpretare l’oggi!”
Vi confesso: non capisco!

Penso che sia bravissimo chi riesce tenere il piede in due o tre staffe!
È bravo, chi riesce a dire di sì a tutti, chi riesce a “creare consensi popolari”, perché dice parole scontate e rigorosamente moderne, benché… assolutamente vuote.
Bravo, chi riesce a mantenere i “riti sacramentali”, pur scollati dall’esperienza esistenziale della Fede! Trovo queste persone di uno strabiliante virtuosismo!
Ci sguazzano dentro, in una ricerca spasmodica di consenso… alla ricerca di un’immagine seduttiva e piacevole… La Chiesa, dicono, deve aggiornarsi, deve adeguarsi!

Bravi, quanti riescono in questo esercizio di equilibrismo! Ma, io proprio non ci riesco! Anzi, mi si palesa sempre più la caratteristica del male, che è la menzogna! Il Male, infatti, si presenta sempre camuffato!
Da parte mia, con timore, vedo che chi lo compie è sempre più prigioniero della propria menzogna con una convinzione tale che difficilmente si riesce a scalfire.

Credetemi, proprio non ci riesco! È come se oggi, per poter esprimere il nostro essere cristiani, dovessimo essere “una cosa sola con il mondo”!
Ma io non ci riesco... perché, come ribadisce l’evangelista Giovanni, siamo nel mondo, ma non del mondo!

Quanti giovani e ragazzi incontrati nella mia vita (abbastanza lunga), ancor prima che aprissi la Comunità, essendo stata responsabile della Pastorale giovanile diocesana.
Quante “vittimedi modelli educativi sbagliati, al di là dei ceti sociali poveri o ricchi!
Quanti giovani e ragazzi confusi da questa società satolla e straripante in tutto, come il ricco epulone, che hanno messo il narcisismo, il denaro e il sesso all’apice dei loro valori.

Nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, Zosima si chiede: “Che cos’è l’inferno?… è la sofferenza di non poter essere più capaci di amare”!
Appunto, escludendo Dio, non c’è più posto neanche per l’Uomo!


* Suora e fondatrice della Comunità Shalom