Alla ricerca di insegnanti che prendano sul serio gli alunni
La figura del maestro è spesso presente in best seller dell’epoca contemporanea che vedono come protagonisti adolescenti e che hanno come destinatario privilegiato, anche se non unico, i giovani. Bastino tre esempi: Cuore, Il giovane Holden e Bianca come il latte rossa come il sangue.
La figura del maestro è spesso presente in best seller dell’epoca contemporanea che vedono come protagonisti adolescenti e che hanno come destinatario privilegiato, anche se non unico, i giovani. Bastino tre esempi: Cuore (1886) di Edmondo De Amicis, Il giovane Holden (1951) di Jerome David Salinger e Bianca come il latte rossa come il sangue (2010) di Alessandro D’Avenia.
Cuore è un romanzo che nacque su commissione, perché la casa editrice Treves chiese esplicitamente a De Amicis, che aveva ottenuto notorietà con le cronache stese sui suoi viaggi, di scrivere un libro ambientato nel mondo scolastico. Così venne alla vita Cuore, resoconto di un anno scolastico eterogeno nelle forme (tra diario, narrazione ed epistola). A raccontare le vicende (annotandole) è un alunno di terza elementare, Enrico Bottini, attorniato da tanti altri giovani personaggi (Franti, Coretti, Derossi, Garrone, ecc.), assegnati alla cura e all’educazione del maestro Perboni.
Uomo buono, rimasto solo, Perboni vive per l’insegnamento e per i suoi alunni che considera come la sua famiglia, come si può constatare dal discorso che tiene alla classe:
Sentite. Abbiamo un anno da passare insieme. Vediamo di passarlo bene. Studiate e siate buoni. Io non ho famiglia. La mia famiglia siete voi. Avevo ancora mia madre l'anno scorso: mi è morta. Son rimasto solo. Non ho più che voi al mondo, non ho più altro affetto, altro pensiero che voi. Voi dovete essere i miei figliuoli. Io vi voglio bene, bisogna che vogliate bene a me. Non voglio aver da punire nessuno. Mostratemi che siete ragazzi di cuore; la nostra scuola sarà una famiglia e voi sarete la mia consolazione e la mia alterezza. Non vi domando una promessa a parole; son certo che, nel vostro cuore, m'avete già detto di sì. E vi ringrazio.
Nel microcosmo scolastico di Cuore compaiono i buoni e i cattivi: tra i primi ci sono i depositari delle istituzioni, gli studenti diligenti e responsabili come quelli rappresentanti di un’Italia povera ma operosa; nei secondi incontriamo i ribelli, gli irrecuperabili, che non possono in alcun modo essere redenti (uno su tutti, Franti, il cattivo della classe). Chiaramente de Amicis affida al suo romanzo un messaggio pedagogico forte in cui emerga un modello da imitare e di contro un esempio da rifuggire, senza alcuna eccezione.
Nel maestro Perboni è distante indubbiamente dallo sguardo del pastore buono del Vangelo che va alla ricerca della pecorella smarrita. È distante anche dall’atteggiamento di don Milani che non vuole levarsi di torno i ragazzi difficili, anche se «con loro la scuola diventa più difficile»:
se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile. […] Allora richiamateli, insistete, ricominciate tutto da capo all’infinito a costo di passar da pazzi (Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa).
Nei romanzi di Salinger e di D’Avenia gli insegnanti tentano di recuperare alunni che si stanno allontanando dal mondo scolastico e dalla retta via.
Nel Giovane Holden il protagonista, espulso dalla scuola, attraversa diverse esperienze e difficoltà. Durante il suo cammino si rivolge ad un certo punto ad un insegnante, il signor Antolini che ha la percezione che il ragazzo si stia avviando verso «una brutta, brutta caduta», tipica di chi si arrende «prima ancora di cominciare davvero». L’insegnante gli cita lo psicoanalista Wilhelm Stekel:
Ciò che contraddistingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che contraddistingue l’uomo maturo è che vuole vivere umilmente per essa.
Antolini consiglia a Holden di decidere da che parte voglia andare nella vita: il ragazzo deve finalmente mettersi in viaggio, subito, senza perdere un solo minuto, deve applicarsi con serietà. Scoprirà di non essere stato il «primo a sentirsi confuso, e spaventato, e perfino disgustato dai comportamenti umani»:
Tanti, tanti altri uomini hanno provato lo stesso turbamento morale e spirituale che provi tu. Fortunatamente, alcuni di loro hanno messo quei turbamenti per iscritto. Tu imparerai da loro.
Lo invita poi ad essere brillante, creativo e colto, perché gli uomini colti e studiosi, sempre che siano brillanti e creativi […], tendono a lasciare di sé una traccia infinitamente più preziosa di coloro che sono semplicemente brillanti e creativi.
L’atteggiamento ambiguo che Antolini assume in seguito nei confronti di Holden fa scappare il ragazzo dalla casa dell’insegnante.
In Bianca come il latte rossa come il sangue D’Avenia presenta il Sognatore, il supplente di Filosofia che sprona i suoi scolari a ricercare il sogno nella vita, anche quando sembrano delusi e cinici come Leo che afferma:
Quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. Allora a che serve?
Il maestro, però, insiste che per trovare il sogno è necessario porsi le domande giuste, leggere, guardare, interessarsi «tutto con grande slancio, passione e studio»: «Poni una domanda a ognuna delle cose che ti colpiscono e appassionano, chiedi a ciascuna perché ti appassiona. Lì è la risposta al tuo sogno».
Leo inizia a prendersi sul serio solo quando trova quell’insegnante che lo prende sul serio, in tutta la sua persona. È un’avventura, una sfida quella di desiderare di trovare il proprio sogno e di realizzarlo. Perché ciò avvenga è necessario dissolvere quanto è falso e apparente, spegnere tutte le luci artificiali, per usare un’immagine del Sognatore, perché «i sogni sono come le stelle: le vedi brillare tutte quando le luci artificiali si spengono, eppure stavano lì anche prima. Eri tu a non vederle, per il troppo chiasso delle altre luci».
Il Sognatore sprona i suoi studenti a scoprire il proprio cuore e i desideri più veri, perché è da quelli che nascono le opere più belle, come scrive Antoine de Saint Exupery nella Cittadella:
E l’uomo crede di calcolare. Crede che la ragione governi l’erezione delle sue pietre, quando invece la costruzione con quelle pietre è nata dapprima dal suo desiderio. La roccaforte è racchiusa in lui, nell’immagine che porta nel cuore, come l’albero è racchiuso nel seme.