Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Cedda a cura di Ermes Dovico
continente illiberale

«Censurare Musk e X», firmato Unione Europea

Ascolta la versione audio dell'articolo

«Musk rappresenta il male», firmato Vera Jourová, vicepresidente europea. Il mondo politico e culturale liberal-socialista è passato rapidamente dall'abbracciare la cultura della cancellazione alla richiesta esplicita di una censura illiberale.

Editoriali 19_10_2024

Il mondo politico e culturale liberal-socialista è passato rapidamente dall'abbracciare la cultura della cancellazione alla richiesta esplicita di una censura illiberale. Le prove sono ormai sotto gli occhi di tutti coloro che riescono ancor a vedere la realtà e sono dotati del minimo di coraggio per affermarla.

Molti governi di democrazie occidentali stanno conducendo una guerra contro la libertà di parola. L'Australia laburista vuole approvare una legislazione sulla censura radicale a novembre. La Spagna del socialcomunista Sanchez, come abbiamo descritto su queste pagine, ha già portato in parlamento la proposta di controllo sugli organi di informazione e siti di news che non si adeguino alla narrazione del potere. Il governo irlandese ha abbandonato solo momentaneamente la sua legislazione di stampo sovietico  sull'incitamento all'odio, ma i partiti attualmente al governo promettono di approvarla, se vinceranno le prossime elezioni, la prossima primavera.

L'Unione Europea da un anno è sulla buona strada per attuare l'agenda di censura più aggressiva dell'Occidente, partendo dalla persecuzione continua verso Elon Musk e la sua piattaforma “X” e dopo averla ampiamente sperimentata anche durante la campagna elettorale per l’elezione del parlamento europeo. Nelle ultime tre settimane, uno dei più influenti e grandi miliardari e filantropi del mondo, Bill Gates, e due recenti Segretari di Stato USA, John Kerry e Hillary Clinton, hanno tutti epresso forti appelli per censurare, per la salute pubblica e la salvaguardia della democrazia, sia internet che le piattaforme che consentono l’espressione del libero pensiero non conforme.

Tutto ciò che non piace, persino la realtà del sesso biologico o le foglie verdi d’estate di G.K. Chesterton, è “pericolosa disinformazione”. Siamo al punto in cui non solo l'imperatore illiberalsocialista è nudo, ma sta sfrecciando consapevolmente per la piazza della città, additando tutti gli osservatori che sghignazzano, come pericolosi disturbatori dell’ordine pubblico.

Un numero crescente di questi nuovi censori dipinge i propri bersagli direttamente sulla schiena di uno degli uomini più stravaganti e geniali del mondo, quell’Elon Musk che è proprietario della piattaforma social più libera del pianeta, contrario alla ideologia del gender che ha distrutto il figlio, sostenitore della natalità e crescita demografica, supporter di Donal Trump e dei politici conservatori dell’intero globo terracqueo, da Bolsonaro a Orban e sino alla Meloni.

L’ultimo attacco inquietante, perchè dimostra in quale pericolo l’Europa e tutti noi ci siamo trovati e nel quale viviamo ancor oggi, viene da un'intervista a Politico, pubblicata mercoledì 16 ottobre, di Vera Jourová che si è spinta fino a bollare Elon Musk, il proprietario di X, come un «promotore del male» solo perché ha trasformato la piattaforma precedentemente nota come Twitter in uno degli ultimi hub di libertà di espressione rimasti su Internet. Secondo la potentissima e liberalissima Jourovà, Elon Musk «non è in grado di riconoscere e distinguere tra il bene e il male» e perciò sta amplificando l'odio e mettendo in pericolo la democrazia occidentale. E’ bene ricordare che Věra Jourová  è la vicepresidente uscente e tutt’ora in carica della Commissione europea con delega ai Valori e trasparenza ed è stata commissario alla giustizia dal 2014 al 2019.

Ad agosto era stato il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, responsabile della creazione del famigerato strumento di censura dei social media, il Digital Services Act (DSA), a minacciare Musk di ulteriori «ripercussioni legali» se non avesse censurato Donald Trump e altre figure politiche ritenute coinvolte in «incitamento all'odio», minaccia proclamata solo pochi giorni dopo che Musk aveva ripristinato l'account dell'ex presidente, ha condotto un'intervista di due ore con lui, accumulando 100 milioni di visualizzazioni in 24 ore.

Dunque, i valori europei tutelati, promossi e garantiti dalla Jourovà, dalla Commissione e soprattutto dalla maggioranza che sino ad oggi la sostiene, quantomeno nella sua importante composizione illiberal-socialista, si mostrano per quel che sono: censura per i dissidenti, bavaglio alla libertà, spregio per opinioni altrui.