Esami di Stato, consigli per prevenire l’angoscia
A meno di quattro mesi dall’inizio delle prove per le superiori, è bene non farsi prendere dall’angoscia, che sopraggiunge quando non stiamo sul presente. Un aspetto poco sottolineato in ambito scolastico è che fatica e sacrificio, se vissuti in comunione, mostrano la grandezza delle relazioni umane. Serve pure fare una tabella di marcia, ricordando che la montagna si scala passo dopo passo…
Anche quest’anno gli studenti arriveranno alle prove degli esami di Stato con un punteggio di crediti scolastici che può ammontare ad un massimo di 40 punti su 100, mentre fino a due anni fa un ragazzo che avesse superato in ciascun anno del triennio la media del nove avrebbe conseguito 25 punti in totale. Gli altri 60 punti verranno assegnati durante le tre prove (due scritte e una orale, 20 punti per ciascuna).
La prima prova scritta sarà uguale per tutti gli ordini di scuola superiore (licei, scuole a indirizzo tecnico o professionale, ecc.).
Il 30 gennaio il Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha reso note le materie della seconda prova scritta confermando il suo carattere di multidisciplinarietà anche quest’anno. Per ogni indirizzo di studio ci saranno le materie caratterizzanti: ad esempio, al Liceo Classico latino e greco, al Liceo Scientifico matematica e fisica, a quello delle Scienze umane diritto ed economia, al Linguistico prima e terza lingua straniera, al Musicale teoria, analisi e composizione, al Coreutico teoria, analisi e composizione, all’Artistico una prova dipendente dagli indirizzi.
Eliminata la temuta terza prova scritta a partire dall’anno scolastico 2018-2019, gli studenti si troveranno ora di fronte ad un ultimo scoglio: la prova orale. In base al decreto n. 62 del 2017 il colloquio ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente e deve partire da testi, documenti, esperienze, progetti e problemi che la commissione propone allo studente per verificare la sua capacità di affrontare con autonomia, padronanza e responsabilità le tematiche e le situazioni prospettate. Per quest’anno scolastico rimane ferma questa disposizione, mentre non è confermata la procedura del sorteggio del materiale (testi, documenti, esperienze, progetti e problemi), disposto in tre buste, da parte dello studente, stabilito in base al decreto ministeriale n. 37 del 2019 e all’art. 19 dell’ordinanza ministeriale n° 205 dell’11 marzo 2019.
Cosa accadrà, quindi? Sarà la commissione ad assegnare il materiale allo studente, senza alcun sorteggio.
Arrivati a meno di quattro mesi dall’inizio delle prove, vale la pena soffermarsi sulla preparazione richiesta per quest’ultima fase del percorso scolastico. Sembra superfluo sottolineare che una seria formazione culturale avviene nel tempo, come una casa costruita su solide fondamenta e innalzata mattone su mattone. Inutile anche dire che cultura e competenze devono procedere di pari passo, al contrario di come alcune mode pedagogiche contemporanee vorrebbero. Da sempre gli antichi, seguendo l’antico adagio di Catone il Censore, sostenevano: Rem tene, verba sequentur (“possiedi gli argomenti, le parole seguiranno”). Ci permettiamo, comunque, di consigliare modalità che possano rendere più bella e più proficua la marcia verso gli esami.
Cerchiamo di non vivere con l’angoscia questi ultimi mesi dell’anno, mesi che, se da un lato saranno carichi di lavoro, di sacrificio, di fatica (per chi desidera impegnarsi), dall’altro potranno costituire anche una grande occasione culturale, umana, di crescita per ciascun ragazzo. Quando sopravviene l’angoscia? Quando non stiamo sul presente, sull’istante, sulla vita, sulla responsabilità incombente, ma iniziamo a pensare all’ignoto, a quanto potrà accadere e che sfugge alla nostra facoltà di comprensione o di previsione.
L’impegno serio con la realtà non porta all’angoscia, bensì alla giusta tensione, alla concentrazione e all’attesa per quanto sta per accedere. Sono piuttosto le prospettive d’ipotetici scenari futuri lontani dalla realtà presente che possono innescare in noi l’angoscia della prova. Essa sopravviene più facilmente quando ci concepiamo da soli dinanzi agli impegni della vita.
Un aspetto che è sempre poco sottolineato nell’ambito scolastico è l’importanza di vivere la dimensione dello studio e dell’impegno in modo comunionale: la fatica e il sacrificio vissuti all’interno di un’amicizia mostrano la vera grandezza delle relazioni umane. Fatica e sacrificio, se vissuti in una trama di rapporti, esaltano ancor di più la bellezza di scoprire che nella vita abbiamo un compito, siamo chiamati a coinvolgerci, ad interessarci, a partecipare. In base alle proprie caratteristiche ciascun ragazzo potrà cercare le migliori strategie per studiare con gli amici: ad esempio, chi fatica a concentrarsi o a memorizzare in compagnia di altri potrà, però, cercare momenti in cui ripetere, interrogare o farsi interrogare, dialogare, confrontarsi, esercitarsi.
Questa prospettiva di lavoro e di amicizia permetterà l’impegno, ma, nel contempo, consentirà di relativizzare l’obiettivo: l’esame non verrà percepito come l’assoluto, ma come una componente importante, all’interno di un puzzle più grande di impegno con la realtà tutta. I benefici non potranno che sentirsi da subito per il ragazzo. Provare per credere!
Insomma, per chi avesse figli in tempo di esami il miglior consiglio da offrire loro è quello di vivere in maniera bella e impegnata questa grande occasione, approfondendo amicizie già nate o cercandone altre con cui affrontare pienamente questa responsabilità.
È importante cercare concentrazione e serenità dell’animo con cui affrontare l’impegno di questi ultimi mesi. Occorrono energie del corpo e della mente. Serenità e concentrazione sono conquiste che si possono ottenere sia attraverso la consapevolezza del serio impegno profuso negli anni sia mediante il rispetto degli orari dello studio e del sonno. Insomma, come molti ragazzi hanno imparato la serietà dell’impegno nell’attività sportiva, allo stesso modo dovrebbero comprendere la necessità di una altrettanto seria e disciplinata preparazione nella vita scolastica. Non è una questione, quindi, solo di quantità, ma anche di qualità dello studio, di concentrazione, di metodo e di organizzazione del tempo.
Dobbiamo imparare a programmare il nostro lavoro, a stilare una tabella di marcia e di studio, a rimanere sulle nostre responsabilità concrete ricordandoci che la montagna si scala passo dopo passo, non volando. Solo rimanendo istante per istante sui propri passi non si scivola nel dirupo e, un po’ alla volta, ci si trova in cima. Non anticipiamo, quindi, i tempi, ma rimaniamo sulla responsabilità che il presente ci chiede di momento in momento. Vivere bene e in profondità le nostre responsabilità è la migliore garanzia di ottenere risultati.
Ricordiamoci, poi, che nella nostra tabella di marcia dobbiamo coltivare ad un tempo lo studio, ma anche le competenze fondamentali per le prove richieste dall’esame. Come conseguire ciò? Se nella giornata abbiamo stabilito di studiare un certo numero di ore, almeno un quarto d’ora dovrà essere dedicato alla scrittura (ricordiamoci che la prima prova è basata sulle abilità di scrittura in italiano), un quarto d’ora all’actio (cioè all’esposizione retorica di quanto abbiamo studiato e appreso) e via dicendo, in base alle competenze fondamentali richieste in uscita dalla vostra scuola.
Così, in un liceo linguistico quotidianamente si dovranno curare le lingue studiate (tramite speaking, writing e listening) e in un liceo scientifico ogni giorno ci si confronterà con problemi ed esercitazioni di matematica. Terminati gli scritti, e in vista dell’orale, il rafforzamento delle competenze sarà tutto proteso al controllo dell’esposizione orale. Più che continuare a leggere e a studiare libri di testo conterà esporre, dibattere, farsi interrogare, allenarsi nell’eloquio.