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Danni, costi e figli prodotti: la Pma nei Lea è un’assurdità

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Dall’1 gennaio di quest’anno la fecondazione artificiale fa parte dei Livelli essenziali di assistenza, perciò i suoi costi ricadranno su tutti i contribuenti. Ma la Pma offende la dignità della persona; e i suoi danni, per donne e bambini, sono ben documentati.

Editoriali 08_01_2025

Anno nuovo, vecchi vizi. Come quello di far pagare ai contribuenti “servizi” che offendono la dignità della persona. Si vedano ad esempio l’aborto o le pratiche eutanasiche ex lege 219/2017 o le attività di supporto a diverse iniziative Lgbt.

All’elenco, dall’1 gennaio 2025, si aggiunge anche la fecondazione artificiale, sia quella omologa che quella eterologa. A partire da quella data, infatti, la fecondazione extracorporea è entrata a far parte dei cosiddetti Livelli essenziali di assistenza (Lea). Ciò significa che le Regioni saranno tenute alla copertura gratuita o al rimborso o comunque a far pagare solo un ticket per tutti i servizi connessi con la produzione in provetta di un bambino, pratica che sacrifica più del 90% dei bambini prodotti per averne in braccio poco meno del 10%.

Il criterio legato al vulnus inferto alla dignità del figlio causato dall’averlo prodotto e non generato tramite un rapporto di amore e quello connesso all’altissimo rischio di mortalità potrebbero per sé bastare per cassare questa pratica e quindi per rendere inaccettabile che lo Stato non solo legittimi la stessa, ma ci metta pure dei soldi nostri per realizzarla. E dato che si parla di salute e si fa passare la Fivet come atto terapeutico – atto che tra l’altro non cura la sterilità o l’infertilità – è bene ricordare anche quali sono i rischi derivanti da questa pratica per la donna e per il bambino che nasce, tanto per evidenziare la contraddizione esistente tra una pratica potenzialmente molto lesiva della salute e la volontà del governo di tutelare anche economicamente questa stessa pratica.

Iniziando con la donna, rammentiamo l’iperestrogenismo indotto dalla stimolazione ovarica ormonale che può aumentare il rischio di una patologia trombotica. Inoltre, se confrontiamo queste gravidanze con quelle naturali, le prime, soprattutto per l’età avanzata delle madri, presentano un aumento del rischio di ipertensione gestazionale, eclampsia e preeclampsia, diabete gestazionale, placenta previa, distacco di placenta, placenta accreta, parto pretermine, distocia, taglio cesareo, insufficienza cervicale, rottura prematura delle membrane, emorragia post-partum, gravidanza extrauterina e gravidanza gemellare con i relativi rischi connessi (per la bibliografia scientifica clicca qui, qui, qui, qui, qui e qui).

Vi sono poi i rischi di carattere psicologico: depressione, ansia, disistima se la gravidanza non ha successo, disturbo ossessivo-compulsivo, aggressività repressa, disturbo post-traumatico da stress, disturbi nella sfera sessuale, difficoltà di relazione con il partner (clicca qui, qui, qui e qui).

Se poi guardiamo ai rischi sulla salute che corrono i bambini nati da provetta, scopriamo che possono essere i seguenti: parto pretermine e basso peso alla nascita con tutte le conseguenze sul piano clinico che queste due circostanze comportano, malformazioni congenite derivanti da modifiche genetiche ed epigenetiche, paralisi cerebrale, problemi polmonari, patologie cardiache, mortalità perinatale e neonatale, Sindrome di Beckwith-Wiedemann, Sindrome di Angelman, tumori infantili tra cui leucemia, tumore al fegato, alle ossa e agli occhi. E sul versante psicologico: ritardo nello sviluppo mentale, difficoltà nell’inserimento sociale, rapporto conflittuale con il cibo (per le fonti clicca qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui).

Rischi notissimi anche alla Società italiana di pediatria (Sip) e al Sindacato italiano degli specialisti pediatri (Sispe) i quali parlano di «outcome tardivi che riguardano prevalentemente lo sviluppo neurocognitivo: disturbi del comportamento, del linguaggio, deficit di attenzione, iperattività e disturbi dello spettro autistico».

Ci preme sottolineare il fatto che gli studi citati nei link sono solo una minima parte della sterminata bibliografia che riguarda il tema dei danni da Fivet. Quindi tutti sanno, ma nonostante ciò si continua – facendo leva sul desiderio immenso di avere un figlio – a proporre queste tecniche, perché straordinariamente remunerative e, dal primo gennaio, altrettanto straordinariamente dispendiose per il portafogli dei contribuenti.



LA VERITÀ EMERGE

Pma, l’utopia smascherata

I bambini nati da fecondazione artificiale presentano maggiori rischi di prematurità e di disturbi del comportamento, del linguaggio, dell’attenzione, ecc. E i genitori sviluppano una serie di problemi psicologici legati all’uso della Pma. Sono le conclusioni di un convegno di pediatri italiani, che tuttavia non condannano il ricorso alla tecnica. Eppure, alla ribellione alla legge naturale bisognerebbe dire “basta”.