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intervista

Cardinale Müller sul tomismo di Amoris laetitia

Il Papa ha detto che in Amoris laetitia c'è la chiarezza di Tommaso d'Aquino. Il cardinale Gerhard Muller, ex prefetto del Sant'Ufficio, risponde in un'intervista concessa al Tagespost

Borgo Pio 17_10_2017
muller

Il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992 «è certamente un buon riassunto della dottrina della Chiesa Cattolica alla luce del Vaticano II». Il cardinale Gerhard L. Muller, prefetto emerito della congregazione per la Dottrina della fede, ha concesso un’intervista al quotidiano tedesco Tagespost, sostenendo che «è certamente possibile integrare alcuni aspetti dello sviluppo dell'insegnamento in una nuova versione in risposta a nuove sfide mediche, bioetiche e scientifiche». Tuttavia, «il contenuto della fede donato dagli apostoli, il "depositum fidei", è invariabile e variabile nelle sue forme di espressione e di comprensione».

Circa il tomismo di Amoris laetitia, recentemente richiamato anche da Papa Francesco, il cardinale ha sottolineato che se «il Santo Padre chiama il "dottor communis" per l'interpretazione giusta di "Amoris laetitia" alla luce della dottrina cattolica sui sacramenti definita nel Concilio di Trento, allora questo significa solo rendere la chiarezza di San Tommaso un criterio nelle argomentazioni da chiarire su "Amoris laetitia", e non viceversa. Vogliamo rendere più chiaro ciò che non è chiaro, non rendere poco chiaro ciò che è chiaro. (…) L’unità della Chiesa deve essere preservata nella verità del Vangelo».

Potrebbe dunque Tommaso - chiede l’intervistatore - firmare le istruzioni pastorali che i Vescovi di Malta, delle Filippine o del distretto di Buenos Aires hanno dato ai loro pastori sulla base di "Amoris laetitia", in particolare per quanto riguarda i divorziati risposati?

«Alcune di queste affermazioni episcopali hanno tentato un'interpretazione puramente testuale di "Amoris laetitia". Pensavano che, in un semplice magistero positivistico, potessero rinunciare all’esame delle loro tesi attraverso l’intera tradizione del magistero della Chiesa, e soprattutto di rinunciare al corpus delle Scritture, e ancora alla rinuncia dei principi di interpretazione della teologia cattolica che si basano sulla Rivelazione stessa. Una sintesi di questi testi [di istruzione pastorale, ndr] con le corrispondenti affermazioni di San Tommaso sui sacramenti della penitenza, l’Eucaristia, il matrimonio, la coscienza, i comandamenti di Dio e il concetto di peccato grave e dello stato di grazia santificante, potrebbe aprire molti occhi».