C’è un cuore che batte a Times Square
Un gruppo pro life ha allestito dei megaschermi a New York per mostrare in diretta un’ecografia tradizionale e un’altra in 4D, e fare ascoltare il battito cardiaco di un bambino nella pancia della mamma. Il bimbo è di Abby Johnson, l’eroina pro vita convertitasi dopo aver assistito a un aborto. Perché non ripetere l’evento newyorchese anche in Italia?
C’è un cuore che batte a Times Square ed è il cuore di un bambino nella pancia della mamma. Sabato scorso, come riporta Life Site News, l’associazione Focus on the Family ha organizzato a Times Square, a New York, l’evento “Alive from New York”. Alcuni megaschermi, allestiti appositamente, rimandavano in diretta le immagini di un’ecografia tradizionale alternate a quelle di un’eco in 4D - ancor meglio di quelle tridimensionali - di un bambino che sonnecchiava nella pancia di sua madre.
E sua madre non è una donna qualsiasi. Si tratta di Abby Johnson, ex direttrice di una clinica affiliata a Planned Parenthood, il più grande abortificio del mondo. Un giorno nel 2009 assistette, anche quella volta in diretta, a un aborto, guardandolo grazie a una macchina ad ultrasuoni. Vide il corpicino ben formato venire risucchiato tramite una cannula. Da quel giorno cambiò tutto e successivamente divenne una strenua nemica dell’aborto e una indefessa militante pro life. Oggi è madre di sette figli.
L’ultimo arrivato ha polarizzato l’attenzione di alcune decine di migliaia di persone. Tra le 10.000 e le 20.000 persone hanno assistito in un silenzio irreale al film della vita, mentre un medico faceva vedere in 4D il viso del piccolo secondo varie angolazioni. Un silenzio stupefatto a Times Square, forse il luogo più affollato della Terra, dove la frenesia e il caos regnano sovrani giorno e notte.
Poi il medico ha fatto ascoltare il battito accelerato del cuore del bambino: pareva il suono di una cavalcata di un battaglione di ussari pronti a dar battaglia agli alfieri della morte. Quel battito ha rotto il silenzio ed è partito dalla folla un commosso applauso. Infine la Johnson è salita sul palco e ha preso la parola: “La vita è vincente. Questo è un bambino! Questo qui è un bambino! Non è un gatto. Non è un parassita. Questo è un essere umano con un battito cardiaco, con un suo DNA diverso dal mio. E questo bambino merita di vivere”. Poi quasi una profezia: “Verrà un giorno in cui l’aborto in questo Paese diventerà impensabile”.
L’evento, che ha ricevuto su Twitter anche il plauso del vicepresidente Mike Pence, è stato voluto soprattutto come atto di accusa contro la recente legge newyorkese che permette l’aborto fino al nono mese di gravidanza. Sabato, davanti a quegli schermi, c’erano anche i sostenitori di questa legge, pronti a berciare e starnazzare i loro stantii slogan. Ma nulla di tutto questo è accaduto. Anche loro sono rimasti ammutoliti di fronte a quel bimbetto che non ha ancora un giorno di vita nel mondo dei già nati, ma che conta già parecchi mesi di vita nel ventre di sua madre. Gli organizzatori volevano proiettare le immagini sui famosi megaschermi di Times Square ma i proprietari si sono rifiutati. Non è cool né da progressisti mostrare la bellezza della vita.
A guardar questo presepe post moderno viene in mente una proposta da lanciare a tutte le realtà pro life d’Italia. Perché non ripetere quel miracolo di Times Square anche nelle nostre piazze? Perché non mostrare anche agli occhi italiani cosa è la vita e quindi cosa è l’aborto? Sarebbe ben più efficace di mille articoli, di mille libri e di mille conferenze.
C’è un cuore che batte nel cuore della Grande Mela. Facciamolo battere anche da noi.