Ambientalismo su tela per il ritratto ufficiale di Carlo III
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L'artista-attivista Jonathan Yeo ha dipinto il sovrano inglese con un piccolo dettaglio che ne simboleggia il fervore ecologista. Dalla nuova "eco-religione" alla nuova iconografia mainstream (che presta il fianco anche alla satira).
Si è fatto un gran parlare nelle scorse settimane del primo ritratto ufficiale di re Carlo III, opera di Jonathan Yeo, artista e (neanche a dirlo) attivista. Finalmente svelato a un anno dall’incoronazione del sovrano, il dipinto – costato 8 milioni di sterline – era stato iniziato tre anni fa, quando Carlo non era ancora salito al trono. La prima seduta con l’illustre modello avvenne infatti a Highgrove House nel giugno 2021, l’ultima a Clarence House nel novembre 2023. «È rimasto straordinariamente immobile, senza distrarsi come fanno alcuni modelli», racconta l’artista. Immobile ma partecipe: il sovrano inglese è a sua volta esperto d’arte e acquerellista.
La figura di Carlo emerge e al contempo viene assorbita dal rosso fuoco che dalla divisa (quella delle Guardie Gallesi) si estende all’intera superficie del dipinto, così che il ritratto appare classico nella posa e nella somiglianza, ma anticonvenzionale nell’effetto complessivo. Vedendo l’opera a metà dei lavori Carlo «inizialmente era rimasto un po’ sorpreso dal colore forte, ma per il resto sembrava sorridere con approvazione».
Scontata l’immancabile «rottura col passato», unico comun denominatore di tanta arte contemporanea. Ormai rompere col passato è la cosa meno originale di questo mondo, divenuto un mantra pure all’interno di Santa Romana Chiesa, per cui dove sarebbe tutta questa pretesa trasgressione? Altro dettaglio inconsueto (ma importantissimo, come vedremo) è la farfalla monarca poggiata sulla spalla destra del sovrano e da lui stesso voluta: «Che ne dici di una farfalla che si posa sulla mia spalla?», chiese all’artista.
Al sovrano britannico è andata molto meglio di George W. Bush, il cui ritratto (non autorizzato, a differenza di quello di re Carlo) era composto da tanti frammenti di scene porno, come tessere di mosaico che andavano a comporre i lineamenti del presidente (naturalmente all’insegna della lotta contro «le opinioni puritane del presidente sul sesso e l’ipocrisia della destra americana», leggiamo nel sito di Jonathan Yeo). Tecnica già sperimentata con altre opere: il ritratto di Paris Hilton, di Sarah Palin e... (poteva mancare?) di Berlusconi. Con la Royal Family però l'artista-attivista si è sempre comportato “bene”, si vedano i ritratti di Filippo di Edimburgo o della regina Camilla.
Ma tornando al ritratto di re Carlo, in quel rosso-fuoco qualcuno ha visto persino del rosso-pomodoro (innumerevoli le rivisitazioni ironiche e meme, come quello che lo trasforma in una pizza). O forse rappresenta il “pianeta in fiamme” di gretina memoria? «Sono favorevole all’ipotesi Ultima Generazione, che cioè sia già stato imbrattato», ha detto Gad Lerner, specificando naturalmente «con simpatia» per via dell’impegno ambientalista di re Carlo. Impegno notorio che nel dipinto è ben presente e si ravvisa in un dettaglio piccolo ma non marginale: quella farfalla in cui qualcuno ha addirittura cercato significati nascosti e letto oscuri presagi per il monarca e la monarchia. Ma l’autore stesso ne spiega il senso: metamorfosi personale e dedizione alla causa ecologista.
La farfalla monarca è «il simbolo della metamorfosi e della rinascita», evocando così la transizione del re da principe a monarca durante il periodo in cui il ritratto è stato realizzato». Al tempo stesso, essendo «simbolo della bellezza e della precarietà della natura, evidenzia le cause ambientali che il re ha sostenuto per gran parte della sua vita e certo da molto prima che diventassero un argomento di conversazione mainstream». Last but not least, «questa specie migratrice è già una delle più colpite dai cambiamenti climatici a causa delle alterazioni delle temperature primaverili».
Un ritratto in perfetta linea con quel background ambientalista che Carlo III ha ereditato dal principe Filippo – il quale, lo ricordiamo per ben 15 anni fu presidente del WWF e si augurava di reincarnarsi in un virus letale che risolvesse il problema della sovrappopolazione. Ma Filippo di Edimburgo era anche un celebre gaffeur e non è da escludere che, vedendosi qualcosa sulla spalla, schiacciasse senza troppi convenevoli la "sacra farfalla". Con buona pace della sua stessa "eco-religione" e della connessa iconografia mainstream.
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