Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
sentenza del tar

Aifa ammette in tribunale: non ha dati su efficacia e benefici dei vaccini

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Al momento della messa in commercio dei vaccini, Aifa non aveva dati su efficacia, trasmissione del virus e rapporto rischi/benefici perché erano tutti in possesso dell'Ema e lo sono tuttora. Una sentenza del Tar apre interrogativi inquietanti sull'approvazione al buio dei vaccini. Eppure è stato ripetuto come un mantra dai governi che i dati Aifa erano decisivi. 

Attualità 27_11_2023

Durante la campagna vaccinale Aifa non aveva i documenti sull’efficacia dei vaccini. Non c’è solo il pesante sospetto che l’ente nazionale del farmaco abbia taciuto gli eventi avversi che arrivavano dai centri vaccinali e che è alla base dell’inchiesta sugli Aifa leaks della Procura di Roma. L’organismo di regolamentazione non aveva nemmeno a disposizione la documentazione basilare che avrebbe dovuto comprovare che i vaccini fermassero il virus, il rapporto rischi benefici e l’efficacia degli stessi.

Eppure, questi tre corollari sono stati profusi come un mantra nel corso della campagna vaccinale come dati indiscutibili. Invece Aifa non aveva niente sottomano che giustificasse il trionfalismo sul vaccino, per il semplice motivo che queste informazioni sono (asseritamente) in possesso di Ema e dunque Aifa non può esibirla oggi in un contraddittorio a riprova della correttezza delle sue azioni.

La vicenda kafkiana arriva da un tribunale italiano, precisamente il Tar del Lazio, che ha rigettato un ricorso di un gruppo di sanitari sospesi e non e di danneggiati. E alla base della motivazione di rigetto, inoppugnabile tanto che i ricorrenti non intendono nemmeno fare appello, è che la documentazione non è disponibile per il semplice motivo che sarebbe in Ema e dunque è all’ente europeo del farmaco che bisognerebbe chiedere.

Ma allora, sorge una domanda: se non era in possesso delle evidenze scientifiche sull’efficacia, sulla trasmissibilità e sul rapporto rischi-benefici, sulla base di che cosa ha autorizzato l’immissione in commercio dei vaccini anti covid? E sulla base di quale dato scientifico si è costruita la narrazione diventata virale durante la campagna vaccinale del non ti vaccini, ti ammali e muori? O dei rischi che superano nettamente i benefici?

Le domande sorgono spontanee leggendo la sentenza numero 01331/23 pronunciata l’11 luglio scorso dalla sezione Terza Quater del Tar del Lazio.

Opponenti un centinaio abbondante di sanitari, alcuni anche danneggiati da vaccino, che si sono rivolti all’avvocato italo-tedesco Francesco Golinelli per opporsi al diniego di Aifa alla loro domanda di accesso ad alcuni dati inerenti all’immissione in commercio dei vaccini anti covid. La domanda all’osso formulata dall’avvocato Golinelli assieme ad un team di legali e sviluppata sotto forma di 9 quesiti specifici era la seguente: «Dato che i provvedimenti di sospensione dal lavoro si diceva che erano motivati da evidenze scientifiche – spiega Golinelli alla Bussola – abbiamo chiesto ad Aifa di indicarci quali sarebbero queste evidenze che giustificavano il mantenimento in commercio dei vaccini. Ma non abbiamo ricevuto risposta, se non qualche generico riscontro senza alcun riferimento scientifico».

Così Golinelli col team di legali da lui approntato ed i suoi assistititi hanno presentato ricorso al Tar e il Tar ha emesso una sentenza che da un lato raffredda le loro aspirazioni a vedersi riconosciute le ragioni, ma dall’altro apre più di un inquietante interrogativo su come l’Aifa abbia gestito la campagna vaccinale con annessi e connessi di sicurezza e efficacia.

«Nel merito il ricorso è infondato», scrive la presidente della Corte Maria Cristina Quiligotti. Ma a sorprendere è il motivo per cui il ricorso è infondato. Semplice: perché quei dati richiesti, Aifa non li ha e non li ha mai avuti. Infatti, nella sentenza, la Corte rimarca proprio questo concetto: «Nel caso in esame – si legge nel dispositivo – l'Aifa ha dichiarato di non essere in possesso della documentazione richiesta dai punti 1 a 6, con la conseguenza che il ricorso deve essere respinto proprio alla luce della dichiarazione Aifa».

È così, avete capito bene: in pratica l’ente del farmaco ha dato tutti i via libera di legge per la somministrazione dei vaccini senza avere a disposizione studi, dati, comunicazioni proprie fatte sue che ne comprovassero l’efficacia e i rapporti rischi benefici, affidandosi completamente ai dati in possesso di Ema di cui Aifa non tiene evidentemente neanche una copia nei cassetti. Eppure, in tutte le circolari, comunicazioni, report che Aifa ha diramato durante questi due anni di campagna vaccinale ha sempre confermato tanto l’efficacia quanto i benefici dei vaccini. Solo che non ha niente sottomano per poterlo comprovare.

A riprova dell’importanza del fatto, c’è che Aifa si è costituita direttamente in giudizio e che il Tar non ha emesso una sentenza nel metodo, ossia solo in rito, come fa spesso, ma nel merito – prosegue alla Bussola Golinelli -. A questo punto è legittimo chiedersi: «In base a che cosa i cittadini sono stati chiusi dentro casa? E sulla base di quale evidenza scientifica i cittadini sono stati praticamente costretti a inocularsi il vaccino pena la perdita dei diritti civili?».

In effetti, se Aifa avesse almeno fornito dei dati provenienti da Ema, ma in suo possesso si sarebbe potuto almeno accusare l’ente del farmaco di non aver svolto indagini proprie, ma di essersi fidata dell’ente europeo di regolamentazione del farmaco. Eppure, Aifa non dipende da Ema, ma dal Ministero della Salute, è ad esso che deve rendere conto. Ma qui siamo di fronte al fatto che Aifa non avesse uno straccio di prova; quindi, si è fidata ciecamente di Ema, al buio, facendo soltanto da passacarte per la commercializzazione del farmaco.

Nel ricorso si chiedeva dunque conto di obbligare Aifa a fornire «i documenti della determina 154/2020», che giustificava l’immissione al commercio per il vaccino Pfizer (1); quelli della stessa determina per il vaccino Moderna (2); per Astrazeneca (3); e per Janssen (4). Al quesito 5 venivano richieste «le evidenze riguardanti l’efficacia del vaccino anti Covid-19 e la valutazione rischi/benefici per il mantenimento in commercio dei predetti farmaci»; infine, al quesito 6 l’avvocato Golinelli aveva richiesto «gli studi a sostegno del fatto che i vaccini impediscano la trasmissione del virus Sars-Cov-2».

La risposta del giudice è stata ineccepibile: «Il ricorso va respinto perché per queste domande Aifa ha dichiarato di non esserne in possesso perché fanno parte del dossier di autorizzazione depositato presso Ema» e il giudice, citando la giurisprudenza fa riferimento proprio al fatto che se per poterli fornire dovesse effettuare una richiesta di accesso agli atti (in questo caso all’Ema) sarebbe perché non sono nel suo possesso. Quindi non se ne fa nulla.

Viene dunque da chiedersi sulla base di quali studi Aifa abbia informato il ministero della Salute e quindi i governi Conte II e Draghi della bontà dell’operazione vaccini se nemmeno oggi, a un anno dalla fine della campagna vaccinale, è in possesso dei documenti che ne dovrebbero attestare l’efficacia. Eppure il via libera dell'Aifa doveva essere vincolante e decisivo per il nostro Paese. 

Tanto più che i criteri che stabiliscono il corretto rapporto rischi/benefici, che non va inteso in senso collettivistico, ma personale, sono regolamentati da una legge che ovviamente non è stata tenuta in conto se si pensa che quei report nemmeno sono presenti negli uffici di Aifa.

La sentenza è molto simile a quella del dicembre 2022 nella quale sempre al Tar del Lazio Aifa ammetteva di non essere in possesso dei rapporti di sicurezza perché in possesso esclusivo dell'Ema. Dopo l'assenza di riscontri sulla sicurezza, ora sappiamo che non c'era nulla neppure sull'efficacia, che è il requisito fondamentale oltre alla sicurezza per cui un farmaco e un vaccino devono stare in piedi. 

Resta infine da chiarire l’ultimo punto: se bisogna chiederli all’Ema, allora è in Europa che bisogna rivolgersi. «Una mia collega tedesca che ha fatto un ricorso simile – ha detto Golinelli -, ha ottenuto dall’ente europeo un rifiuto altrettanto kafkiano: i dati sono coperti dal segreto che scherma i contratti di acquisto, che l’Ue ha siglato con le singole case farmaceutiche». In poche parole: non possiamo saperlo. È tutto segreto. O forse - e questo è un sospetto legittimo - non c’è mai stato nulla di documentato.



DAVANTI AL TAR

Vaccini non sicuri, le ammissioni Aifa sono inquietanti

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Su pressione del Tribunale Amministrativo del Lazio, l'Agenzia Italiana del Farmaco prima si contraddice e poi confessa di non poter esibire la necessaria (e obbligatoria) documentazione, cui era condizionata la vendita dei vaccini anti-Covid.

ex ministro indagato

Chi soffia per spegnere Aifa leaks e inchiesta Speranza

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La grande stampa ignora del tutto l'indagine della magistratura su Speranza. Dal Colle ai media fino ai partiti di sinistra: tutti gli ostacoli di un'inchiesta che potrebbe aprire un capitolo nuovo nel giudicare gli errori e gli orrori della campagna vaccinale.

la denuncia dei danneggiati

«Così Aifa classificava non gravi anche gli effetti gravi»

26_05_2023 Andrea Zambrano

Il modulo di segnalazione degli effetti avversi da vaccino aveva delle falle e non contemplava la reazione "grave". Infatti, successivamente è stato modificato. Ecco spiegato perché durante il clou della campagna vaccinale nei report periodici di Aifa gli effetti gravi erano così bassi: erano classificati tra i non gravi. La denuncia di una danneggiata di Ascoltami, il comitato che domani torna in piazza con i banchetti per dare voce agli invisibili. 

LO SCOOP DI FUORI DAL CORO

Aifa, fuori la verità: perché celava i danni da vaccino?

23_03_2023 Andrea Zambrano

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nuove rivelazioni

Aifa ha nascosto anche gli effetti avversi sui lattanti

10_05_2023 Andrea Zambrano

Dai nuovi dati pubblicati da Fuori dal Coro emerge che Aifa ha nascosto gli effetti avversi sui neonati in allattamento dopo il vaccino delle mamme. Come la storia raccontata alla Bussola da Laura, la cui figlia ancora oggi convive con dolori e spasmi inspiegabili. E a decidere sui prezzi dei vaccini l'Italia ha messo il direttore di Aifa, Magrini, che aveva invece il compito di controllarli. 

reazioni avverse taciute

Aifa, Governo, Media: silenzio complice sui danni dei vaccini

31_03_2023 Andrea Zambrano

Il terzo scoop di Fuori dal Coro prova che Aifa ha taciuto la verità sugli effetti avversi pur sapendo dell'eccesso di morti cardiovascolari e dei rischi nell'inoculare i guariti per non «uccidere il vaccino». Ma il silenzio di oggi di agenzia del farmaco, Governo, Parlamento, Media e Procure, che pure avrebbero gli strumenti per indagare, rischia di diventare sfacciata complicità. 
- LO STATO (BIO)ETICO NEL PIANO VACCINI, di Paolo Gulisano

I DANNEGGIATI ALL'ATTACCO

«Denunciamo Aifa e Speranza: hanno taciuto gli effetti avversi»

16_05_2023 Andrea Zambrano

Svolta dopo la pubblicazione degli Aifa leaks: approda in Procura la battaglia del comitato Ascoltami. I danneggiati da vaccino, assieme ad altre sigle, tra cui sindacati di finanzieri e polizia, ha deciso di passare all'azione dopo la pubblicazione da parte di Fuori dal Coro dei documenti Aifa in cui si nascondevano i danni da vaccino. Denunciati Speranza e l'ex di Aifa Magrini. Molteplici i reati ipotizzati: dal falso ideologico alla corruzione. Indagherà la Procura di Roma. 

NUOVO SCOOP DI FUORI DAL CORO

«Aifa taroccava i grafici sui danneggiati da vaccino»

26_04_2023 Andrea Zambrano

Aifa taroccava i grafici sulle reazioni avverse per minimizzarle. Ancora una volta è Fuori dal Coro a far emergere un dato sconcertante relativo al sistema di farmacovigilanza dell’ente governativo. Dalle carte dell'inchiesta Mediaset emerge che l'ente governativo del farmaco decise di minimizzare il corretto rapporto rischi/benefici come invece richiesto dall'Ema. E chi decideva il taroccamento oggi è il neo direttore generale. Con premesse di questo tipo si comprende perché la farmacovigilanza della campagna vaccinale sia stata un fallimento. 
- LE CAPRIOLE DI PALU' SULL'EFFICACIA DEL SIERO, di Paolo Gulisano

reazioni avverse nascoste

Aifa leaks, danneggiati sull'orlo di una crisi di nervi

24_03_2023 Andrea Zambrano

La rabbia dei danneggiati da vaccino per le reazioni avverse taciute nei report Aifa. La storia di Rocco, 18 anni, affetto da pericardite da oltre un anno: «Non posso fare sforzi né sport, vivo a metà, con la paura di un infarto. Che ne è stato della segnalazione che ho fatto?». Per le vittime dell'inoculo arriva anche il conto delle ricadute psicologiche: «Traumi acuiti dal non sentirsi accettati socialmente. C'è anche chi valuta la morte assistita».