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Jihad

Cristiani nel mirino dell’Isis in Africa

A luglio lo Stato Islamico ha rivendicato diversi attacchi contro cristiani in Mozambico e nella Repubblica democratica del Congo

 

 

L’Isis, lo Stato Islamico fondato nel 2014 da Abu Bakr al-Baghdadi, da alcuni anni ha esteso al nord del Mozambico e all’est della Repubblica democratica del Congo la sua influenza in Africa sub-sahariana. In Mozambico affiliato all’Isis è il gruppo Ahlu Sunna Wal Jammah (ASWJ), comunemente conosciuto come  al Shabaab e così chiamato dai locali. Si è costituito nel 2017 nella provincia di Cabo Delgado dapprima con pochi uomini e mezzi per crescere poi rapidamente fino ad attaccare e occupare per settimane e mesi persino dei centri urbani anche di grandi dimensioni. Nella Repubblica democratica del Congo  l’ADF (Allied Democratic Forces), originario del vicino Uganda ma attivo da molti anni prevalentemente nelle province congolesi di Ituri e Nord Kivu, ha avviato contatti con l’Isis nel 2017 e si è affiliato al gruppo jihadista alla fine del 2018. Sia gli al Shabaab che l’ADF fanno parte della Provincia dell’Africa centrale dell’Isis (IS-CAP, Wilayat Wasat Ifriqiya). Entrambi terrorizzano gli abitanti delle regioni in cui operano, compiendo attacchi, incursioni, attentati, razzie e violenze, con particolare accanimento sui cristiani. Alcuni recenti attacchi hanno preso di mira dei cristiani. Il 9 luglio in Mozambico gli al Shabaab hanno rapito due pescatori. Appurato che uno era musulmano lo hanno lasciato andare mentre hanno ucciso l’altro che era cristiano, sgozzandolo. In Congo a metà luglio gli ADF hanno ucciso 13 cristiani nei pressi della città di Beni e altri quattro in alcuni attacchi messi a segno nella provincia di Ituri. L’Isis ha rivendicato sui propri mezzi di informazione tutti gli attacchi.