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Grande musica a Westminster: riportiamola in casa cattolica

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Anche chi non è anglicano non avrà potuto fare a meno di apprezzare l'alto livello musicale e la solennità della cerimonia di incoronazione di Carlo III. E da noi? Da mezzo secolo troviamo solo canzonette, con l'illusione di essere al passo con i tempi. Non serve una conversione ecologica, ma una conversione estetica.

 

Cultura 08_05_2023

Si è svolta sabato 6 maggio la cerimonia di incoronazione di re Carlo III, che succede alla madre regina Elisabetta. Milioni di persone in tutto il mondo hanno seguito questo evento, quale che sia la loro nazionalità e religione. Molti commenteranno sulla presenza del principe Harry, sulle varie persone intervenute e via dicendo. È in effetti uno di quegli eventi in cui si può dire che tutto il mondo assiste.

Ovviamente come cattolici sappiamo bene che la comunità anglicana è il risultato di uno scisma perpetrato alcuni secoli fa nei confronti della Chiesa cattolica. Questo non toglie che non possiamo fare alcuni rilievi che potrebbero essere anche utili a riflettere su quello che succede da noi.  D’altronde l’ecumenismo ci ha insegnato ad apprezzare molto le altre religioni, spesso a scapito della nostra.

Secondo le fonti di Buckingham Palace, il Re in persona ha supervisionato le scelte per il programma musicale. In effetti sappiamo come Carlo III ami molto la musica e si è sempre distinto per essere un patrono delle arti. Nei brani eseguiti per la cerimonia ci sono molte composizioni scritte per l’occasione. Un programma di grande livello, eseguito in modo eccellente sotto la direzione del maestro di coro di Westminster Abbey Andrew Nethsinga. La cerimonia era veramente di grande solennità e bellezza visiva, un qualcosa a cui i cattolici purtroppo oramai non sono più abituati. Eppure anche chi anglicano non è, non ha potuto fare a meno di ammirare la bellezza dell’insieme, una bellezza che veramente attrae alle cose soprannaturali. C’era ovviamente qualche concessione ai tempi moderni, ma nell’insieme era veramente ammirevole.

Da noi cosa c’è di paragonabile? L’incoronazione di un Papa (perdono, la Messa di inizio Pontificato)? Veramente non ci facciamo una bella figura. Eppure, guardando la Messa di incoronazione di Giovanni XXIII (disponibile su YouTube), ci si rende conto di come anche da noi un tempo si conosceva cosa significa solennità, cosa significa grande musica. Oggi invece l’unica cosa che conta è l’ambiente sostenibile, a nessuno importa se la musica è insostenibile.

Da noi nel Medioevo il Papa voleva sapere chi avrebbe cantato il salmo e si dice che san Gregorio Magno avesse grande cura per la sua Schola Cantorum, da cui uscirono molti altri Pontefici. Oggi a quanti vescovi interessa veramente la qualità della musica sacra nella propria diocesi? Interessa piuttosto essere al passo con i “tempi moderni”, che nessuno capisce cosa voglia veramente dire. Si inseguono i giovani, ascoltiamo i giovani, impariamo dai giovani…ma loro da chi imparano?

Oggi avremmo bisogno di una conversione estetica, di tornare veramente alla bellezza che ci parla di Dio. Invece l’unica conversione che conta è quella ecologica. Senza bellezza e con le nuove divinità ecologiche avremo forse un mondo sostenibile, ma una vita insopportabile. Hanno devastato la vigna del Signore, l’uva è avvelenata, i grappoli sono amari. Fino a quando, Signore? Fino a quando?