Congo: “emergenza sanitaria pubblica di rilevanza mondiale”
L’Oms il 18 luglio ha dichiarato l’epidemia di Ebola in corso da un anno nell’est della RdC “emergenza sanitaria pubblica di rilevanza mondiale”, il livello massimo di allerta
Dopo che a Goma, città della Repubblica democratica del Congo con oltre un milione di abitanti, situata quasi al confine con il Rwanda, è stato diagnosticato il primo caso di Ebola, il 18 luglio l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’epidemia in corso da un anno nel paese “emergenza sanitaria pubblica di rilevanza mondiale”. È la quinta volta che questo tipo di emergenza, il massimo livello, viene proclamato dall’Oms. La decisione è stata accolta con favore nella speranza che porti ad azioni più efficaci di contrasto e prima di tutto consenta di raccogliere più fondi. Più risorse possono ad esempio permettere di vaccinare un maggior numero di persone. “L’epidemia non è sotto controllo – ha commentato Joanne Liu, presidente internazionale di Medici senza frontiere – i segni sono evidenti: la gente continua a morire, gli operatori sanitari a infettarsi, il contagio si estende, il tracciamento delle persone entrate in contatto con degli ammalati non funziona”. Preoccupa la progressione dei casi rilevati. Ci sono voluti 224 giorni per arrivare a 1.000 casi, ma solo altri 71 per arrivare a 2.000. Al momento ogni giorno vengono individuati circa 12 nuovi casi. Una delle ultime allarmanti notizie riguarda una donna morta di Ebola a Beni, nel Nord Kivu. La donna, una venditrice di pesce, il 12 luglio mentre era al mercato di Mpondwe, in Uganda, si è sentita male e ha vomitato più volte. Già infetta, era stata anche a Goma e a Gisenyi, in Rwanda. In Uganda era entrata clandestinamente, passando la frontiera in un punto non presidiato. Il ministero della sanità ugandese sta cercando di identificare per vaccinarli circa 600 pescivendoli e cambiavalute che possono essere entrati in contatto con la donna al mercato di Mpondwe.