Esce l'agenda del "paciere" Biden: priorità all'aborto
Pubblicate le priorità abortiste del candidato democratico: così, mentre certi cattolici si preoccupano di giustificare il voto ad un partito radicale, sostenendo che Biden è aperto al dialogo necessario per riportare la pace in un'America divisa, non comprendono che la guerra è nata con l'aborto e l'egoismo a norma (come spiegò Madre Teresa di Calcutta). Trump ha solo deciso di reagire all'attacco, motivo per cui il nemico ora mostra tutta la sua violenza.
- AVVENIRE ADULA BIDEN TRAVISANDO FEDE E LAICITÀ, di Stefano Fontana
Diversi cattolici in Usa hanno votato Biden (le stime parlano di 49 per cento contro 50) perché cattolico praticante, preferibile ad un uomo che, secondo loro, con i suoi muri e la sua incapacità di dialogo ha contribuito a rendere gli Usa un territorio di guerriglia civile perenne.
Lo scontro fra repubblicani e democratici, infatti, non è mai stato così acceso. E, appunto, la colpa la si dà a Trump. Meglio quindi un membro moderato della sinistra che dà la parvenza di saper dialogare con ogni parte, si legge negli editoriali e commenti di alcuni intellettuali cattolici, come quello di Mauro Magatti su Avvenire, che un guerra-civile-fondaio. Illudendosi così che i prossimi anni serviranno alla pace sociale (clicca qui per un approfondimento dell'articolo di Magatti). Costoro considerano che per Biden la questione dell’aborto sarebbe da ritenere secondaria.
Peccato che le cose non stiano proprio così: infatti, Lifenews ha pubblicato un documento della squadra di transizione di Biden sulle sue priorità. Il documento è netto e rivela che per il dem l’aborto non è assolutamente una questione secondaria ma, appunto, un'urgenza, solo che all’inverso del presidente repubblicano.
Ecco alcuni punti del documento: invertire le azioni di Trump sull'aborto e l'assistenza sanitaria riproduttiva, tra cui lo stop della Mexico City Policy, il ripristino dei finanziamenti a Planned Parenthood (colosso abortista miliardario) e la copertura contraccettiva prevista dall’ACA (Affordable Care Act, comuneme te conosciuto come Obamacare).
La Mexico City Policy, introdotta per la prima volta dal presidente Ronald Reagan, richiede alle organizzazioni non governative straniere di non "eseguire o promuovere attivamente l'aborto come metodo di pianificazione familiare", ma oggi è anche più incisiva di prima dato che Trump l’ha espansa, vietando anche alle organizzazioni straniere che ricevono finanziamenti federali per la salute globale di promuovere o eseguire aborti all'estero.
Ancor peggio però è la volontà di Biden di ripristinare totalmente l’ACA, indebolito dall’amministrazione repubblicana poiché prevedeva che le istituzioni anche religiose pagassero ai propri dipendenti e utenti assicurazioni che forniscono l’aborto e la contraccezione (compresi gli ordini come le Little Sisters of the Poor, il cui apostolato è la cura degli ultimi, precedentemente in causa contro il governo Obama). Il che sarebbe una minaccia enorome alla distensione fra le parti (le cause contro il governo furono moltissime) e alla libertà religiosa anche di ospedali, scuole e università cristiane o di aziende i cui proprietari non vogliono collaborare materialmente all’aborto.
Eppure quando si fa notare ai cattolici che hanno votato per Biden che il democratico, pur partecipando alla Messa domenicale non rispetta la morale naturale difesa dalla Chiesa, schierandosi non solo a favore dell’aborto (anche fino al nono mese) ma persino del cambiamento di sesso dei bambini o delle cosiddette “nozze” omosessuali (per cui chi non le risconosce viene perseguitato da leggi sull'omofobia), questi si difendono rispondendo che sebbene Trump non abbia favorito l’aborto ha danneggiato i bambini immigrati, separandoli dalle loro famiglie. Non importa se la poltica immigratoria serva a tutelare, oltre che il territorio nazionale, proprio i bambini.
Il National Review spiegò bene quello che accade quando gli immigrati superano illegalmente, insieme ai bambini, il muro sul confine con il Messico (alla cui costruzione parteciparono anche le passate amministrazioni democratiche): “L'amministrazione Trump non sta cambiando le regole che riguardano la separazione di un adulto dal bambino.. La separazione avviene solo se i funzionari scoprono che l'adulto sostiene falsamente di essere il genitore del bambino, o se rappresenta una minaccia per il bambino, o quando viene coinvolto in un procedimento penale”. Spesso, infatti, questi adulti sfruttano i bambini che non sono loro oppure li usano per il traffico di droga. In questi casi, continua il giornale, i bambini vengono separati per alcune ore dagli adulti che li accompagnano per essere interrogati, come accade sempre in ogni Stato quando un adulto, con bambino a presso, delinque.
Ad ammettere quanto la pratica sia diffusa non è stato solo il National Review ma perfino il New York Times che viene citato nell’articolo: “Alcuni migranti hanno ammesso che portano con sé i figli non solo per toglierli dal pericolo di certi paesi come il Centro America o l’Africa ma perché pensano che questo spinga le autorità a rilasciarli in tempi più brevi. Altri hanno ammesso di aver finto di essere genitori di bambini che non erano i loro e gli ufficiali hanno dichiarato che questi casi di frode sono in aumento”.
Dopo aver ridimensionato la retorica del Trump ipocrita che difende la santità della vita ma che colpisce i piccoli immigrati (e che è così razzista che il voto degli Afro-americani e degli Ispanici per Trump è cresciuto rispetto al 2016) occorre però tornare alla questione dell’aborto per far comprendere chi abbia davvero innescato la guerra in corso, se Trump o il pensiero e la politica liberal. Ed occorre farlo con le parole di colei che più di tutti ha consumato la sua esistenza fra gli ultimi, non donando i suoi soldi ma la propria vita.
Santa Madre Teresa di Calutta parlò così nel 1979 mentre ritirava il Premio Nobel per la pace: “Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa...oggi il più grande mezzo – il più grande distruttore della pace è l’aborto...Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla”.
La guerra in Usa è iniziata da decenni solo che non la si vedeva perché il nemico, avendo la strada spianata da una opposizione quasi inesistente, poteva agire indisturbato. E così, mentre oltre 60 milioni di bambini sono morti ammazzati dalla madre con la complicità della legge e della cultura, anche le famiglie, la solidarietà, la gratuità fra le persone sono andate sempre più disfacendosi.
Trump ha solo avuto il merito di reagirvi contro (vedi qui e qui) per non consegnare totalmente il paese al nemico dell’egoismo progressista. E così facendo il nemico, a differenza di quando poteva guadagnare terreno senza dover usare le armi, ha dovuto a sua volta venire allo scoperto.
La guerra contro la pace sociale non l’ha voluta Trump, ma quanti hanno messo a legge l’egoismo abortivo (e poi le unioni dello stesso sesso, l’adozione da parte di queste, il cambio di sesso dei bambini, l’impossibilità di esprimere opinioni contrarie a tutto questo etc.). Trump ha solo deciso di riconoscere la guerra e finalmente di trattarla come tale, rispondendo al fuoco con il fuoco, sapendo bene che l’intento nemico di esaltare il dialogo serve solo a toglierti, mentre tu parli, anche l’ultimo centimetro di possibilità per far vivere il bene, ossia la libertà di dichiararlo senza leggi liberticide che ti tappino la bocca.