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RAPPORTO OPEN DOORS

Cristiani nell'ombra delle persecuzioni islamiche

Rapporto Open Doors sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, pubblicata l’edizione 2022 della World Watch List (WWList), l’elenco dei 50 Stati in cui i cristiani sono più duramente colpiti. Con la presa del potere dei Talebani, l'Afghanistan diventa il caso di repressione religiosa più grave, scavalcando per la prima volta anche la Corea del Nord comunista. L'islam, in generale, è il maggior persecutore di cristiani. I regimi e i movimenti islamici, infatti, sono responsabili in otto degli 11 paesi in cui la persecuzione dei cristiani è classificata estrema e complessivamente in 38 dei 50 paesi della World Watch List. Anche la Cina fornisce un modello funzionante di repressione, copiato da altri regimi.

Libertà religiosa 20_01_2022
Talebani

Il 19 gennaio la sezione Usa di Open Doors, l’associazione internazionale dal 1955 impegnata a sostenere con preghiere e aiuti concreti i cristiani in difficoltà, ha pubblicato l’edizione 2022 della World Watch List (WWList), l’elenco dei 50 Stati in cui i cristiani sono più duramente perseguitati, e il rapporto sulla situazione mondiale, relativo a un centinaio di Paesi, che come di consueto la accompagna.

Il periodo considerato, che va dal 1° ottobre 2020 al 30 settembre 2021, è stato contrassegnato da un ulteriore, sensibile aumento della persecuzione. Sono più di 360 milioni, uno su sette e 40 milioni più che nel 2020, i cristiani che patiscono elevati livelli di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede, 312 milioni dei quali vivono nei 50 stati della WWList. Passano da 74 a 76 gli Stati in cui il livello di persecuzione è alto, molto alto o estremo.

Rispetto al 2020 sono molto più numerosi i cristiani vittime di violenza religiosa. I fedeli uccisi sono 5.898, una media di 16 al giorno: un incremento del 23% che si deve in gran parte all’Africa subsahariana. Dei 10 Paesi in cui la violenza anticristiana è più diffusa, sette sono infatti africani: Nigeria, Tanzania, Camerun, Repubblica Centrafricana, Mozambico, Burkina Faso e Repubblica democratica del Congo. Il primato spetta alla Nigeria, con 4.650 morti. In media 16 al giorno sono anche i cristiani arrestati e in carcere senza processo: 6.175, 44,3% in più che nel 2020. L’aumento più rilevante è quello dei cristiani rapiti: più 123,9%, 3.829 in totale, molti dei quali africani anche in questo caso. Manca una quantificazione esatta, ma certamente in crescita è infine il numero dei cristiani sfollati e rifugiati, soprattutto costretti a fuggire dalla violenza islamista. In alcune regioni dell’Africa sub sahariana i cristiani sono quasi del tutto spariti. Particolarmente colpite sono le comunità del Sahel africano

La violenza colpisce anche gli edifici religiosi. Nel 2021 sono state attaccate, distrutte o comunque chiuse 5.110 chiese e strutture ad esse collegate, il 13% in più rispetto al 2020: 3.000 nella sola Cina, seguita dalla Nigeria, 470, dal Bangladesh, 200, dal Pakistan, 183, e dal Qatar, 100.   

“Tuttavia – sottolinea Open Doors – anche se la violenza attira maggiormente l’attenzione, l’inesorabile pressione, fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane è altrettanto devastante, e anch’essa in costante aumento. Questa pressione si esprime in una miriade di forme, sia velate che palesi: discriminazione sul lavoro, pressioni per rinunciare alla propria fede da parte dei membri della famiglia, essere gli ultimi della fila per gli aiuti e le medicine (in particolare durante il Covid), una burocrazia che impedisce l'autorizzazione delle chiese, e molto altro”.

La posizione occupata da ciascun paese nella WWList è il risultato di un punteggio calcolato combinando violenze e vessazioni. In cima all’elenco compaiono 11 Paesi nei quali la persecuzione viene definita estrema. Dopo essere stata per 20 anni sempre in testa all’elenco, la Corea del Nord nel 2021 diventa seconda, preceduta dall’Afghanistan in cui con i Talebani al potere la pressione sui cristiani è ulteriormente cresciuta (ma da anni il paese era in seconda posizione). Seguono Somalia, Libia, Yemen (che sale di due posizioni), Eritrea, Nigeria (+2), Pakistan (che invece scende di tre posizioni), Iran (-1), India e Arabia Saudita (+3) (va precisato che, se un paese cede posizioni, può dipendere non dal fatto che la situazione è migliorata, ma che è peggiorata in altri stati, che quindi lo superano: è il caso della Corea del Nord in cui la condizione dei cristiani resta gravissima).

Le principali dinamiche  persecutorie sono descritte nel rapporto che può essere consultato sul sito web della sezione italiana di Open Doors. Open Doors sottolinea tra l’altro l’influenza crescente della Cina, del suo modello, e dell’ideologia comunista, in particolare su alcuni governi latino-americani tra cui Cuba che difatti, fino al 2020 assente, compare al 37° posto. Altri stati segnalati sono il Nicaragua e il Venezuela dove sono state organizzate campagne diffamatorie contro vescovi cattolici, sono stati cancellati permessi di registrazione e sono state chiuse delle chiese.

Come già nel 2021, il rapporto denuncia che i governi autoritari continuano a usare le restrizioni adottate contro la pandemia Covid-19 per indebolire le comunità cristiane. A questo si aggiunge il fatto che restrizioni e regole anti Covid hanno favorito il consolidamento e la ulteriore diffusione dei gruppi jihadisti. Questi inoltre hanno tratto impulso dalla conquista del potere da parte dei Talebani in Afghanistan. “Nel vicino Pakistan – spiega il rapporto – i Talebani, rinvigoriti come gruppi islamisti locali, hanno celebrato questa conquista. Altre formazioni simili possono essere spinte ad osare di più. Il gruppo Jemaah Islamiyah, attivo in Indonesia ed esecutore degli attentati di Bali del 2002, ha legami con i Talebani. In tutta l'Africa, i jihadisti operano più liberamente spesso in paesi che soffrono di un governo e un'amministrazione deboli e corrotti. Tra loro sembra diffondersi l’idea che ora sia soltanto una questione di tempo prima che se ne vadano le forze straniere che sostengono la lotta contro di loro”.

Il jihad, la guerra santa prescritta dall’islam, perseguita duramente i cristiani. Ma si devono all’islam anche le violenze, le vessazioni, le discriminazioni, gli abusi che i cristiani subiscono nella maggior parte dei 50 paesi della WWList: quelli a maggioranza musulmana e quelli in cui operano gruppi e schieramenti integralisti. L’islam è infatti responsabile in otto degli 11 paesi in cui la persecuzione dei cristiani è classificata estrema e complessivamente in 38 dei 50 paesi della WWList.