Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Ora di dottrina / 128 – Il supplemento

Da Atanasio ad Agostino, il Filioque nei Padri

Diversi Padri della Chiesa, venerati sia dai Latini che dai Greci, insistono sul parallelo tra la “derivazione” del Figlio dal Padre e quella dello Spirito dal Figlio. Un’argomentazione decisiva per il Filioque. Sant’Agostino, il più esplicito filioquista.

Catechismo 08_09_2024
Sant'Agostino

Non vi è dubbio che cattolici e ortodossi abbiano disputato sul Filioque non solo a partire dalle Sacre Scritture, ma anche dall'interpretazione che di esse hanno dato i santi Padri. Prima di addentrarci in questo argomento, può risultare utile richiamare che, in una dichiarazione del Concilio ecumenico di Costantinopoli II (553), ciascun padre conciliare dichiarava di accettare quanto stabilito dai quattro concili ecumenici precedenti (Nicea, Costantinopoli I, Efeso, Calcedonia) e quanto insegnato dai santi Padri e Dottori, riconosciuti da tutti, circa la fede. A noi interessa particolarmente la lista di questi Padri, accolti come maestri della fede: Atanasio, Ilario di Poitiers, Basilio Magno, Gregorio Nazianzeno, detto il Teologo, Gregorio di Nissa, Ambrogio, Agostino, Teofilo d'Antiochia, Giovanni di Costantinopoli, Cirillo d'Alessandria, Leone Magno e Proclo di Costantinopoli.

Perché questa premessa è importante? Perché sia cattolici che ortodossi ammettono che, sebbene nelle opere di singoli Padri possano essere contenuti errori e imprecisioni, tuttavia non è possibile che nel loro insieme essi insegnino un'eresia. Ora, tra questi Padri ve ne sono non pochi che hanno insegnato esplicitamente, sebbene mediante una terminologia non sempre univoca, che lo Spirito Santo, nella sua ipostasi, proviene anche dal Figlio.

Sant'Ilario, per esempio, nel suo De Trinitate (2, 29), afferma che dello Spirito Santo «non c'è bisogno di parlarne, perché noi siamo tenuti a confessarlo come colui che procede dal Padre e dal Figlio». Sant'Ambrogio si pone sulla scia di Ilario quando insisteva, come hanno fatto diversi Padri, sul parallelo tra la “derivazione” del Figlio dal Padre e quella dello Spirito dal Figlio, mostrando in questo modo di non riferirsi semplicemente alla Trinità economica ma alla Trinità immanente (per questa distinzione, vedi l'articolo precedente). In Ambrogio è chiaro che, anche per quanto riguarda le ipostasi trinitarie, il Figlio tutto riceve dal Padre, mentre lo Spirito tutto riceve dal Figlio: tutto, dalle loro operazioni verso il mondo all'ordine immanente della Trinità. Spiegava infatti sant'Ambrogio che tutto quello che lo Spirito ha ricevuto dal Figlio, «lo ha ricevuto grazie all'unità della sostanza, così come il Figlio lo ha ricevuto dal Padre. (…) Che c'è di più evidente, dunque, di questa unità? Quello che ha il Padre è del Figlio e anche lo Spirito riceve quello che ha il Figlio» (De Spiritu Sancto 2, 11. 118). Così come il Figlio riceve tutto quello che deriva dalla consustanzialità con il Padre perché è da Lui generato, così lo Spirito riceve tutto quello che deriva dalla consustanzialità con il Figlio, perché procede da Lui, unico principio della sua processione insieme al Padre.

Grande importanza riveste anche la posizione di sant'Atanasio, che spicca su tutti i Padri come il grande campione della fede nicena contro le derive ariane. Anch'egli, come Ambrogio, insegna il “metodo”, caro ai Padri, di un approccio scevro da quella rigida dicotomia che allontana tra loro la vita trinitaria interna e le operazioni esterne. Nelle Lettere a Serapione, che Atanasio indirizzò al vescovo di Thmuis per confutare una nuova pericolosa eresia che negava la divinità dello Spirito Santo, egli stabiliva un parallelo stringente tra Padre/Figlio e Figlio/Spirito Santo. L'obiettivo di Atanasio era quello di affermare la divinità dello Spirito Santo, non certo di dirimere la questione del Filioque, che sorgerà in sostanza solo con il patriarca Fozio; tuttavia l'impalcatura argomentativa, che – lo ripetiamo – trae i rapporti della Trinità immanente a partire dalla Trinità economica, porta alla rigorosa conseguenza della processione dello Spirito Santo dal Figlio.

Vediamo qualche passaggio della prima lettera di Atanasio a Serapione: «Come il Figlio è unigenito, così anche lo Spirito, dato e mandato da parte del Figlio, è anch'egli uno (...). Se infatti il Figlio, Verbo vivente, è uno, così una dev'essere la perfetta e piena sua energia vivente, santificatrice e illuminatrice, che è suo dono. Essa è detta procedere dal Padre perché rifulge, è inviata ed è data da parte del Verbo, il quale, come noi professiamo, è dal Padre» (I, 20. 7). Si può notare come Atanasio interpreti Gv 15, 26: la processione dello Spirito dal Padre non esclude affatto il Figlio; al contrario, è proprio la processione dal Padre a includere nella medesima processione quel Figlio che è sempre con il Padre, perché è dal Padre. Il parallelo Figlio-Spirito Santo incalza: «Il Figlio è inviato dal Padre... Il Figlio a sua volta manda lo Spirito (…). Il Figlio glorifica il Padre... A sua volta, lo Spirito glorifica il Figlio (…). Il Figlio dice: “Ciò che ho udito dal Padre, questo lo dico al mondo”. Lo Spirito, a sua volta, prende dal Figlio, il quale dice infatti: “Prenderà del mio e ve lo annunzierà”. Il Figlio venne nel nome del Padre; dello Spirito Santo il Figlio dice: “Il Padre lo manderà nel mio nome”» (I, 20. 8). Atanasio conclude che «tale rapporto di natura che lo Spirito ha verso il Figlio è identico a quello che il Figlio ha verso il Padre» (I, 21. 1), mostrando così la fluidità del passaggio dalla Trinità economica a quella immanete.

Il più esplicito filioquista tra i Padri di sicura dottrina elencati dal secondo Concilio costantinopolitano è sant'Agostino. Nella sua opera dedicata alla Trinità, egli riprende il parallelo tra generazione del Figlio e spirazione dello Spirito, che abbiamo già visto in Ambrogio e Atanasio, conducendolo ad una precisazione di grande importanza: «E chi può comprendere (…) che il Padre ha dato la vita al Figlio non come a un essere che esistesse già senza avere la vita, ma che lo ha generato al di fuori del tempo in modo che la vita che il Padre ha dato al Figlio generandolo sia coeterna alla vita del Padre che gliel’ha data; questi comprenda, dico, che come il Padre ha in se stesso anche la proprietà di essere principio della processione dello Spirito Santo, ha dato ugualmente al Figlio di essere principio della processione del medesimo Spirito Santo, processione fuori del tempo nell’uno e nell’altro caso, e comprenda che è stato detto che lo Spirito Santo procede dal Padre, perché si intenda che l’essere anche il Figlio principio della processione dello Spirito Santo, proviene al Figlio dal Padre». Si noti ancora una volta come il passo di Gv 15, 26 venga interpretato in senso inclusivo della processione anche da parte del Figlio: proprio perché lo Spirito procede dal Padre, non procede dal solo Padre, ma anche dal Figlio, che dal Padre ha ricevuto tutto, incluso il potere di spirazione dello Spirito: «Se infatti tutto ciò che il Figlio ha, lo riceve dal Padre, riceve anche dal Padre di essere anch’egli principio da cui procede lo Spirito Santo». Pertanto, lo Spirito «procede, primariamente, dal Padre, e per il dono che il Padre ne fa al Figlio senza alcun intervallo di tempo, dal Padre e dal Figlio insieme» (De Trinitate XV, 26. 47).

È sulla base di questi testi che molti santi latini hanno in seguito affermato la processione dello Spirito dal Padre e dal Figlio, da san Fulgenzio di Ruspe a papa san Leone III, passando per san Cesario di Arles, san Gregorio Magno e sant'Isidoro di Siviglia. Si tratta di santi Dottori che erano stimati e venerati da Greci e Latini non solo nel primo millennio, ma ancora oggi. Il minimo che si possa concludere è che la dottrina filioquista era stata insegnata per secoli da numerosi Padri e santi senza che questo comportasse, da parte orientale, alcuna accusa di eresia. Questi stessi Padri, che mai avevano letto Gv 15, 26 come testimonianza della processione dello Spirito dal solo Padre, avevano altresì mantenuto una profonda relazione tra Trinità economica – in particolare l'invio del Figlio nel mondo da parte del Padre, e l'invio dello Spirito Santo nel mondo da parte del Padre e del Figlio – e Trinità immanente.



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